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NOVEMBRE 2006

     

IL CONVEGNO DI VERONA (Rubrica a cura di Antonella)

 

  Dal 16 al 20 ottobre si è svolto a Verona il quarto convegno ecclesiale nazionale sul tema “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”. Quasi 3000 delegati provenienti da tutte le diocesi italiane hanno riflettuto sulla testimonianza cristiana oggi in Italia e sulla speranza che si fa segno e dono sempre più necessario. I lavori si sono articolati intorno a cinque ambiti di esperienza: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, la cittadinanza, per ciascuno dei quali sono state redatte e presentate delle relazioni conclusive. Il convegno tuttavia ha vissuto la sua giornata più importante il giorno 19, con la visita di Sua Santità Benedetto XVI, che ha tenuto un discorso molto importante e significativo: Cercherò di riassumerne, per quanto possibile, le linee fondamentali.

Il discorso, che potrebbe essere intitolato “ La presenza cristiana in Italia ” è diviso in paragrafi: nel riassumerlo manterrò questa divisione perchè facilita la lettura.

 

Il Signore risorto e la sua Chiesa

Il Papa ricorda che la Risurrezione di Cristo è un fatto storico, testimoniato dagli Apostoli e sottolinea che questo evento costituisce un ‘salto' decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova: la Risurrezione perciò “è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana”. Essa ha trasformato e trasforma continuamente il mondo; in ciascuno di noi questa trasformazione avviene mediante il Battesimo, per effetto del quale “non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me”(Paolo, Gal . 2, 20). Come cristiani dobbiamo quindi cooperare perché giunga a compimento effettivo ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi nel Battesimo: siamo chiamati infatti a diventare donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo”.

 

Il servizio della Chiesa in Italia alla Nazione, all'Europa e al mondo.

Noi cristiani che viviamo in Italia dobbiamo essere testimoni del Cristo risorto nel nostro paese che, dice Benedetto XVI, si presenta come “un terreno profondamente bisognoso”, ma anche “ molto favorevole per una tale testimonianza”. L'Italia è bisognosa di testimonianza, perchè anche qui gli uomini spesso agiscono come se la libertà individuale fosse “un valore fondamentale al quale tutti gli altri dovrebbero sottostare”, unico criterio di scelta anche sul piano etico. Si esclude così l'idea che vi siano principi morali validi e vincolanti per se stessi (= relativismo) e le domande fondamentali che l'uomo si pone sul senso e sulla direzione della vita rimangono senza risposta. Questo tipo di cultura è in profondo contrasto con il cristianesimo e in generale con le tradizioni religiose e morali dell'umanità. In Italia, tuttavia, molti avvertono “l'insufficienza di una razionalità chiusa in se stessa e di un'etica troppo individualista” e vedono la “gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà”. Il nostro paese è quindi un “terreno favorevole per la testimonianza cristiana”, anche perchè in esso la Chiesa “è una realtà molto viva”. Pertanto, con l'aiuto dello Spirito Santo, siamo tenuti a “dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente: se sapremo farlo, la Chiesa in Italia renderà un grande servizio non solo a questa Nazione, ma anche all'Europa e al mondo”.

 

Rendere visibile il grande “sì” della fede

Il Papa esorta con forza a far in modo che attraverso la testimonianza emerga soprattutto “quel grande ‘sì' che in Gesù Cristo, Dio ha detto all'uomo e alla sua vita, all'amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza” Deve essere visibile che “la fede nel Dio dal volto umano port a la gioia nel mondo”. “Il cristianesimo è infatti aperto a tutto ciò che di giusto, vero e puro vi è nelle culture e nelle civiltà, a ciò che allieta, consola e fortifica la nostra esistenza” (vedi: Paolo, Filipp ., 4,8) ; i cristiani tuttavia, nell'accogliere “gli autentici valori della cultura del nostro tempo” devono essere vigili e consapevoli, capaci di individuare le fragilità, i pericoli, le contraddizioni della nostra epoca, pronti a “tagli are ” coraggiosamente tutto quello che non va in direzione della rinascita ad una “vita nuova”.

All'origine del nostro essere cristiani - ci ricorda ancora il Papa - c'è l'incontro con la Persona di Gesù Cristo: è Lui che “dà alla vita un nuovo orizzonte” e ci guida verso la “direzione decisiva”. Il nostro compito quindi è quello di “dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo”, in modo che anche la fede cristiana abbia in essa “piena cittadinanza”. Il Papa quindi ci esorta a mettere al servizio di questa “avventura affascinante” anzitutto la ragione e l'intelligenza, che ci consentono di capire, interpretare, guidare, rinnovare, “far rinascere” la cultura del nostro tempo, indirizzandola rettamente.

 

La persona umana. Ragione, intelligenza, amore

“La persona umana non è, d'altra parte, soltanto ragione e intelligenza. Porta dentro di sé, iscritto nel più profondo del suo essere, il bisogno di amore, di essere amata e di amare a sua volta”. Questo bisogno di amore e questa capacità di amare trovano la loro sorgente in Dio stesso: il Creatore del cielo e della terra, l'unico Dio che è la sorgente di ogni essere ama personalmente l'uomo, lo ama appassionatamente e vuole essere a sua volta amato da lui”. Perciò Egli si fa in Gesù “uno di noi, nostro fratello in umanità e addirittura sacrifica la sua vita per noi”. E' Gesù che dobbiamo seguire ed imitare, anche se “la sequela di Cristo non è mai facile”: l'essere fedeli alla Sua Persona, fa sì' che a volte il credente debba assumere posizioni che lo mettono in contrasto con alcuni aspetti e atteggiamenti del mondo in cui vive: come sempre, Gesù - e con Lui la Chiesa - rimane “segno di contraddizione”. “Ma non per questo ci perdiamo d'animo. Al contrario dobbiamo essere sempre pronti a dare risposta a chiunque ci domandi ragione della nostra speranza (1 Pietro, 3,15)

 

L'educazione

“Perché l'esperienza della fede e dell'amore cristiano sia accolta e vissuta e si trasmetta da una generazione all'altra, una questione fondamentale e decisiva è quella dell'educazione della persona”, per formare correttamente la sua intelligenza, ma anche la sua libertà e la sua capacità di amare. In questo ambito, Benedetto XVI ricorda il ruolo importante che ha rivestito e riveste in Italia la scuola cattolica.

 

Testimonianze di carità

La strada maestra per l'evangelizzazione è un modo di vivere caratterizzato “ dall'amore reciproco e dall'attenzione premurosa ai poveri e ai sofferenti”: di questo amore l'Italia ha dato e dà una grande testimonianza “ attraverso la Caritas , il volontariato sociale, l'opera spesso nascosta di tante parrocchie, comunità religiose, associazioni e gruppi, singole persone mosse dall'amore di Cristo e dei fratelli” E' importante che continui a farlo “ mantenendosi liber a da suggestioni ideologiche e da simpatie partitiche”.

 

Responsabilità civili e politiche dei cattolici

Proprio perché Cristo “è venuto per salvare l'uomo reale e concreto, che vive nella storia e nella comunità”, il cristianesimo e la Chiesa hanno avuto fin dall'inizio “una dimensione e una valenza anche pubblica”. Tuttavia, la Chiesa “non è e non intende essere un agente politico”, pur avendo “ un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui anima è la giustizia”: “con la sua dottrina sociale, …la Chiesa contribuisce a far sì che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato”. “Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società non è della Chiesa come tale, ma dei fedeli laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilità: si tratta di un compito della più grande importanza, al quale i cristiani laici italiani sono chiamati a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo”.

 

Essere uniti a Cristo

Il Papa conclude il suo discorso esortandoci a rimanere uniti fra noi e, tutti insieme, a Cristo seguendo l'esempio della Vergine Maria, attraverso la quale impariamo “a resistere a quella ‘secolarizzazione interna' che insidia la Chiesa nel nostro tempo” e augura alla comunità cattolica italiana di portare in ogni angolo della terra la “gioiosa testimonianza di Gesù risorto, speranza dell'Italia e del mondo”.


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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