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PREGHIERA DEL CUORE

APRILE 2003

     
19 MARZO FESTA DEL PAPA'
(Preghiera particolare per i papà)

Canto d'ingresso: ABBA', PADRE

· Dio che sei Padre, nel Tuo nome iniziamo questa preghiera per tutti coloro con i quali hai voluto partecipare l'onore e la responsabilità della paternità. Per i meriti di Gesù Ti chiediamo di benedirli, di aiutarli, di sostenerli; per l'opera dello Spirito ti chiediamo di santificarli. Amen.

ATTO PENITENZIALE
· Padre santo, ti chiediamo perdono per i dispiaceri e le pene che abbiamo arrecato al nostro papà. Per le mancanze che egli ha commesso nei nostri riguardi, noi offriamo il perdono e chiediamo anche a Te, Padre misericordioso, di perdonarlo e di unirlo sempre più a Te.
· Padre santo, perdona, dimentica, non tenere in conto delle debolezze del nostro papà.

· Signore Gesù, anche noi siamo padri dei nostri figli e sappiamo che molte volte li abbiamo rattristati con i nostri atteggiamenti sbagliati, con i nostri esempi cattivi, con le nostre impazienze, con le nostre scelte secondo la logica del mondo. Cancella dal cuore dei nostri figli tutto ciò che li ha feriti e resi fragili psicologicamente e spiritualmente e ripara Tu stesso, con la Tua paternità misericordiosa, alle nostre mancanze.
· Padre santo, ripara tutte le ferite che abbiamo procurato ai nostri figli.

· Spirito di Dio, che susciti nei cuori le virtù, perdona le irresponsabilità di tutti i papà del mondo e metti nei loro cuori l'amore al sacrificio, la capacità di affrontare con coraggio le difficoltà della vita, in maniera da essere per i figli esempi di determinazione, di equilibrio e di serena accettazione della volontà di Dio.
· Spirito di Dio, fa' che tutti i papà siano esempi di equilibrio e di serena accettazione della volontà di Dio.

(Ci segniamo con l'acqua benedetta in ricordo del nostro Battesimo)

ASCOLTIAMO LA PAROLA

Dal libro di Osea (Osea 11:1-9)
Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. (….)
Ma il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevare lo sguardo.
Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? (…) Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all'ardore della mia ira,
non tornerò a distruggere Efraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira.
A COLLOQUIO CON IL PADRE

· Padre nostro, Padre buono, Tu hai rivelato ad Osea i sentimenti del tuo Cuore pieno d'amore per me tua creatura insensibile e infedele. Tu hai chiamato Israele quando in Egitto adorava gli idoli e continui a chiamare me che mi son fatto altri idoli; non li chiamo più così, ma dedico ad essi tanto del mio tempo, aspiro ad essi con tanto desiderio: sono la macchina potente, le vacanze, la casa comoda, i tanti soldi, il piacere in tutte le sue forme, il prestigio, magari la notorietà… chissà… povere cose che durano come una bolla di sapone… eppure mi affascinano. Tu come padre continui a chiamarmi ma io continuo a fuggire, voglioso di inebriarmi nelle cose.
· Padre santo, come è triste non essere ascoltato dal proprio figlio! Ma come posso pretenderlo se io stesso non ascolto Te, Padre eterno? Concedimi, la grazia di sentirmi figlio, fammi provare la tua carezza, sollevami alla tua guancia. Sai che sono duro a convertirmi, che, chiamato a guardare in alto, non voglio sollevare lo sguardo alle cose celesti. Ma non abbandonarmi, Padre mio, non farmi sperimentare le conseguenze della mia stoltezza, non darmi ciò che merito, sei Dio e non un uomo, dammi la tua misericordia, trattami ancora da figlio amato.

(Momento di contemplazione - Immaginiamo il Padre che si china su di noi - restiamo in silenzio tra le sue braccia)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11:1-4)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione".

A COLLOQUIO CON GESU'

· Gesù, Tu ci hai insegnato a chiamare Dio col nome di Padre, ci hai invitato a rivolgerci a Lui con affetto filiale; così facendo, hai dato ad ogni padre terreno un modello perfetto: il Padre tuo!
Che Padre santo, previdente e buono! Egli, dice la Genesi, dopo aver preparato per le sue creature un paradiso di delizie, si accompagnava a loro sul calar della sera, conversando confidenzialmente, educandole, facendo sentire loro il suo amore, la sua tenerezza, mettendole in guardia circa i pericoli che avrebbero affrontato per crescere, per affermare la loro volontà e fare scelte di valore…
· E ci inviti a rivolgerci a questo Padre sapiente, tenero e buono, dicendo: Padre, sia santificato il tuo nome: sia lodato, benedetto, amato da tutti gli uomini; si compia la sua volontà in terra come si compie in cielo, perché è volontà di bene per noi Suoi figli; al Padre, come bimbi affamati, ci insegni a chiedere il pane quotidiano per l'anima, per il cuore, per il corpo, soprattutto il pane del cuore, che tanto difficilmente riusciamo a spezzarci quando siamo pieni solo di rabbia, di rancore, di suscettibilità. E ci dici di chiedere il perdono dei peccati, ma ci dai anche la condizione: come noi li rimettiamo ai nostri debitori. In questa maniera ci insegni a mettere alla base delle nostre relazioni la capacità di perdono immediato, un perdono che non lascia barriere di diffidenza tra fratelli, ma alza braccia dilatate dalla misericordia, capaci di abbracciare anche fratelli grossi di infedeltà, di ingratitudine, di insensibilità, facendoci capire che "la misura dell'amore è amare senza misura".
· Un'altra prova di comprensione e di complicità con noi ce la dai quando ci consigli di chiedere al Padre di non sottoporci a prove più grandi delle nostre possibilità, di trattarci con misericordiosa compassione, come figli fragili, deboli, ma teneramente amati, figli che Lui ama tenere sul suo Cuore di tenera Madre. Grazie, Gesù, per averci educato ad un rapporto filiale e confidente con il Padre Tuo e Padre nostro.

· Padre buono, ti chiediamo di amare i nostri papà, di assisterli, di scusarli se non sanno imitarTi noi ti preghiamo, Padre.
· Per i papà più irresponsabili, che abbandonano i loro figli accecati dall'egoismo " "
· Per i papà più preoccupati del pane materiale che di quello affettivo e spirituale " "
· Per i papà che non sanno dialogare con i figli e non li preparano alle loro scelte " "
· Per i papà che non fanno la volontà di Dio, ma si ribellano scandalizzando i loro figli "
· Per i papà che non sanno perdonare, costringendo Dio ad usare con loro la giustizia
invece della misericordia. " "
· Per i papà che si impegnano ad imitare il Padre celeste nell'assolvere alla loro missione "

Dalla lettera di S. Paolo Ap. agli Efesini (Ef 3:14-21)
Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.

A COLLOQUIO CON LO SPIRITO SANTO

Spirito di Dio, scendi su di noi (bis)
Guidaci, Spirito, salvaci, formaci!
Spirito di Dio, scendi su di noi (bis)
Rendici docili, umili, semplici!
Spirito di Dio, scendi su di noi (bis)
Suscita vergini, donaci apostoli!
Spirito di Dio, scendi su di noi (bis)
Libera i poveri, dà pace ai popoli!

· Spirito del Padre e del Figlio, Spirito di preghiera che hai parlato per mezzo di Paolo, insegna anche noi a piegare le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome. Facci capire che nessuno potrebbe essere padre se non gli fosse concesso dal Padre per eccellenza e aiutaci ad accogliere la paternità con senso di gratitudine e di responsabilità. Ti preghiamo, rafforzaci potentemente nello spirito del Padre, perché possiamo imitarlo e dare ai figli lo stesso amore che Lui vuole comunicare loro per nostro mezzo; rendici canali della sua tenerezza, delle sue premure, delle sue sollecitudini; insegnaci a parlare con i figli secondo la saggezza di cui Tu, Spirito Santo, sei depositario.
· Aiutaci a penetrare nel Cuore di Gesù, che è il Cuore umano del Padre, per scandagliarne l'ampiezza, la lunghezza, la profondità per essere permeati dallo stesso amore. Solo così, Spirito di Dio, noi potremo assolvere alla nostra missione di padri, che altrimenti è per noi un compito troppo grande. Siamo troppo piccoli per fare cose così sublimi. Infondi in noi la pienezza dei Tuoi santi doni, perché così corredati possiamo agire secondo la vocazione santa a cui siamo stati chiamati.

(Raccogliamoci davanti a Gesù realmente presente nell'ostia santa e formuliamo una preghiera spontanea per il nostro papà.
Poi, se vogliamo la esprimiamo)

· Ad ogni invocazione rispondiamo: Padre santo, ascoltaci ed esaudiscici.

+ . + . + . + . + . + . + . + . + . + . + . +
DAGLI SCRITTI DI MADRE SPERANZA
Brani tratti dal libro "Per imparare ad essere padri e madri"

Suppongo figlio mio che al ricevere la nomina di superiore sarai preso dal panico; io ti prego di non temere, prega e consigliati in ogni cosa con il buon Gesù, chiedigli il suo aiuto e vedrai che Lui starà vicino a te e ti aiuterà a disimpegnare il tuo compito, cerca di amare i figli e sii per loro tutto carità. Ricorda che il superiore si deve far amare se vuol essere ubbidito, chi non s'impegna a conquistare il cuore dei figli, accontentandosi di vigilare, comandare, riprendere e castigare, non sarà mai un buon padre ma un duro padrone. Il buon Gesù si serve sempre della mansuetudine e della bontà per conquistare i cuori e portarli al suo Dio.
Devi anche ricordare sempre che la carità produce l'unione dei cuori, la docilità delle volontà, la pace dell'anima, il sostegno reciproco, la fedeltà e la soddisfazione di tutti i membri di una Comunità (famiglia), fa nascere lo spirito filiale, il rispetto, la confidenza e l'amore al superiore; e nel superiore produce sensibilità, sollecitudine e tenerezza di vero padre.
Un padre ha piacere di vedere i suoi figli accanto a sé, previene le loro necessità ed è sempre disposto a soccorrere, a educare i suoi figli alla pietà, al rispetto delle regole familiari e a tutte le virtù del loro stato.
Ogni superiore, madre o padre deve considerarsi al posto di Dio
Figli miei, non voglio che ciò che dico causi in voi timore o vigliaccheria, se Gesù un giorno vi chiede il difficile compito della responsabilità di una comunità dicendovi: "Pasci le mie pecorelle, io te le affido", accettate l'incarico per obbedienza e Lui vi aiuterà. Però dovete amare i figli anche se sono pieni di imperfezioni, perché ricoprite l'incarico di padre. Gesù ha detto a queste anime: "Figli miei, io non posso vivere con voi visibilmente, ma questo padre mi sostituirà. Rivolgetevi a lui e amatelo". E loro vengono pieni di confidenza e voi pure dovete amarli come figli senza dimenticare neanche un momento che rivestite il ruolo di padre. Essi hanno lasciato le loro madri terrene per amor mio, privandosi delle carezze materne. Dovete anche ricordare che questi figli vi sono stati affidati perché li aiutiate e diventare santi.
Allontanate dalle nostre case la parola "Superiore per usare quella di "Madre/Padre"
Inoltre piace molto a Gesù vedere che coloro che sono stati costituiti in autorità devono allontanare dalle nostre case la parola "Superiore" e usare quella di "Madre/Padre", perché se si considerano superiori difficilmente assolveranno al compito che è stato loro affidato, che è quello di portare a Lui le anime che sono state affidate.
Ci sono superiori che mettono tutto il loro impegno a gestire le cose temporali dimenticando la carità e il profitto spirituale delle anime loro affidate; ce ne sono altri che ritenendosi più spirituali o mistici, mettono tutto il loro impegno nelle cose spirituali trascurando i bisogni temporali e non si prendono cura neanche degli ammalati e così sono sempre inquiete per lo stato di coscienza dei figli trascurando loro stessi la carità.
Ci sono anche di quelli che, con falsa umiltà, annullano le energie che Gesù ha dato loro, per cui non arriva mai per loro il momento di operare o di parlare, con frequenza dicono che quel figlio manca molto alla carità però chi si azzarda a dirgli niente? hanno paura di essere troppo duri. Altri superiori vedendosi pieni di difetti pensano: "Come faccio a correggere quel fratello se io ho più difetti di lui?" Altri non esercitano la correzione fraterna perché dicono: "Io mi conosco e so che posso eccedere!" Altri ancora si sentono tagliare le ali, oppressi da una grande timidezza della quale non sanno darsi ragione e non si accorgono che quella timidezza nasce da un orgoglio raffinato. I figli li amano, li venerano e per non cessare di essere i loro idoli si mostrano indulgenti, anche nei casi in cui si dovrebbe usare severità, così per salvare la loro popolarità sacrificano il dovere e per possedere i cuori, aprono la porta agli abusi.
La vera madre, il vero padre, abbraccia tutto, si prende cura di tutto, vigila e si sacrifica per le anime dei suoi figli, fortificandole con l'amore di Gesù. Lei sa che l'incarico non l'ha trasformata in creatura nuova, per cui non ha smesso di essere miserabile, per cui non si scandalizza dei difetti dei figli, ciò nonostante vigila su di loro con amore.

· Terminiamo questa preghiera invocando l'intercessione di S. Giuseppe, che, avendo assolto de- gnamente alla sua missione di padre di Gesù e di custode di Maria è protettore delle famiglie:

Insieme: A te, beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, con quello della tua santissima sposa.
Per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri i nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o padre amatissimo, gli errori e i vizi che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità e concedi a ciascuno di noi la tua protezione, affinché sul tuo esempio e con il tuo aiuto possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen
PREGHIERA LITANICA IN ONORE DI S. GIUSEPPE

S. Giuseppe, padre putativo di Gesù intercedi per noi
S. Giuseppe, che seguendo il consiglio dell'angelo prendesti Maria come tua sposa " "
S. Giuseppe, che. obbediente all'autorità, ti recasti con Maria a Betlemme " "
S. Giuseppe, che assistesti alla nascita verginale del Figlio di Dio " "
S. Giuseppe, che vedesti scendere dal cielo gli angeli a onorare il Bimbo Gesù " "
S. Giuseppe, che accogliesti l'umile omaggio dei pastori " "
S. Giuseppe, che insieme a Maria presentasti il Bambino al tempio " "
S. Giuseppe, che fosti testimone dell'ossequio dei re della terra al Re dei cieli " "
S. Giuseppe, che salvasti il Bambino Gesù dalla persecuzione di Erode " "
S. Giuseppe, che provvedesti con il lavoro onesto alla tua santa famiglia " "
S. Giuseppe, che, avendo perso Gesù, angosciato lo cercasti e lo ritrovasti al Tempio " "
S. Giuseppe, che educasti Gesù e lo vedesti crescere in età, sapienza e grazia " "
S. Giuseppe, che moristi santamente, assistito da Gesù e da Maria " "
S. Giuseppe, modello di uomo nuovo " "
S. Giuseppe, che vivesti sotto l'azione costante dello Spirito " "
S. Giuseppe, che ornasti il tuo cuore di tutte le qualità dell'amore " "
S. Giuseppe, che esercitasti in modo eroico le virtù della fede, della speranza e della carità "
S. Giuseppe, che fosti uomo prudente, giusto, forte, temperante " " Agnello di Dio, che fosti obbediente a Giuseppe ascoltaci
Agnello di Dio, che amasti Giuseppe come figlio affettuoso esaudiscici
Agnello di Dio che assistesti Giuseppe con la tua grazia in vita e in morte abbi pietà di noi

Preghiamo. O Dio, che hai voluto affidarci alla custodia premurosa di S. Giuseppe, per sua intercessione concedi a noi di corrispondere con perseveranza alla tua divina chiamata e dona alla nostra famiglia di vivere santamente come la famiglia di Nazaret, assistila nelle necessità temporali e spirituali, difendila dai pericoli, affinché i nostri figli possano crescere in età, sapienza e grazia come Gesù. Per Cristo nostro Signore, Amen.

Canto eucaristico: Davanti al Re, c'inchiniamo insieme, per adorarlo con tutto il cuor.
Verso di Lui eleviamo insiem canti di gloria al nostro Re dei re. (bis)
Dio sia benedetto……



 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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