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FEBBRAIO 2008

 

 

 “COME SIGILLO SUL TUO CUORE”

 

Canto: Il Mio diletto

 

ATTO DI FEDE NELLA PRESENZA DI GESU’

 

  • Gesù, Tu sei il vero Sposo dell’anima e noi siamo la Chiesa tua sposa. Come lo sposo del Cantico dei Cantici, sei venuto ad incontrarti con noi, per offrirci un momento di grande intimità. Noi ti presentiamo il nostro amore, povero amore umano, intriso di egoismo, perché Tu lo purifichi al fuoco vivo del tuo Cuore.
  • Mettiamo davanti a Te anche tutte le coppie che non sanno amarsi, tutte le coppie che non sanno dare al loro amore la dimensione spirituale e soprannaturale e perciò vivono una relazione misera, anemica, sofferente.
  • Gesù, abbi misericordia delle nostre povertà e lavora il nostro cuore, perché impari a donarsi senza riserva, senza risparmio, senza vittimismo, senza orgoglio. Spogliaci della nostra umanità esigente, calcolatrice, diffidente. Insegnaci l’amore vero, dilata il nostro cuore sulle dimensioni del Tuo.
  • Educaci, Gesù, con la tua Parola, noi ti ascoltiamo con il cuore aperto alla tua sapienza divina.

 

ASCOLTIAMO LA PAROLA

 

Dal libro del Cantico dei cantici (2:1-17)

            Io sono un narciso di Saron, un giglio delle valli.

Come un giglio fra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle.

Come un melo tra gli alberi del bosco, il mio diletto fra i giovani.

Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo e dolce è il suo frutto al mio palato.

Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore.

Sostenetemi con focacce d'uva passa, rinfrancatemi con pomi, perché io sono malata d'amore.

La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia.

Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle o per le cerve dei campi:

non destate, non scuotete dal sonno l'amata, finché essa non lo voglia.

Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline.

Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate.

Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!

Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata;

i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato

e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.

Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza.

Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!

O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi,

mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro».

Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore.

Il mio diletto è per me e io per lui. Egli pascola il gregge fra i gigli.

Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, ritorna, o mio diletto,

somigliante alla gazzella o al cerbiatto, sopra i monti degli aromi.

 

A TU PER TU CON DIO

 

  • Gesù, tante volte ho sentito la tua voce che mi chiamava, m’invitava, mi seduceva con il suo fascino, ma poi tutto si affievoliva e ti vedevo svanire all’orizzonte dei miei sogni: Tu eri balzato lontano, con piedi di cerva. Che nostalgia, che rimpianto!

    Io passo, invito, stimolo, lascio la scia luminosa del mio passaggio, l’alone del mio profumo… Chi vuole mi segue, io non costringo. Per seguirmi occorrono piedi di cerva, agili, non legati alla terra, non appesantiti dai “ma” e dai “se”, anime decise a spendersi per amore e con amore, anche superando grandi difficoltà.

  • Tu passi, Gesù, lasci la scia del tuo profumo, scompari ai miei occhi, ma non ti allontani, ti nascondi dietro il muro e mi spii per vedere se il mio cuore si commuove e risponde al tuo invito. Quanto mi ami, Gesù! Nessun uomo, nessuna donna sanno amare come Te!

Alzati, amica mia, mia bella e vieni! Vieni nel Regno dell’amore, dove non c’è rancore, risentimento, invidia, ira, ribellione… dove c’è solo reciproca accoglienza, reciproco dono, fusione di menti, di cuori, di anime; dove c’è pace, gioia, soddisfazione piena.

  • Con Te, Gesù, passa l’inverno con le sue ombre, passa la pioggia delle lacrime, spuntano i fiori della speranza, della gioia, della pace; tutto torna a fiorire intorno a noi, perché Tu, Sole dell’anima, inondi il cuore con la tua luce e con il tuo tepore.

†    Alzati, amica mia, non resistere all’Amore che passa, rispondi al mio invito, fammi felice. Lo sai che la mia gioia è stare con i figli dell’uomo, aprimi il tuo cuore, fammi sentire la tua voce, dimmi il “sì” che attendo da tanto tempo.

  • Gesù, le volpi e le volpicine di cui parli sono le tentazioni terrene? Sono forse le cose che mi legano alla terra? Gli affetti, i traguardi professionali, le soddisfazioni umane a cui non riesco a resistere?

†    Sì, io sono un Dio geloso, voglio essere amato sopra ogni cosa. Ho detto che chi non mi ama più della madre e del padre, più delle ricchezze, più della vita comoda, più della sua indipendenza non è degno di me. L’amore vero non ammette concorrenti, l’amore vero priva di tutto, perché tutto è insufficiente per avere l’amore. l’Amore non ha prezzo.

  • Gesù, ma se Tu pascoli tra i gigli, come puoi sopportare la mia presenza? Io non ho il candore del giglio, la fragranza del suo profumo.

†    L’anima che si arrende al mio amore torna vergine. Lasciati andare, abbandonati all’amore vero, lascia i surrogati tossici, lascia la casa di tuo padre e vieni nella casa dell’amore. Entra per la porta, che Longino ha aperto nel mio cuore, lì farai esperienza dell’Amore puro.

  • Grazie, Gesù, insegnami ad amare.

 

PREGHIERA LITANICA

 

  • Quando il mio cuore è triste ed io mi sento inutile e vuoto, 
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando le creature mi deludono e mi sento offeso,                       
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando il tempo passa ed io non riesco a realizzare i miei sogni,    
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando la critica gratuita denigra la mia immagine,                       
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando nessuno mi prende in considerazione,                              
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando sono ripiegato su me stesso e mendico consensi umani,     
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando il desiderio di trasgredire è più forte di quello di ubbidire,  
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando Tu mi solleciti ed io non rispondo,                                   
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando la tua luce splende e io mi ostino a restare nel buio,         
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando il povero mi tende la Tua mano ed io non la riconosco,     
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando Ti vedo triste e solo e non ti offro la mia amicizia,            
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando Ti vedo nel fratello disonorato e mi limito a criticarti,        
    Gesù, insegnami ad amare
  • Quando Ti vedo raggiante di felicità, negli amici che realizzano i loro sogni, ed io, preso dall’invidia, non so gioire con te,
    Gesù, insegnami ad amare

 

 

Canto: Preghiera

 

Dal Cantico dei Cantici (Ct 5,1-16; 6,1-3)

 

            Io dormo, ma il mio cuore veglia.  Un rumore! É il mio diletto che bussa: «Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne».

            «Mi sono tolta la veste; come indossarla ancora?  Mi sono lavata i piedi; come ancora sporcarli?».

            Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta. Mi sono alzata per aprire al mio diletto e le mie mani stillavano mirra, fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello.  Ho aperto allora al mio diletto, ma il mio diletto già se n'era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa. L'ho cercato, ma non l'ho trovato, l'ho chiamato, ma non m'ha  risposto. Mi han trovato le guardie che perlustrano la città; mi han percosso, mi hanno ferito,  mi han tolto il mantello le guardie delle mura. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto, che cosa gli racconterete? Che sono malata d'amore

            Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, o tu, la più bella fra le donne?

            Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, perché così ci scongiuri?

            Il mio diletto è bianco e vermiglio,  riconoscibile fra mille e mille. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua; i suoi denti bagnati nel latte, posti in un castone. Le sue guance, come aiuole di balsamo,

aiuole di erbe profumate; le sue labbra sono gigli, che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d'oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo petto è tutto d'avorio, tempestato di zaffiri. Le sue gambe, colonne di alabastro, posate su basi d'oro puro. Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri. Dolcezza è il suo palato; egli è tutto delizie! Questo è il mio diletto, questo è il mio amico, o figlie di Gerusalemme. 

            Dov'è andato il tuo diletto, o bella fra le donne?

            Dove si è recato il tuo diletto, perché noi lo possiamo cercare con te?

            Il mio diletto era sceso nel suo giardino fra le aiuole del balsamo a pascolare il gregge nei giardini e a cogliere gigli.

            Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me; egli pascola il gregge tra i gigli.

 

MEDITIAMO

 

            Cosa è successo alla sposa che non può prendere sonno? Il Ct. non lo dice, ma è evidente che c’è qualcosa che impedisce ai due l’incontro. La sposa è vigile, sente il rumore, capisce che è il Diletto che la invita ad aprire, chiamandola con i nomi che hanno sedotto il suo cuore e facendo appello anche alla sua compassione, ma lei non è disponibile al dialogo. Lui prova a forzare la serratura, ma non ci riesce e si allontana.

            Lei ha un fremito di commozione, ma non apre. Quando però non lo sente più, corre ad aprire con mani fluenti mirra (disponibile all’accoglienza), ma... Lui non c’è, è sparito nella notte.

            La delusione è tale che perde i sensi. Rinvenuta si mette alla ricerca dell’Amato, ma la notte è fonda. E’ sempre notte quando si perde l’amato.

            Cerca, chiama, ma Lui non risponde, sembra sparito nel nulla.

Trova le guardie preposte alla vigilanza della città, ma invece di ricevere aiuto, riceve percosse e ferite.

Si rivolge allora alle “Figlie di Gerusalemme” e le incarica di dire allo sposo che lei è malata d’amore, ma queste invece di confortarla e di aiutarla nella ricerca, quasi con senso ironico, le chiedono cosa abbia mai il suo Diletto che tanto la mette in ansia, lui non è diverso dagli altri, perché si affanna tanto?

Questo la Sposa non può tollerarlo, paragonarlo a chiunque altro è impossibile, lui è il giglio fra i cardi! Ed eccola a tessere l’elogio allo Sposo: la simbologia è suggestiva.

Lo Sposo non ha difetti, tutto in lui è bellezza, armonia, grazia, gli elementi più pregiati sono presi a significare le sue virtù.   

Ma le amiche, forse proprio perché la considerano malata d’amore, le chiedono: “Ma dove sta il tuo Amato? Se ti ama tanto perché si nasconde? Se sa che sei malata perché non viene a soccorrerti?

Per chi non è innamorato l’evidenza è schiacciante: di fatto è stata abbandonata. Dunque, non l’ama!

Ma la sposa, che ha superato la sua crisi, risponde: Il mio Diletto è sceso nel suo giardino tra le aiuole di balsamo a pascolare il gregge e a cogliere gigli.

Ed ecco la dichiarazione di fedeltà nella prova: “Io sono per il mio Diletto e il mio Diletto è per me, Egli pascola il gregge tra i gigli”.

 

A TU PER TU CON LA MIA ANIMA

 

  • Anima mia, quella sposa, un po’ capricciosa, un po’ permalosa, incapace di perdono, esigente verso lo sposo, orgogliosa della sua presunta perfezione, sono io. Quante volte mi sono chiuso orgoglioso nella mia torre d’avorio e non ho accolto la richiesta di perdono che il coniuge, i figli, gli amici, i fratelli mi rivolgevano!
  • Poi anch’io mi sono trovato solo, nella notte del cuore, a cercare l’amore che avevo rifiutato e ne ho ricevuto solo umiliazioni.
  • Ma questa sera, come la sposa del Cantico, anch’io voglio riflettere sul mio errore e rivedere la mia capacità di amare. Voglio aprirmi alla riconciliazione, non voglio più rifiutare l’amore che il mio Dio mi offre attraverso i fratelli. L’amore, purificato nel perdono, diventa prezioso più dell’oro, acquista carati soprannaturali, che lo rendono simile a quello di Gesù, lo Sposo perfetto.
  • Non voglio più umiliarti, anima mia, lesinando l’amore al mio Dio, voglio farti crescere, dilatandomi all’Amore soprannaturale, che perdona, dimentica e non tiene in conto le offese ricevute, perché più grande di ogni umiliazione è l’Amore, più forte di ogni disprezzo è la perseveranza nell’Amore, più delizioso di ogni piacere è il cuore capace di amare.

 

SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE

(Chi vuole può esprimere una preghiera)

 

Ad ogni invocazione cantiamo: Dammi un cuore, Signore, grande per amare,

                                               dammi un cuore, Signore, pronto a lottare per Te.

 

******************************

 

  • Ed ora presentiamo a Gesù tante povere storie d’amore interrotte dall’infedeltà o dall’incapacità di amare, perché Lui imponga su di loro le sue mani divine e le risani:
  • La prima storia d’amore che voglio presentarti, perché Tu la guarisca da ogni forma di infedeltà e di egoismo è la mia. Gesù, ti prego, visitala.                             

                        Manda, Gesù su di essa il tuo Spirito e risanala.

  • Ci sono le storie di tanti nostri amici e parenti, che si logorano nell’assurda lotta degli egoismi individuali.                     

                Manda, Gesù su di esse il tuo Spirito e risanale.

  • Ci sono storie finite in tragedie ed altre che rischiano la stessa sorte.

                       Manda, Gesù su di esse il tuo Spirito e risanale.

  • Ci sono coppie che vivono nell’inganno e nell’infedeltà.

                         Manda, Gesù su di esse il tuo Spirito e risanale.

  • Ci sono storie di povere creature a cui nessuno ha insegnato l’amore e lo vivono come ricerca del piacere egoistico.

                          Manda, Gesù su di esse il tuo Spirito e risanale.

  • Ci sono storie belle, che promettevano un crescendo stupendo, ma che poi si sono spente in una quotidianità opaca ed incolore.

                          Manda, Gesù su di esse il tuo Spirito e risanale.

  • Ci sono coppie nuove, che si stanno formando ora; il tuo Spirito sta alitando nei loro cuori per renderle immagini vive della tua Trinità.

                           Manda, Gesù su di esse il tuo Spirito e rendile forti.

 

  • Lasciamo ancora la parola a Dio, autore e origine dell’amore sponsale.

 

IL DONO DI NOZZE DA PARTE DI DIO

 

“La Creatura che hai al fianco è mia. Io l’ho creata.

Io le ho voluto bene da sempre, prima di te e più di te.

Per lei io non ho esitato a dare la mia vita.

Te l’affido. La prendi dalle mie mani e ne diventi responsabile.

Quando l’hai incontrata l’hai trovata amabile e bella.

Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza,

è il mio cuore che ha messo in lei tenerezza ed amore,

è la mia sapienza che ha formato la sua sensibilità,

la sua intelligenza e tutte le qualità che hai trovato in lei.

Ma non puoi limitarti a godere del suo fascino.

devi impegnarti a rispondere ai suoi bisogni, ai suoi desideri.

Ha bisogno di serenità e di gioia, di affetto e di tenerezza,

di piacere e di divertimento, di accoglienza e di dialogo,

di rapporti umani, di soddisfazioni nel lavoro e di tante altre cose.

Ma ricorda che ha bisogno soprattutto di Me.

Sono Io e non tu, il principio, il fine, il destino di tutta la sua vita.

Aiutala ad incontrarmi nella preghiera, nella Parola,

nel perdono, nella speranza. Abbi fiducia in Me.

La ameremo insieme. Io la amo da sempre.

Tu hai cominciato ad amarla da qualche anno,

da quando vi siete innamorati.

Sono io che ho messo nel tuo cuore l’amore per lei.

Era il modo più bello per dirti: “Ecco, te l’affido.

Gioisci della sua bellezza e delle sue qualità”

Con le parole: “Prometto di esserti fedele,

di amarti e rispettarti per tutta la vita”,

è come se mi rispondessi che sei felice di accoglierla

nella tua vita e di prenderti cura di lei.

Da quel momento siamo in due ad amarla.

Anzi Io ti rendo capace di amarla “da Dio”,

regalandoti un supplemento di amore

che trasforma il tuo amore di creatura e lo rende simile al mio.

E’ il mio dono di nozze: la grazia del sacramento del Matrimonio.

Io sarò sempre con voi e farò di voi gli strumenti del mio amore

e della mia tenerezza:

continuerò ad amarvi attraverso i vostri gesti d’amore.

 

  • Concludiamo la preghiera, cantando con gli sposi del Cantico il duetto dell’amore perfetto.

 

Canto eucaristico: Come sigillo

 

  • Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

 

Canto finale: Gioia

           

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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