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FEBBRAIO 2015

     

 

DIO E’ PADRE

Canto: Abbà, Padre

  • Padre santo, prendo per mano Gesù e vengo a Te come figlio. Ti tendo le braccia e Tu mi prendi sul Tuo Cuore e mi dici: “Non aver paura, io sono qui”. Grazie, Padre, grazie perché mi accogli anche se vengo a Te solo quando la paura di vivere mi assale, solo quando mi sono fatto male e voglio che Tu curi le mie ferite.
  • Perdonami, Padre, Gesù ti chiede perdono per me e offre le sue piaghe in riparazione delle mie trasgressioni. Non ti ringrazierò mai abbastanza per aver messo in gioco il Figlio Tuo diletto per salvare me, figlio ingrato ed insensibile. Il Figlio Tuo ha pagato tutto il mio debito e m’incoraggia a venire a Te con fiducia, chiamandoti Abbà, papà!
  • E grazie a Te, Gesù che, messo a morte per il peccato, non ci hai lasciati soli, ma sei rimasto con noi, silenzioso e sempre pronto, nell’Eucaristia. Parlami, Gesù, col tuo silenzio umile, parlami con il tuo candore immacolato, parlami con la tua disponibilità a lasciarti mangiare per trasformarmi in Te. Più del bruco che si trasforma in farfalla, Tu mi trasformi in creatura di cielo e mi presenti al Padre Tuo, perché mi accolga per la Sua e la mia gioia. Grazie, Gesù.

 

ASCOLTIAMO LA PAROLA

Dalla Prima lettera di S. Giovanni Ap. (1Gv.3:1-2)

Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Parola di Dio.

RIFLETTIAMO INSIEME

 

  • Padre Santo, chi mai avrebbe osato di chiamarti Abbà, papà? “La tua maestà ricopre i cieli, della tua gloria è piena la terra”, ed io, piccola creatura imperfetta e peccatrice, come avrei osato di venire a te, con confidenza filiale?
  • Ma Tu hai sacrificato il Figlio per me e, compiendo ogni giustizia, cioè, pagando il mio debito, mi hai riaperto le braccia e mi hai accolto sul Tuo Cuore, dopo tanto vagare per sentieri tortuosi, per consolarmi, per farmi sperimentare la pace, la serenità, la sicurezza di chi torna a casa.
  • Grazie, Padre e grazie, Gesù. Grazie è una parola che esprime un sentimento del cuore, una piccolissima cosa per chi ha ricevuto la vita, la salvezza, l’eternità nella gloria della Casa del Padre, ma che altro posso darti di adeguato al dono? Vivo perché Tu mi dai la vita, amo perché Tu mi dai l’Amore, prego perché lo Spirito prega in me, i miei beni sono doni tuoi.. S. Paolo dice: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?” (1Cor 4:7)
  • E allora, come un figlio svezzato, mi metto tra le Tue braccia, non tanto perché ho bisogno di latte ma di amore, del Tuo Amore, Padre santo e tenera Madre, perché Tu mi conforti, metta in fuga le tenebre del peccato che avanzano verso di me, soffiate dall’alito infernale, perché Tu calmi le mie angosce e io possa godere la gioia di sentirmi sicuro tra le tue braccia.
  • E Tu, Mamma del cielo, che mi hai dato Gesù e con Lui hai pagato la mia salvezza, fammi conoscere il Padre, parlami di Lui, fammi conoscere il tuo Gesù, fammi conoscere lo Spirito Santo che è sceso su di Te, ti ha coperta con la sua nube luminosa e ti ha reso madre.

RECITIAMO INSIEME IL SALMO 130

 

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore

e non si leva con superbia il mio sguardo;

non vado in cerca di cose grandi,

superiori alle mie forze.

 

Io sono tranquillo e sereno

come bimbo svezzato in braccio a sua madre,

come un bimbo svezzato è l'anima mia.

 

Speri Israele nel Signore,

ora e sempre.

 

Canto:Chi mi separerà

 

ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA

 

            Cari figli, riflettiamo oggi sulla parabola del figlio prodigo e ricaviamo da questa riflessione il pentimento, la convinzione che è necessario cambiare vita e far penitenza.

            Nella prevaricazione del figlio prodigo si allude alla prevaricazione del peccatore.

            Un uomo, il nostro Dio e Padre, ebbe due figli che sono i giusti e i peccatori. Il giusto era il figlio maggiore e il più giovane era il peccatore; questi dice al Padre: "Dammi la parte di eredità che mi spetta". Questa parte di eredità sono i talenti di natura e di grazia, che Dio dà ai buoni e ai cattivi. Il Padre gli diede la parte di eredità, perché Dio, come Padre buono, ci dà i Suoi doni con il fine che li usiamo in ordine alla vita eterna.

            Dopo pochi giorni, perché il peccatore non si astiene per molti giorni dal peccare, il figlio minore partì per terre lontane; cioè, figlie mie, si allontanò da Dio suo Padre e dalla Patria celeste, e andò verso una regione  lontana per vivere più liberamente lontano dal Padre. Lì sciupò il capitale che aveva, vivendo nel peccato, ossia, sciupò i doni naturali di intelligenza e volontà, e perse i doni soprannaturali della grazia, vivendo secondo l'impeto della concupiscenza; e dopo aver consumato tutto, gli amici del peccato non lo poterono aiutare, perché stavano come lui, pieni di miseria e di fame, perché chi vive secondo la concupiscenza, soffre sempre miseria, essendo questa un fuoco che non si sazia mai.

            Si rivolse ad un signore del luogo (che sono i demoni e le cattive compagnie), il quale lo mandò nel suo recinto perché pascolasse i maiali, cioè lo mandò nel recinto del vizio perché assecondasse i suoi appetiti e piaceri. Lui desiderava saziare la sua fame con le ghiande che mangiavano i maiali, ma nessuno gliele dava; cioè, desiderava soddisfare i suoi desideri con i peccati, che sono il cibo dei maiali infernali, ma non c'era chi saziasse la sua brama, perché più peccava, più voglia di peccare aveva.

            Il figlio prodigo si decise a far penitenza, e tornando in sé disse: "Quanti servi, in casa di mio padre, hanno pane in abbondanza, mentre qui io muoio di fame!". Proprio così, figlie mie, la prima cosa necessaria per far penitenza, per tornare dal Padre nostro, per cambiare vita e uscire dal peccato è riconoscere in sé l'infelice stato di peccato, confrontandolo con quello più felice del giusto. "Mi alzerò e andrò da mio Padre". Questa, figlie mie, è la seconda condizione per la vera penitenza e imparare la via del bene: fare un proposito fermo di allontanasi dal peccato e lasciare i maiali, ossia il diavolo, le cattive compagnie, le amicizie particolari e andare al Padre celeste, fiduciosi che Lui ci perdonerà.

            "Gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di Te" Questa è la terza condizione, indispensabile per convertirsi: una confessione umile, chiara e semplice, non piena di superbia, di scuse, di lamentele verso tutti "perché mi hanno fatto questo o quest'altro, perché mi trattano male, non mi amano e l'odio che hanno verso di me fa vedere male tutto quello che faccio".

"Non sono più degno di essere chiamato Tuo figlio: trattami come uno dei Tuoi servi".

Il figlio prodigo  si priva del bene di cui poteva vantarsi, per penitenza e s'impone la sofferenza e mortificazione di chiamarsi servo.

            "Ed alzatosi, andò da suo Padre". Cioè, figlie mie, mise in azione il proposito che è ciò che deve fare ogni anima che ha peccato: alzarsi dal vizio del peccato, e andare verso il suo Padre buono.

            Il Padre ricevette il figlio prodigo con gioia; quando era ancora lontano il Padre vide il figlio e mosso a misericordia gli andò incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Dio, figlie mie, va sempre incontro all'anima peccatrice, pentita, abbracciandola con amore, appena ella si dirige verso di Lui, e senza rinfacciarle le sue mancanze, la copre di grazia e di doni.

            Disse il Padre ai servi: "Portatemi presto il vestito più bello", cioè, figlie mie, la grazia santificante. "Mettetegli l'anello al dito", cioè il distintivo di figlio di Dio. "le scarpe ai piedi", cioè i piedi che hanno lasciato le vie del male, siano coperti con il cuoio forte, perché non si macchino più del fango del peccato.

            "Portate un vitello grasso e si faccia festa" questo è Gesù Cristo nell'Eucaristia, essendo l'Eucaristia banchetto e alimento per il figlio che aveva perso.

            Il figlio maggiore stava nei campi lavorando nell'azienda del Padre, cioè, per la gloria di Dio, nell'esercizio della carità, e tornando stanco e affaticato, udì musica e domandò cosa succedeva. Informato della cosa, si dispiacque e non voleva entrare, ma il Padre lo pregò ed entrò: questo significa, non l'invidia dei giusti perché Dio riceve il peccatore con gioia, ma la grandezza dell'amore di Dio nel fare ciò, la quale è così immensa che sembra poter causare invidia nei giusti; cioè, figlie mie, l'invidia dell'anima giusta vedendo come il Padre colma di carezze e si prodiga in attenzioni per l'anima peccatrice che torna a Lui, mentre tratta duramente l'anima giusta che sta sempre al suo fianco, per santificarla.

            Il Padre dice al figlio maggiore: "Tu stai sempre con me e tutte le cose mie sono tue". Il Padre gli dice questo per soddisfarlo, perché l'eredità dei giusti è stare sempre con Dio e partecipare con Lui ai beni celesti. Come vedete, figlie mie, la prevaricazione dell'uomo, o il peccato, consiste sempre nel cattivo uso che facciamo dell'eredità dei nostri doni naturali e soprannaturali, deviandoli da Dio, che è il Padre del figlio prodigo e mettendoci al servizio del tiranno, che è il diavolo, per dar alimento ai maiali delle nostre passioni: ira, superbia, gola, invidia, pigrizia, vanità, presunzione, ecc.

            Per diventare giusti occorre alzarsi ossia pentirsi, proporsi la riparazione, andare dal sacerdote e confessarsi per essere assolto: tenendo in conto che nel sacramento della penitenza, ci vengono perdonati tutti i peccati commessi dopo il Battesimo, per tanti ed enormi che siano. Dio, figlie mie, non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva, come la Samaritana, la Maddalena, il Buon Ladrone, S. Agostino e tante altre immagini del figlio prodigo, che si sono avvantaggiate della misericordia e amore di Dio.

            Dio, figlie mie, si compiace più, in un certo senso, della conversione dell'anima peccatrice e ingrata, che dell'innocenza del giusto.

 

(Spazio di silenzio per la riflessione personale)

 

Canto: Ecco l’uomo

PREGHIERA LITANICA

 

  • Per tutti quelli che negano l’esistenza di Dio, noi ti preghiamo,

Abbi misericordia, Signore.

  • Per tutti quelli che non Ti conoscono e Ti ritengono giudice crudele,
  • Per tutti quelli che ritengono di bastare a se stessi e di non aver bisogno di un Padre,
  • Per tutti quelli che non accettano le regole che Tu, nostro Padre, ci dai,
  • Per tutti quelli che non sanno accettare le contrarietà della vita e bestemmiano Te, Padre,
  • Per tutti quelli che profanano il Battesimo, comportandosi da pagani,
  • Per tutti quelli che addirittura rifiutano il Battesimo che li ha resi figli di Dio,
  • Per tutti quelli che, aderendo a sette sataniche, lottano contro Te, nostro Padre tenero e buono,
  • Per gli apatici, gli indifferenti che non sono né cali né freddi e provocano il tuo vomito,
  • Per i profanatori dell’innocenza, che rovinano le nuove generazioni,
  • Per me, per i miei parenti e amici che non diamo vera testimonianza della nostra fede,

 

Canto: Non mi abbandonare

 

PREGHIERE DI MADRE SPERANZA

 

  • Gesù, imprimi nel cuore di tutte le anime consacrate il sigillo del tuo cuore divino perché vivano sempre conformi ai tuoi desideri; custodisci nell'intimo del tuo cuore paterno la purezza della loro fede perché, sotto il tuo attento e fedele sguardo, te la possano presentare senza macchia nell'ora della morte.

 

  • Concedimi, Gesù mio, i doni del tuo Spirito: prudenza e modestia, sapienza e bontà, contegno affabile e serio; donami la carità, la mansuetudine, l'umiltà, il fervore; che ami solo Te; che, compiendo fedelmente la tua divina volontà in tutto, ti dia gloria con la purezza del corpo e la santità dell'anima; ti ami sopra ogni cosa e ti serva con amore sincero. Sii Tu il mio onore, la mia gioia e la mia consolazione. Sii il mio consigliere nelle sofferenze e nei dubbi; che in Te possieda tutto e che non desideri nulla fuori di Te.

 

  • Gesù mio, affidami e raccomandami alla tua dolce Madre; mettimi in quelle delicate mani che educarono ed allevarono Te, Figlio di Dio Padre, perché mi aiutino e mi difendano nell'osservanza della castità. Dì per me alla dolcissima Madre: "Ricevi questa figlia nelle tue cure materne, te la raccomando con tutta l'insistenza del mio amore divino; veglia su di lei e presentamela limpida ed educata da Te secondo le esigenze del mio cuore".               

 

  • Sia fatta la tua volontà, Dio mio, anche se mi dovesse costare molto.

Sia fatta la tua volontà anche se io non la comprendo.

Sia fatta la tua volontà anche se io non la vedo.

 

SPAZIO PER LA PREGHIERA PERSONALE

 

Ad ogni invocazione diciamo: Padre nostro, ascoltaci ed esaudiscici.

 

****************************

Canto: Padre nostro

BENEDIZIONE EUCARISTICA

 

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.

 

  • Sia benedetto Dio Padre onnipotente, Creatore e Signore del cielo e della terra.
  • Benedetto il suo Cuore misericordioso che perdona, dimentica e non conta le nostre cadute.
  • Benedetto Gesù, che ha pagato per riparare tutti i nostri peccati.
  • Benedetta Maria, che ha unito le sue sofferenze a quelle del Figlio per salvarci.
  • Benedetti gli angeli che servono Dio e indirizzano gli uomini sulla via del bene.
  • Benedetti tutti i santi che hanno reso gloria a Dio Padre.
  • Benedetta la nostra Madre Speranza a cui hai rivelato le profondità del Tuo Cuore.
  • Benedetti tutti quelli che accolgono questo Tuo carisma e lo vivono con fedeltà.
  • Benedetti noi se accoglieremo l’invito di Gesù a seguirlo sulla via della croce.
  • Benedici, Signore, questa Tua Famiglia e rendici santi come Tu sei santo.

 

Canto: Magnifica il Signor.


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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