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GENNAIO 2015

     

Un caro ricordo

 

A Lucia, una mia cara amica che ha voluto regalarmi un pezzettino della sua quotidianità, un affresco che, per alcune ore, è stato carico di emozioni, ricco di colori e di amore.

 

      Family day

 

E' un quadro 

in bianco e nero

ch'io dipingo

in ogni istante

ma quel bianco

pien d'amore

lo spennello

a ritmo d'ore.

Quei tocchi di colore,

angioletti  del buon Dio, 

son caduti all'improvviso

sul mio affresco 

ben preciso.

Sfumature in tanti fiori

di dolcezza e di candore

o macchie un pò più forti

di sguardi, di richieste, o

di risposte

Ora, 

quel che più conta

è questo gran sorriso

stampato sul mio viso

perché sul quadro

del mio cuore

la Provvidenza

ha lasciato la firma

 di un Grande Autore. 

                                 

                                      Elena Salvatore Ferrante

                     

 

Le cose stanno così.

            Una mattina, mentre tornavamo dalla Santa Messa, Lucia mi ha raccontato di aver ricevuto la visita di una coppia di amici che hanno otto figli ( di cui due adottati), venuti a Roma, in occasione del Family day.

            Dei due figli adottati, la femminuccia, fu raccolta, poco più di un fagotto, dal cassonetto della spazzatura e l'altro, è un bimbo che la madre ha rifiutato alla nascita, perché affetto dalla sindrome di Down.

            Drammi umani, espressione della grande fragilità dell'uomo quando il suo cuore è lontano da quella Fonte Viva che nutre d'amore e dona forza e speranza nell'affrontare gli eventi della vita che richiedono grande impegno e fede profonda.     

Ma le vie del Signore sono infinite e grande è l'amore di quei genitori che ricevono la grazia di sentire e cogliere il profumo di fiori anche nel più arido dei deserti.

             Maxima debetur puero reverentia (al fanciullo si deve il massimo rispetto) se si vuole che egli diventi un adulto responsabile e amorevolmente capace di contribuire alla costruzione di una società sana nei principi e forte nella convinzione di difenderli. 

            Ho conosciuto Lucia, a Roma, in occasione di una mia brutta caduta, sul sagrato della chiesa, Mater Ecclesiae; in seguito, ci siamo incontrate spesso e siamo diventate amiche. Lei è un’insegnante in pensione che, con il marito, il signor Enrico, anch'egli pensionato, vive una vita tutta ben programmata, il cui ritmo, per quanto sia possibile, segue schemi ben precisi.

            Certo, a dirla così, sembrerebbe una bella vita, piena di quella meritata e giusta serenità che si augura a chiunque, dopo anni di lavoro; invece, anche nel loro ritmo armonico, di tanto in tanto, si insinua una bella nota stonata, di quelle che disorientano, creano smarrimento, angoscia o, come nel loro caso, che rafforzano la fede nei momenti di prova che la vita non nega a nessuno.

            Bene, questo dipinto fatto solo di pennellate in bianco e nero, quel pomeriggio del 13. 05. 07, si è colorato di innocenza, di sguardi curiosi, di sorrisi, di calore, di fiammelle gioiose, a gustare dolcetti, a leccare gelato, di voci sottili accavallate in espressioni di sorpresa, di stupore e meraviglia e che, come gocce di sole, illuminavano il cuore dei padroni di casa, di quella gioia esaltante non più contemplata nel passo calmo di chi sta percorrendo il viale del tramonto.

            La coppia non ha avuto la fortuna della genitorialità, ma la loro bontà, il sorriso sempre pronto ad essere donato, la partecipazione viva alla gioia o al dolore delle persone che incrociano, il consiglio sincero. la loro fede luminosa, li hanno plasmati in grandi genitori, nel cuore.     

            Così, Lucia si illuminava nello sguardo sorridente, quando mi raccontava di questa meravigliosa esperienza, che per alcune ore ha stravolto il suo solito tran-tran facendole assaporare, in un pezzettino di cielo dei suoi amici, la sacralità della famiglia

            Lungo un percorso spirituale di bellezza edificante che va, dalla luminosità celestiale  della grotta di Betlemme, al silenzio operoso, umile ed obbediente della casa di Nazareth, per culminare nella sospensione tragica del monte Calvario, dove Dio- fattosi uomo, morendo sulla croce per donare salvezza, nello spirito del Padre,  ricompone in famiglia l'umanità: "Donna, ecco il  tuo figlio"- Al figlio " Ecco tua madre", il cuore dell'uomo, si arricchisce della centralità della famiglia, come spinta motrice per una società, seminatrice di valori che nobilitano l'uomo rendendolo degno erede  di un patrimonio d'amore.

            E' li, ai piedi della croce, che il dolore di una madre per il figlio, si sublima  illuminandosi di eternità. 

  

            //Luminoso s'apre il cielo// sulle nostre anime// intrecciate di sguardi riflessi//

 

                        Elena Salvatore Ferrante (la mamma di Dominick)

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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