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OTTOBRE 2010

     

            Carissima ti invio qualcosa di nuovo che racconta un dolore di sempre  che solo la fede può illuminare. Ti abbraccio caramente Elena.


                                                                                                        A  Dominick

                                                                                mio piccolo grande uomo

   

    

 

Abbracciami

 

Abbracciami,  d’onda marina avvolgimi

lacera carne nel tocco dell’alga

odore salmastro di voce spezzata nel petto,

scompiglia i miei tristi capelli e

d’ambrosia addolcisci la pena e il suo peso

Sopra nuvole dense che corrono a consumare

il tuo tempo, io sento il tuo affanno e

l’urlo del vento.

 

Abbracciami e dimmi com’è la via

dei cristalli spezzati il canto stonato

di fondali incupiti la spuma che ruba il respiro

la rima del verso sfuggito al poeta.

Raccontami la quiete e il russare del mare

il sole e la sabbia in amplesso d’amore

lo squarcio del cielo le trombe di gloria

quel Sangue trafitto sul legno coi chiodi

le labbra di stelle raccolte a corona

il passato svanito… la vita rinata

 

Abbracciami, nota scarlatta di cori celesti

 nell’alba di un canto di versi trapunto

 

 Ogni giorno aggiungo una pagliuzza al quel nido  sull’albero della vita, per sentirti vicino.

                                                                            Ti bacio la mamma.

 

Caro Dominick

            Scorre il tempo,  inesorabilmente!

            È muto il suo fluire e lento, tanto lento da sembrare immobile, lì a guardare il vento che soffia forte sui nostri sentimenti scompaginandoli come fossero pagine di un libro abbandonato su una panchina.

            Scivola indifferente sulla nostra pelle, sui nostri pensieri che in parte si lasciano portare via come sassolini da sentieri scoscesi. Io lì, ferma a guardare il suo passo felpato attraverso i colori delle stagioni della vita. Sono tornate le rondini a intrecciare nell’aria voli bassi; é sorprendente come non si stanchino mai di sfrecciare, così come i miei pensieri che volano con loro. Sai, (questo mi sembra di non avertelo mai raccontato) quando osservo il volo delle rondini o semplicemente odo il loro garrire, mi sorprendo sempre a pensare al mio paese e a casa mia. Mi riscopro bambina, al centro della strada con lo sguardo verso il Calvario (zona periferica del mio paese) incantata ad osservare il loro continuo rincorrersi, con la fantasia che tesse, dietro il loro volo, magici tappeti volanti che portano lontano, in altri giardini di cielo, ad intrecciare nuovi voli con altre rondini. Ma tu sai bene che oltre il Calvario, all’orizzonte si vede il mare e, se un tempo quel riflesso di cielo mi  faceva balzare di gioia dentro, oggi mi mozza il fiato. Ma questo è solo una parentesi.

            Passa rasente  il tempo sotto il nostro sguardo e striscia sui sensi frustandoli!

            La natura si veste di vita nuova, con gli abiti freschi degli alberi che rinverdiscono i loro  rami con foglie che luccicano al sole come gemme. Le margheritine tappezzano i prati con ricami che addolciscono lo sguardo, i campi biondi di spighe o di girasoli ondeggiano in balli soffici con la carezza del vento. Il pesco davanti alla tua camera, orgoglioso è riapparso fiorito!

            A proposito, una mattina mi sono affacciata al balconcino della cucina e, a sorpresa, l’ho visto tutto vestito di nuovo. Sorridente e baldanzoso conversava con i fili d’erba che ai suoi piedi  ammiravano i suoi fiori color “rosa meraviglia” in competizione col “bianco tenerezza” dei fiori del mandorlo lì accanto. Il pesco così tutto contento e soddisfatto di sé, ha aspettato ansioso ogni giorno e, per giorni, la carezza del tuo sguardo, abituato com’è a condividere con te le sue nuove primaverili emozioni. Ha atteso invano per giorni! Dapprima ansioso, poi deluso e infine curioso di scoprire perché mai non ti affacciassi a salutarlo.

            Così, quasi offeso, un giorno che il vento soffiava più forte, mandò i suoi fiori a spiarti. Come farfalle impazzite svolazzavano sui vetri del balconcino con lo sguardo attento a cercarti tra le lenzuola per non svegliarti da un sonno troppo lungo e profondo. Perplessi, si guardavano sorpresi perché lì non c’eri e... come mai? non eri nemmeno seduto a tavolino immerso tra le pagine di qualche tuo libro preferito. L’ultima volta, ricordavano bene, eri alle prese con “La ginestra” di Leopardi e tutta la stanza profumava di giallo oro.

            Piano, piano quasi timorosi di disturbarti se mai ti avessero trovato, entrarono nella cameretta; prima i  più temerari, in seguito, quasi spinti da una insolita agitazione a causa dello sguardo del pesco che nel frattempo era diventato grave e pensieroso, essi s’infilarono tra i libri, tra le pagine dei tuoi quaderni, tra i versi delle tue poesie.

            Ansimanti, con tono sempre più basso, delusi bisbigliavano fra loro. Non volevano andarsene senza salutarti, senza farsi accarezzare dal tuo sorriso; quel sorriso che sa parlare alla natura e sa donare al cuore. 

            Una mano anonima, indifferente, li spostò e li fece volar via; così essi pian pianino andarono ad adagiarsi tra le margheritine del prato, sui fili d’erba che tremolanti … raccontarono…

 

            Così i fiori di pesco, che ogni anno hanno festeggiato il tuo compleanno sussurrando sinuosi alla brezza del ponentino, i tuoi sogni… seppero che non più in camera, tra muri spenti e libri chiusi, ti dovevano cercare, ma in alto, nel cielo sconfinato, là dove vivono gli Angeli e dove la luce non nasce e muore ogni giorno, ma eterna rifulge su ogni creatura che vive nell’Amore del Suo Sguardo .   

                                                                                           Ti bacio  la mamma

 

**********************

 


 Passero smarrito Elena Salvatori

                                               (la mamma di Dominick)

Cosa dire di questo cuore

al nuovo anno

che conta  i miei giorni

sempre più sfrondati

sotto un cielo che

segna lontananze

e…affetti perduti

tra i silenzi ?

 

Passero smarrito

 

 

d’un inverno interminato

saltello di ramo in ramo

in cerca di fogliame

per ricomporre

il nido e le distanze

 

E se ogni desiderio

odon le stelle

sarà quel tremolio di luce

bisbiglio di sguardi

fusi nell’incontro


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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