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OTTOBRE 2010

 

 

INTRODUZIONE Rubrica a cura di Antonella

 

            Gli articoli che leggerete in questa rubrica riguarderanno alternativamente due argomenti, complementari fra loro: con alcuni di essi, cercheremo di accostarci a quei  credenti che, pur essendo cristiani, non si riconoscono nella Chiesa cattolica e quindi professano una fede che si differenzia, poco o tanto, dal Credo cattolico. Forse ne abbiamo una conoscenza solo approssimativa  e questo sicuramente non giova al cammino verso l’unità dei cristiani, che è una preoccupazione costante dei papi almeno da cent’anni a questa parte: fu infatti nel giugno del 1910 che ad Edimburgo si svolse la prima Conferenza mondiale missionaria cui parteciparono cristiani provenienti da tutto il mondo. Ebbe così inizio il movimento ecumenico che da allora ha  conosciuto fasi di progresso e di stagnazione; ogni anno a gennaio la Chiesa cattolica celebra la settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. E’ necessario dunque che ci conosciamo meglio, perché il dialogo interreligioso possa essere più proficuo.   

            Altri articoli riguarderanno invece i “convertiti”, persone, cioè, che si sono avvicinate al cattolicesimo provenendo da confessioni religiose diverse o da posizioni di ateismo dichiarato o di indifferenza. Alcuni di essi sono convertiti noti, come, ad es. John Henry Newman da poco beatificato, o Edith Stein, divenuta santa con il nome di  Teresa Benedetta della Croce. Altri invece, sono uomini e donne dei nostri giorni dei quali non sempre è nota la storia di conversione. E' infatti sorprendente e confortante vedere come, in tempi come questi che viviamo che sono caratterizzati da forti polemiche antireligiose e particolarmente anticristiane e anticattoliche, siano numerose le conversioni di personalità di spicco, di uomini e donne appartenenti al mondo della cultura e dell'arte. Di essi vogliamo parlare, per cercare di capire le ragioni che li hanno portati ad una decisione che ha cambiato la loro vita.

 

 

la  comunione  anglicana

 

 

            Come e quando i cattolici inglesi si sono allontanati dal Papa e dalla Chiesa di Roma? In altre parole: come si è formata la Chiesa anglicana e in che cosa si differenzia dalla Chiesa cattolica? A questi interrogativi cercheremo di rispondere con semplicità e chiarezza.

            Dobbiamo per questo ritornare indietro nel tempo, fino al XVI secolo, precisamente fino all’anno 1532. L’Inghilterra era governata dal re Enrico VIII della dinastia dei Tudor, da molti anni sposato con Caterina d’Aragona: da questo matrimonio, però, non erano nati figli maschi. Anche per questo Enrico aveva  intenzione di liberarsi di Caterina  per  poter così sposare Anna Bolena, già sua amante; cercò  di ottenere dal  Papa Clemente VII l’annullamento del suo matrimonio, cosa che non gli fu concessa. Tuttavia Enrico ripudiò Caterina e sposò Anna, che fu incoronata regina: il re colpevole di bigamia  fu scomunicato dal Papa nel luglio del 1533. Questo fu il primo atto della rottura con la Chiesa di Roma. Più avanti (1534), con un atto legislativo, chiamato Atto di supremazia, imposto dal re al Parlamento, si stabilì che il re era il “capo supremo della Chiesa d’Inghilterra” e che chi non lo avesse riconosciuto come tale sarebbe stato colpevole di alto tradimento. A questo punto la separazione dalla Chiesa di Roma (lo scisma) era ormai cosa fatta: era nata la Chiesa anglicana (cioè “inglese”). I cittadini  furono obbligati a versare al re tutte le offerte che erano soliti inviare al papa; inoltre nel 1536 tutti i monasteri vennero soppressi e i loro beni incamerati dallo stato che li vendette ai nobili aristocratici, ricavandone grandi profitti. Ben presto la Chiesa anglicana, influenzata almeno in parte dal protestantesimo, si differenziò dalla Chiesa cattolica anche dal punto di vista dottrinale: questo avvenne dopo la morte di Enrico (che, per la cronaca, si sposò ancora quattro volte ed ebbe un figlio maschio, Edoardo, di fragile salute, dalla terza moglie), con il suo successore Edoardo VI (1547- 1553), quando furono fissati i punti principali della fede anglicana. Durante il regno di Maria Tudor, cattolica, ci fu un tentativo di ripristinare il cattolicesimo; ma anche questa regina ebbe vita breve. Morì nel 1558; le succedette la sorellastra Elisabetta: fu soprattutto durante il suo lunghissimo regno (1558-1603) che la Chiesa anglicana si consolidò e acquisì una struttura chiara. Un nuovo Atto di supremazia  nominò Elisabetta “Supremo governatore della Chiesa”; nel 1571 furono approvati dalla Regina e dal Parlamento i “39 Articoli”, nei quali fu fissato il credo ufficiale anglicano, rimasto da allora immutato, anche se nel corso dei secoli, all’interno della Chiesa anglicana si crearono differenziazioni tra alcuni gruppi più vicini al cattolicesimo e altri gruppi, più vicini al protestantesimo. Oggi, quindi, non esiste una “dottrina anglicana” uniforme. Per la maggior parte gli anglicani appartengono alla comunità evangelica, diffusa in tutto il mondo e spesso parecchio lontana dal cattolicesimo. Tuttavia, all’interno della Chiesa anglicana (o, come è più corretto dire, della “Comunione anglicana”), vi sono alcuni gruppi (gli Anglo-cattolici) che sono vicini, a volte molto vicini, alla Chiesa cattolica. In ogni caso, non vi sono divergenze  per quanto riguarda la fede in un Dio Uno e Trino, creatore del mondo,  nell’Incarnazione e nella Redenzione. Vi sono invece differenze, più o meno profonde a seconda dei gruppi di appartenenza, per quanto riguarda i Sacramenti e la fede nel Purgatorio, nell’Inferno, nella Comunione dei Santi, nel Giudizio finale, nella Resurrezione. I Sacramenti ammessi da tutti gli anglicani sono due: il Battesimo e l’Eucaristia, anche se non tutti sono convinti che il pane e il  vino diventino realmente Corpo e Sangue di Cristo (Transustanziazione ); la Confessione privata con un sacerdote non è obbligatoria, mentre la Cresima è accettata quasi da tutti . Sono previsti riti per il Matrimonio e per l’Unzione, ma essi non sono considerati sacramenti.  I sacerdoti e i vescovi possono essere sposati e avere figli e  vengono ordinati in riti che prevedono l’imposizione delle mani. La fede in una vita futura è condivisa da tutti, ma  l’idea della resurrezione della carne viene esclusa. Per quanto riguarda la Madonna, gli Anglicani non accettano  i dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione.

            Grandi discussioni sono sorte all’interno stesso della Comunione anglicana da quando nel 1992, il Sinodo anglicano decise di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e in seguito anche episcopale. E’ evidente che questa decisione, come anche le  più recenti posizioni di alcuni gruppi anglicani, soprattutto americani, favorevoli alle unioni matrimoniali di persone dello stesso sesso e alla ordinazione sacerdotale e vescovile di persone omosessuali, hanno reso più difficile il riavvicinamento fra la Comunione Anglicana e la Chiesa cattolica, che pure aveva già  fatto notevoli passi avanti. Recentemente tuttavia (il 4 novembre 2009), Benedetto XVI ha emanato la Costituzione Apostolica “Anglicanorum coetibus”, rivolta a quegli anglicani che, singolarmente o in gruppo, manifestano il desiderio di “entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica”. Si tratta di un documento con il quale vengono fissate le norme che dovranno regolare il passaggio dalle Comunità anglicane a quella cattolica di quei fedeli che lo richiedano (e negli ultimi tempi queste richieste sono state molto numerose). Non possiamo qui approfondire l'analisi di questo testo (che è comunque facilmente reperibile sul sito www.vatican.va): ci limitiamo ad osservare che i presbiteri anglicani già coniugati che hanno scelto di aderire alla Chiesa cattolica, compresi i vescovi, potranno essere ordinati sacerdoti e vescovi,”rimanendo nello stato matrimoniale”.

            Come anche il recente viaggio in Inghilterra di papa Benedetto XVI ha chiaramente dimostrato, il cammino di riconciliazione fra le due Chiese, pur essendo ancora difficile, non solo non si è interrotto, ma è ragionevole sperare che possa continuare a fare passi in avanti, verso il raggiungimento di quell'unità per la quale il Papa stesso ha pregato.

 

 

“Padre, che siano una cosa sola”

 

 
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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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