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MAGGIO 2001

     

 

UNIRE MENTE, CUORE E VOLONTA’

            L’arte di purificare il cuore ci ha condotto pian piano al cuore di ogni relazione, quella cioè vissuta nella verità di ogni essere visto nella sacralità che ci deriva dal fatto che siamo creature speciali, fatte a immagine e somiglianza di Dio.

            Il nostro rapportarci è vero se coinvolge tutta la persona, cioè se l’azione viene compiuta dalla persona unificata: mente, volontà, sentimento

            Se si fa agire solo il sentimento si cade nel “sentimentalismo”; se si fa agire solo l’intelletto, si cade nel “razionalismo”; se si fa agire solo la volontà, si cade nel “moralismo”; se queste tre facoltà dell’uomo sono armonizzate nella persona, questa compie gesti coscienti, liberi e sentiti, non freddi, inconsci o forzati.

            L’uomo integro è quello che ha compiuto questa unificazione e vive responsabilmente, consapevolmente, sentitamente.

            Questa armonia: mente - cuore - volontà stabilisce l’uomo nella pace, nella serenità di fondo perché in lui non ci sono più discordanze, tensioni interiori, ostacoli al suo agire.

 

Ma come raggiungere l’unificazione mente - cuore e volontà?

 

PARTIRE DALLA MENTE

 

            Partendo dalla mente: bisogna avere una filosofia di vita che ci dia garanzia per il tempo e per l’eternità.

            Gente che vuole farsi guida degli altri, nel nostro tempo, ce n’è tanta, ma è quasi tutta gente che spera nell’uomo, che spera nella scienza umana, che spera nella tecnologia.... mentre nella Bibbia leggiamo: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” (Ger 17,5). Attenzione però, quando nella Bibbia si parla di maledizione questo termine non va inteso come se Dio volesse scatenare su quest’uomo i malanni, ma va inteso nel suo significato etimologico: “dire male”, la frase si può tradurre così: “sia detto male dell’uomo che confida nell’uomo”, cioè è in errore, si sbaglia.

            Il “superuomo” di cui ci ha fatto illudere l’illuminismo, si è rivelato un uomo ben fragile, incapace di affrontare le difficoltà della vita, votato al suicidio, tanto che si è inventato “l’eutanasia” e la considera una grande conquista di civiltà.

            Ovviamente all’orizzonte di quest’uomo c’è il nulla quindi più che super-uomo si può parlare di super-nulla. Questo perché all’origine ha messo la materia, la forza bruta che si autodetermina e alla fine ha messo la morte che lo riporta nel nulla.

            Questa filosofia si è divisa in diversi rivoli, ma tutti sono sfociati nell’abisso del nulla. Gli esistenzialisti sono partiti dall’unica certezza, quella di esistere: “Io so di esistere” e so di essere una fonte di bisogni mai sazi. Che fare allora? Darsi da fare per soddisfare più bisogni che si può. Perciò si è sfociati nell’edonismo, che fa scivolare nella foresta intricata delle voglie, nel consumismo, nell’uomo legge a se stesso: “Mi piace, ne ho diritto e nessuno può vietarmi di farlo, anche se si tratta di un delitto”; “Non mi piace, posso disfarmene e nessuno può punirmi perché non c’è una legge o una morale fuori dell’uomo.

            I “Nichilisti”, frangia depressa degli esistenzialisti, preferiscono identificarsi in una lattina di coca cola che vaga nell’universo, un universo vuoto, non governato da una mente sapiente, da un cuore che ama.

            Il materialismo, l’edonismo, l’ateismo, il consumismo sono tutti prodotti di queste filosofie atee e disperate. Esse si propongono un paradiso terrestre senza Dio, pensano di ottenerlo con il progresso scientifico, con la tecnologia, con l’abbattimento dei tabù proposti dal cristianesimo e che tendono a porre un freno alle passioni umane. In realtà queste passioni rendono l’uomo schiavo anziché libero; infatti mai l’uomo si è sentito più solo, alienato, privo di senso, pieno di voglie, insoddisfatto. E qui ci viene in mente la frase di Agostino, uomo disinibito, che ha cercato il piacere dove pensava di poterlo trovare, anticipatore di questi tempi: “Tardi ti ho conosciuto bellezza tanto antica e sempre nuova, tardi ti ho amato..... Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”

 

Ma dove troveremo le idee sapienti che ci vengono da Dio?

 

            Le troveremo nella Bibbia che ci presenta IL PROGETTO DIVINO. Il concetto di uomo che essa ci rivela ci dà una dignità immensa: non siamo esseri capitati per caso sulla terra e vaganti nell’universo, siamo creature pensate, amate e chiamate all’esistenza da Dio, messe sulla terra con un preciso compito da svolgere e con una prova da superare, quella della libera adesione al progetto di Dio, perché, è sempre Agostino che ci precisa questo concetto, “Dio che ci ha creato per un atto d’amore senza la nostra collaborazione, non ci costringerà a vivere l’eternità nella gloria se noi non lo vogliamo”, rispetterà la nostra libera scelta. L’uomo ha quindi un potere decisionale per quanto riguarda il suo destino eterno. Inoltre qui in terra è legato alla catena della vita che va da padre in figlio e queste relazioni, secondo Dio, è bene che siano vissute nell’amore reciproco.

            L’uomo, quindi, ha una risposta da dare a Dio, se lo riconosce come tale e se accetta il suo progetto: la virtù di religione 1° e 2° comandamento, e una risposta da dare alle creature: quella dell’amore fraterno. “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge” (Rm 13,8).

Il fatto è che Dio abita l’inaccessibile e non può essere raggiunto dalla nostra materialità, mentre l’uomo è alla nostra portata ed è, come noi, fonte di bisogni che noi possiamo soddisfare. Per questo Gesù ha detto: “Tutto quello che farete ad uno di questi piccoli nel mio nome, l’avrete fatto a me”. Perciò l’amore fraterno è ancora una risposta data a Dio.

            Questa, in estrema sintesi, la filosofia biblica, queste le idee che devono illuminare la nostra mente. All’orizzonte di tutto questo amore c’è l’immortalità nella gloria, dove è bandito ogni lutto, ogni affanno, ogni bisogno.

 

UNIRE MENTE E VOLONTA’

 

            Se queste idee ci convincono, saremo stimolati alla conquista, alla realizzazione della proposta divina. Il processo è il seguente: La mente stimola la volontà ad accettare la proposta, costi quel che costi, la persona si muove alla realizzazione del progetto divino, facendo scelte secondo la sua natura, che è l’amore, contribuendo a stabilire sulla terra la civiltà dell’Amore.

            Passare dalle idee all’attuazione non è certo facile perché la nostra natura è fragile e incline al male, perché le nostre relazioni sono turbate dall’incomprensione, perché il nostro egoismo è grande. Da quando il peccato è entrato nel mondo la realizzazione di ogni progetto buono deve necessariamente passare per la croce, non certo per volere di Dio ma per volere dell’uomo che ha rifiutato il progetto, seminando odio e divisione tra gli uomini. Dobbiamo perciò capire ed accettare che niente ci sarà dato gratuitamente perché il grande tentatore, che opera anche per mezzo delle creature che lo seguono, farà del tutto per ostacolarci. Anche la grazia, che è dono gratuito di Dio, esige che ci disponiamo ad accoglierla ed è proprio in questa nostra non apertura alla grazia l’ostacolo principale per l’attuazione del progetto di Dio.

            E’ chiaro che se la volontà non aderisce ad un progetto così allettante è perché il cuore non è libero, libero cioè dalle passioni, dalle tensioni, dalle pulsioni, dalle reazioni negative. Solo un cuore libero, puro, povero si apre  spontaneamente all’azione della grazia come il bocciolo sotto il tepore del sole.

            E’ chiaro allora che il primo ostacolo siamo noi stessi se non ci decidiamo a vivere da creature pacificate dall’amore di Dio. La “buona volontà” nasce dal cuore che sa perdonare, che non si smarrisce di fronte alle difficoltà della vita, che accetta la croce con animo forte, che confida nel Signore. Si esige cioè un cammino di conversione continua.

 

AZIONE DELLO SPIRITO

 

            Il Signore però non aspetta che gli apriamo completamente il cuore per visitarci e riempirci dei suoi doni; anche se gli apriamo solo uno spiraglio Egli vi fa penetrare un raggio della sua luce, che spezza le tenebre e accende la speranza, ma poi, man mano che la breccia si allarga, ecco che penetra con il Suo Spirito e comincia a curare le ferite dell’anima: “lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato”. “Consolatore perfetto”, mette in fuga il timore e l’angoscia; “Ospite dolce dell’anima” ci fa sentire la consolante Sua presenza che riempie il vuoto e fuga la solitudine. Nella fatica diventa il nostro riposo, nel pianto il nostro conforto...

            Con il Suo aiuto la volontà si irrobustisce e si conferma nel bene. Diventa così più facile vivere secondo il Vangelo, praticare le virtù, vivere i sacramenti.

 

UNIRE IL CUORE

 

            Man mano che lo Spirito ci va disponendo al bene e la mente ci aiuta a conoscere sempre meglio il nostro Dio e Padre, il cuore si riscalda. Dio non è più l’Essere perfettissimo che vive l’inaccessibile, ma diventa il Dio con noi, il grande Amico, il Fratello buono e premuroso, lo Sposo per eccellenza. E più progredisce questa conoscenza e, sotto l’azione dello Spirito la nostra volontà si rende duttile e docile, più cresce l’amore, la confidenza, la fiducia certa, l’abbandono.

Le parole che escono dalla bocca non sono più richieste a ricatto: “Farò una buona azione se Tu mi fai questa grazia”,  ma sospiri dell’anima, palpiti del cuore, desideri di condivisione.

L’anima, elemento divino messo dentro di noi dallo Spirito nell’atto del concepimento, ritrova il polo della sua attrazione naturale e si sente attratta dall’Ospite dolce che la abita per il quale vive e agisce. Anzi lo Spirito diventa la sua vera vita, è lo Spirito che vive in lei. Questa l’esperienza di Paolo: “Sono io? Non sono io, è Cristo che vive in me”.

E’ difficile tutto questo? Sicuramente è un punto di arrivo ma tutti siamo chiamati a percorrere questo cammino e molte sono le anime semplici che lo raggiungono. E’ anche effetto di esperienza di vita. La vita dà molte lezioni a chi le sa capire: quanti sogni giovanili mandati in fumo, quante speranze riposte nell’uomo, sfumate nell’ingratitudine e nell’indifferenza, quanti sogni spezzati da incidenti o dalla stessa morte! Cosa resta se non i valori eterni? Resta la fede in Dio, che non delude, la speranza che diventa certezza man mano che impariamo a leggere i Suoi interventi nella nostra vita, l’amore che abbiamo ricevuto da Lui e che abbiamo ridato a Dio e ai fratelli. Questa la sintesi a cui è arrivato S. Paolo, parlando ai Corinti, dopo aver tracciato il meraviglioso “inno all’amore” (cfr. 1Cor 13).

 

LA PERSONA UNIFICATA E VITA DI FAMIGLIA

 

            Forse questo discorso vi sembrerà più adatto a persone che fanno professione di vita perfetta che per gente comune che vive nel mondo. Ma in realtà perché tanto malcontento nella vita familiare se non perché i membri della famiglia non hanno compiuto questo processo di unificazione? La loro mente non ha idee chiare, segue Dio in ciò che non lo disturba,  ma poi segue il mondo per ciò che riguarda i suoi interessi. La loro volontà non è stabile nel bene ma è incoerente, passa da un valore all’altro con facilità, perché segue l’instabilità della mente. Il loro cuore non è fisso in Dio ma forse si fidano più del conto in banca, del buon posto di lavoro, del prestigio che le circostanze promettono, ma fare discernimento in vista del volere di Dio non è cosa abituale nelle nostre famiglie.

Perché i figli a volte si ribellano ai genitori se non perché avvertono in loro persone frammentate da pratiche religiose vissute in maniera quasi superstiziosa e idee umane a cui indirizzano i figli. Essi si sentono spesso strumentalizzati da genitori che ne vogliono fare l’oggetto del loro orgoglio o il superamento delle loro frustrazioni.

Perché tanta insoddisfazione nella coppia stessa se non perché si percepisce l’altro/a come un egoista incapace di amare, di perdonare, di vivere l’amore nella gratuità e nella generosità?

Perché tante angosce per la conduzione familiare se non perché ci siamo fatti un modello di vita familiare preso a prestito dalle prospettive che la nostra società consumistica ci propone?

Perché tanta ribellione alla croce, se non perché non abbiamo capito che le scelte sbagliate producono danni che poi si pagano? Perché tanta ribellione verso lo stesso Dio, se non perché non si è capito il Suo Amore Misericordioso e lo si ritiene responsabile delle nostre disavventure, delle nostre malattie, dei nostri fracassi economici, mentre nell’ora di fare le scelte non teniamo conto di ciò che Lui ci propone?

Siamo tutti persone frammentate, non integre, un insieme di sì e di no, in noi c’è molta incoerenza.

La serenità familiare, l’armonia della coppia la possono raggiungere solo persone che educano ogni aspetto della loro persona, o perlomeno quelle persone che riescono ad accettare gli altri per ciò che sono, che riescono a pagare di persona, che imparano a perdonare e sono capaci di rinunciare al loro orgoglio per la pace familiare.

Nel litigio qualcuno deve tacere per non arrivare all’esasperazione. Qualcuno deve riprendere il dialogo quando si è interrotto per impossibilità di ascolto o per turbamento emotivo. Qualcuno deve levare gli occhi a Dio per chiedere grazia e protezione. Se nessuno lo fa si soffre, se qualcuno lo fa è possibile andare avanti e anche migliorare se si capisce che abbiamo bisogno di formazione permanente, del permanente ausilio della grazia, che abbiamo bisogno di fare la verità in noi stessi per poter compiere azioni vere.

Se la pace ci può venire solo dalla coscienza retta, tutti abbiamo bisogno di purificare il nostro cuore e di orientarci a divenire persone integre.

Questo è l’aiuto che il cammino annuale vuole darci. Chi lo accetta ne vedrà i frutti. Lo Spirito di Dio ci illumini, rafforzi la nostra buona volontà, ci faccia crescere nell’amore.

 

Questionario i verifica:

  1. Ti sembra importante raggiungere l’integrità personale?
  2. Cosa ritieni che sia più debole in te: le idee, la volontà o la capacità di amare?
  3. Conosci le insidie che nasconde la filosofia del nostro tempo?
  4. Pensi di esserne contagiato?
  5. In quali cose ti scopri a ragionare alla maniera del mondo?
  6. Conosci le linee essenziali del progetto di Dio?
  7. Qual è l’origine dell’uomo secondo la Bibbia?
  8. Per quale motivo si trova sulla terra?
  9. Qual è il fine dell’uomo secondo la Bibbia?
  10. Quali sono le condizioni per raggiungere il fine?
  11. Come ti trovi in quanto a volontà?
  12. C’è qualcosa che ti riesce difficile fare anche se proposta da Dio?
  13. La debolezza della tua volontà deriva da fattori psicologici o da ragionamenti umani?
  14. Come puoi esercitare la tua volontà perché si irrobustisca?
  15. Man mano che progredisci nella conoscenza di Dio, senti crescere il tuo amore verso di Lui?
  16. Cosa sei disposto a fare per Dio?
  17. In che posto sta Dio nella tua scala di valori?
  18. Quali difficoltà incontri in famiglia circa l’impostazione che hai dato alla vita familiare?
  19. C’è qualcosa da rimediare?

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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