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GENITORI A SCUOLA

GIUGNO 2003

     

IL NEONATO da una relazione di Pietro Lombardi (Ricerca a cura di Anna Maria Rasponi)
(continuazione dal numero precedente)
Continuando il nostro discorso sul "NEONATO" chiediamoci: Ma il contatto con l'adulto come va dato? Oggi tutti sappiamo che i bambini hanno bisogno di coccole, di essere accarezzati, abbracciati, stretti in braccio, baciati, massaggiati…; un genitore lo sente, intuisce questo bisogno che c'è nel bambino. Ma se un tempo questo contatto veniva ridotto ai minimi termini, perché si aveva paura di viziare il bambino o anche perché non c'era una cultura del linguaggio corporeo e affettivo, oggi è anche vero che potremmo avere un eccesso di effusioni, allora la domanda che ci facciamo è: Esiste il pericolo di eccedere nelle effusioni' E come evitarlo?
Oggi c'è in effetti il rischio di eccedere in effusioni e in giochi a fior di pelle, che possono provocare nel neonato una stimolazione sensoriale al limite della capacità di tolleranza, l'esempio per capire questo è il solletico. Il solletico è una sovreccitazione che a un certo punto, se all'inizio può fare piacere, andando avanti può dar fastidio, far star male la persona.
Cosa vuol dire allora SOVRAECCITAZIONE SENSORIALE?
Vuol dire che un bambino è ancora troppo piccolo, parliamo del neonato, per poter controllare emotivamente e mentalmente l'eccitazione che prova, perché non ha ancora costruito quello che noi chiamiamo CONTENITORE PSICHICO che lo mette in grado di mentalizzare e dare ordine e una chiarezza a quello che sta vivendo. Questo vuol dire allora che dobbiamo trovare la giusta dose di contatto; vuol dire, secondo il grande psicoanalista ungherese Sendoor Ferenti, difficoltà da parte di un genitore di trovare il giusto equilibrio nel contatto fisico; questa difficoltà è dovuta a una sorta di incompatibilità fra linguaggio corporeo dell'adulto e quello dell'infante, intento dire che a volte l'adulto usa un linguaggio che è dell'adulto e non è quello del bambino. Nell'intimità fisica col bambino alcuni usano il linguaggio delle passioni, un po' come avviene fra due adulti che si amano. Ma come diceva From, "l'amore del genitore per un bambino deve essere un amore assolutamente casto": la castità qui è molto importante perciò bisogna evitare assolutamente, nel contatto col bambino, qualsiasi forma di erotismo.
Spero di non scandalizzare nessuno se affermo questa verità, ma è importante mettere un distinguo e una netta separazione tra ciò che è l'affettività e ciò che è invece l'erotismo.
Due adulti possono avere un contatto di pelle con dell'erotismo, il che, se vissuto nella legge di Dio, non è una cosa malvagia, visto che siamo stati creati da Dio, ma se questo avviene, a livello magari inconsapevole, col bambino, vi posso garantire che crea grossi problemi. Sarebbe importante andare a verificare, in adulti che hanno delle morbosità sessuali o delle deviazioni sessuali, come hanno vissuto questo primo linguaggio della pelle, questo primo vulcano di sensazioni che la pelle dà al bambino.
Per cui, se un bambino ha un eccesso di stimolazioni sensoriali, e questo bambino non è in grado di dare ordine, viene travolto da una sovreccitazione che può, nel tempo, soprattutto quando diventerà adolescente o adulto, dargli dei seri problemi o perché sarà dipendente da queste sensazioni o perché non saprà dare disciplina e ordine alle sue sensazioni corporee.
La tenerezza è l'amore casto, il rispetto nei confronti del bambino ed è molto importante per quanto riguarda il contatto col bambino stesso.
Detto questo, siccome c'è sempre in tutte le cose, il rischio di cadere nell'eccesso o da una parte o dall'altra, vorrei affrontare un altro aspetto molto importante di questo argomento della pelle.
Ci sono delle madri che sembra abbiano sempre bisogno di un continuo contatto col bambino. E' come se non potessero fare a meno di tenerlo sempre vicino a loro, anche quando il bambino cresce e non avrebbe più bisogno di una vicinanza così stretta. Potremmo dire che queste mamme hanno un atteggiamento adesivo, è come se non riuscissero a staccarsi dal bambino. Perché? Diciamo subito che la vicinanza fisica della madre è prima di tutto un'esigenza primaria del neonato, ma è anche vero che diventa sempre meno necessaria man mano che il bambino cresce. Perché? Perché un bambino, proprio sulla scia del ricordo del primo contatto, trasforma poco a poco l'immagine della figura materna in un ricordo, cioè mentalizza, dunque un bambino ha la capacità di evocare la fiducia, la sicurezza e l'amore della madre anche quando non è a sua stretto contatto; fa parte del compito materno la capacità di infondere sicurezza al figlio, di rispondere al suo bisogno di vicinanza fisica, ma poi lasciarlo andare quando il bambino incomincia a esprimere il desiderio di una maggiore autonomia. I bambini lo fanno: si svincolano, vogliono scendere, andare carponi, camminare, vogliono cioè allontanarsi. Il vincolo con la madre diventa complicato da sciogliere quando lei, magari inconsciamente, ha bisogno di tenere il figlio legato a sé, mantenendo un continuo contatto di pelle. Questo può avvenire per vari motivi: un rapporto matrimoniale insoddisfacente, il fatto che tende a mantenere un legame simbiotico, una iperprotettività, ecc, quello che comunque conta è che questa vicinanza fisica rischia per il bambino di diventare un'abitudine a cui poi non saprà sottrarsi, neanche quando non sarà più una necessità; perché nei primi tre anni è una necessità, ma gradualmente questa necessità viene meno; ecco che allora se il bambino non viene educato a non avere sempre questa presenza, quando non sarà più con la madre, magari per andare all'asilo, cosa farà? Sarà un bambino sempre in movimento, sarà un bambino irrequieto, costantemente a caccia di nuovi giochi, nuove attività, delle quali si stanca subito. Perché capita questo? Perché questi bambini hanno bisogno di nuove sensazioni per sentirsi vivi anche in assenza della madre. E' come se questi bambini attraverso questo ipermovimento andassero a riempire un vuoto. Per questo motivo è importante saper diluire a poco a poco nel tempo il rapporto corporeo, in modo da favorire il passaggio dal mondo fisico a quello del pensiero. Allora gli basterà il ricordo della mamma e della sua vicinanza per sentirsi bene nella sua pelle. Anche quando sembrano scomparsi dalla memoria questi ricordi primordiali di contatto, rimangono sempre presenti e vivi dentro di lui.
Ma è vero che abbiamo un'altra possibilità: mamme che hanno quasi paura di toccare il bambino, come se temessero di fargli del male soprattutto quando è ancora molto piccolo; altre sembrano invece di temere una intimità eccessiva.
Ecco, toccare ed essere toccato è un bisogno vitale, ma la capacità di trasformare il bisogno del bambino in piacere reciproco, non è innata. Infatti questa capacità dipende dalla personalità, dalla storia che lei ha avuto con la propria madre e siccome non tutte le mamme durante la loro infanzia hanno ricevuto il calore della tenerezza materna, sicuramente per queste mamme, che sono donne prima di essere mamme, sarà meno facile trovare i gesti, i modi per esprimere calore nella relazione. In molte di queste donne è come se mancasse la spontaneità della relazione stessa, hanno proprio la paura di sbagliare, si sentono inadeguate, incapaci. Alcune hanno addirittura paura di far male al bambino e temono di creare una intimità eccessiva. Tutto questo diventa un problema per il bambino, ma diventa un problema anche per queste mamme, molte delle quali saranno poi attraversate da sensi di colpa.
Questo significa che dobbiamo rivedere questo tipo di rapporto, analizzando se una madre è cresciuta in un ambiente in cui c'era un clima affettivo, in cui l'espressività corporea faceva parte della quotidianità, era un modo privilegiato di comunicazione, ci si abbracciava, ci si baciava, ci si guardava, ci si dava una pacca sulle spalle, ci si accarezzava; oppure se è vissuta in un clima familiare in cui il linguaggio gestuale era molto più reticente, inibito; questo ovviamente renderà più difficile per una persona sperimentare e vivere il contatto fisico.
(continua al numero successivo)

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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