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LE VIRTU EROICHE DI M. SPERANZA

MAGGIO 2003

     

LA FEDE Franca Martinelli
8 febbraio 2003
Ore 6,30: Questa mattina ci siamo alzati presto e, contrariamente al solito, in poco tempo eravamo già in macchina Enrico ed io. Sono taciturna, con il pensiero alla giornata e l'occhio all'orologio. Stiamo andando a Roma. Oggi sono 20 anni che è morta Madre Speranza e dovrebbe essere una giornata di gioia, ma l'anima mia è immersa nel silenzio totale.
Guardo Enrico, anche lui è serio e taciturno, penso che anche per lui questi ultimi mesi non sono stati facili.
Ore 8,00: Siamo arrivati all'Istituto in V. Casilina: due pullman stanno già fermi e una folla di fratelli rumorosi e in festa ci saluta con calore. Ogni volta che li vedo scatta in me quella scintilla che mi fa dimenticare problemi, disagi, frustrazioni e ritrovo solo il piacere di rivederli e di stare con loro. Salutiamo Suor Rifugio, impagabile, l'amore personificato, sempre pronta a sistemare i "Gesù" ed a toglierci tutti i problemi.
Ci siamo quasi tutti, noi dell'ALAM ci sistemiamo sul pullman e veniamo subito "addolciti" dai gianduiotti di Dada comprati a Torino espressamente per noi e dalle frappe di Gabriella Serra, una sorella dolcissima che vive a Bolzano.
Ore 10,00: Come ogni volta, arrivata a Collevalenza mi sembra di tornare a casa: il Santuario è pieno di gente, andiamo subito a visitare Gesù e solo adesso realizzo quante scorie ho nell'anima, lo scopo vero per cui sono qui, le promesse che dovrò rinnovare fra un'ora, ma c'è sempre quella vocina impertinente che mi chiede: "Sei pronta?" e, dolorosamente ma con onestà devo rispondere: "No, non lo sono".
Ma una preghiera mi sale sulle labbra: "Buon Gesù, Amore Misericordioso, aiutami, abbi pietà di me" provando un desiderio grande di passare immediatamente alla "lavanderia" e forse il mio stato d'animo è troppo palese, dato che ai confessionali mi fanno passare avanti.
Ore 11,00: Insieme ai fratelli stiamo davanti alla tomba di madre Speranza, tutti insieme a Suor Rifugio, preghiamo: ho l'anima leggera e la consapevolezza di quello che stiamo facendo. Noi dell'ALAM rinnoviamo le promesse… Che momento!
Mi soffermo nella cripta, ancora una volta prendo coscienza che se sto qui, se appartengo all'ALAM è perché sono amata e voluta da Dio Padre ed il mezzo è stata lei, la Madre Speranza e il suo carisma.
Mi domando: "Come ha fatto a fare tutto questo? Il Santuario, la Casa del pellegrino,… soprattutto come ha fatto a chiamare tante anime per portarle a Gesù? Lei, una su orina, dall'apparenza insignificante, analfabeta, povera di tutto?"
Ma la risposta è già dentro di me: è stata la sua FEDE GRANDE in Dio, malgrado tutto e tutti. Sono moltissimi gli episodi che la possono testimoniare, ma quello più eclatante è quello delle piscine. Gesù disse a Madre Speranza di far trivellare il terreno di Collevalenza per trovare tanta acqua da alimentare le piscine del Santuario. A quell'acqua Dio avrebbe dato il potere di curare il cancro, la paralisi e, cosa più importante, avrebbe curato le malattie dell'anima.
La Madre si rivolse al sign. F.B., ma le fu risposto che era impossibile avere acqua in quella zona da sempre priva. Le difficoltà sembravano insormontabili, il tempo passava, il denaro finiva, i lavori passavano da in ditta all'altra, con mezzi sempre più specializzati da che puntualmente si rompevano e non accadeva nulla, l'acqua non si trovava.
La Madre, contro il parere della Ditta e di tutti, diede ordine di proseguire. Intanto pregava il Signore ad alta voce, raccomandando sì, che non avesse fatto succedere niente agli operai e il 6 maggio 1960 l'acqua sgorgò.
Ci sono molte testimonianze che possono confermare questo fatto.
Solo poche parole disse Madre Speranza: "Più fede!", mentre, rivolta al Signore diceva: "Grazie, grazie, ti ringrazio o Buon Gesù!".
La fede fece muovere la Divina Provvidenza: una signora di Colleferro, proprietaria di un cementificio, si mise a disposizione per la costruzione del Santuario, motivando la sua scelta in questo modo: "Le amiche hanno il piacere di spendere 30 - 40 milioni in vestiti e gioie da portare, io le gioie le voglio così".
Nel maggio 1963 la Madre acquistò il terreno sul quale si sarebbe dovuta costruire la prima "Casa del pellegrino"; questa nuova opera, inizialmente intimorì la Madre, ma esprimendo con confidenza filiale le sue preoccupazioni al Signore, questi la consolò invitandola a proseguire. Tante persone lasciavano piccole o grandi offerte a Collevalenza. Nella lungimiranza la Madre chiese ed ottenne di avere più spazio davanti alla Chiesa per le folle che avrebbero partecipato alle grandi manifestazioni di popolo e così fu ed è e sarà sempre, perché è frutto della FEDE IN DIO.
Ore 18,00: Siamo risaliti sul pullman per ritornare a casa. Diversi fratelli ci comunicano le loro impressioni sulla giornata, mi accorgo di bere le loro parole e credo che lo Spirito Santo sta in mezzo a noi.
Chiudo gli occhi e penso che la mia fede ha bisogno di qualche ritoccatine per fare un salto di qualità. Questo pensiero mi fa sentire meglio e mi viene da sorridere facendo un paragone: questa mattina il pullman ci portava a Collevalenza, questa sera, tramutati in popolo di Dio, Madre Speranza ci porta da Gesù.
In unità con Gesù e Maria vi saluto caramente. Franca


L'OSPEDALE DEL SIGNORE

Sono andato all'ospedale del Signore per farmi un'analisi di routine ed è venuto fuori che ero ammalato!
Quando Gesù mi misurò la pressione vide che l'avevo bassa di tenerezza. La temperatura invece indicava 40 gradi d'egoismo.
Mi fece un elettrocardiogramma e la diagnosi fu che avevo bisogno di diversi "ponti" nelle mie vene, perché tanto otturate non sono capaci di riempire a sufficienza il mio cuore mezzo vuoto.
Dopo mi mandò in ortopedia: non potevo camminare al fianco di mio fratello e neanche riuscivo ad abbracciarlo, infatti, mi ero fratturato inciampando sulla mia vanità.
Mi riscontrarono anche miopia, non riuscivo a vedere aldilà delle apparenze; quando indicai a Gesù che ultimamente soffrivo un po' di sordità Lui mi disse che ero abituato a sentire i mille rumori di ogni giorno, ma non mi davo mai il tempo per ASCOLTARE la Sua voce che mi chiamava attraverso i suoni della mia vita quotidiana.
Grazie, Signore, perché le tue visite specialistiche sono gratuite. Le ha pagate in anticipo la tua grande misericordia.
Ti prometto che uscendo dall'ospedale starò attento ad applicare tutti i rimedi naturali che mi hai prescritto nel Santo vangelo:
al mattino presto un bicchiere di ringraziamento,
quando arriverò al mio posto di lavoro, un cucchiaio abbondante di un gentile "Buona giornata" a tutti coloro che lavorano con me,
ogni ora una compressa di PAZIENZA, mandata giù con un bel sorso di UMILTA',
quando rientrerò a casa mia non dimenticherò, Signore, la puntura d'AMORE e prima di andare a letto una bella dose di COSCIENZA TRANQUILLA.

GRAZIE, SIGNORE, TU SEI DAVVERO IL MIO MEDICO DI FIDUCIA.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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