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MARZO 2016

     

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Questo mese parleremo del documento che il 12 febbraio scorso papa Francesco e Kirill patriarca di Mosca e capo della Chiesa ortodossa russa, hanno sottoscritto congiuntamente in occasione del loro incontro a Cuba.

            Qualche parola di introduzione storica: come sappiamo, fu nel 1054 che si verificò quello che è passato alla storia come il Grande Scisma, la separazione cioè tra la Chiesa di Roma e quella d'Oriente che si autoproclamò ortodossa, cioè “della retta fede”. Le due Chiese sono state da allora divise, per alcuni motivi teologici e soprattutto per riti, tradizioni e liturgia. A volte i rapporti sono stati molto problematici.

L'incontro del 12 febbraio scorso è stato preceduto da altri incontri tra pontefici della Chiesa cattolica e patriarchi ortodossi. Nel 1964  durante il Concilio Vaticano II Paolo VI  incontrò  a Roma  Atenagora, patriarca della Chiesa ortodossa di Costantinopoli: gli affreschi dell'abside della chiesa parrocchiale di San Barnaba ricordano appunto questo episodio. Un altro incontro tra Atenagora e Paolo VI si svolse l'anno successivo  a Gerusalemme; a seguito di quell'incontro fu istituita una  Commissione per il dialogo tra le due religioni che è attiva ancora oggi. Quarant'anni dopo, il primo luglio del 2004, l'allora patriarca di Costantinopoli,  Bartolomeo, venne a Roma per incontrare Giovanni Paolo II e rilanciare il dialogo tra le due chiese. Successivamente, nel 2008, Bartolomeo tornò due volte a Roma per incontrare Benedetto XVI e poi per partecipare ad una liturgia in occasione della festa di San Pietro e Paolo. Bartolomeo ha incontrato anche papa Francesco per due volte, nel 2013 in occasione della prima messa celebrata dal  nuovo pontefice e poi in Vaticano nel 2014 per pregare insieme per la pace.

            Mai però si era potuto realizzare un incontro con il patriarca di Mosca: finché la Russia è stata sotto il comunismo la Chiesa ortodossa russa è stata perseguitata e ha dovuto quindi vivere nel nascondimento; solo dopo il crollo del regime sovietico, ha ritrovato la sua libertà e in 25 anni tantissime nuove chiese sono state edificate e sono sorti molti monasteri, segno della nuova vitalità della Chiesa ortodossa. I tempi quindi erano ormai maturi perché si realizzasse l'incontro del Patriarca di Mosca con il Pontefice romano: papa Francesco l'ha fortemente voluto  e finalmente il 12 febbraio 2016 nell'aeroporto di Cuba i due alti personaggi si sono parlati a lungo e hanno firmato un documento comune, che ora cercheremo di riassumere.

            Dopo una introduzione in cui si ringrazia il Signore che ha permesso l'incontro e ci si augura che sempre più rapidamente si possa proseguire sulla via del confronto e dell'unità (ci auguriamo che il nostro incontro possa contribuire al ristabilimento di questa unità voluta da Dio, per la quale Cristo ha pregato. Possa il nostro incontro ispirare i cristiani di tutto il mondo a pregare il Signore con rinnovato fervore per la piena unità di tutti i suoi discepoli.), il documento tocca diversi altri temi importanti:

 

- la persecuzione dei cristiani: 8-Il nostro sguardo si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione. In molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa i nostri fratelli e sorelle in Cristo vengono sterminati per famiglie, villaggi e città intere. Le loro chiese sono devastate e saccheggiate barbaramente, i loro oggetti sacri profanati, i loro monumenti distrutti. In Siria, in Iraq e in altri paesi del Medio Oriente, constatiamo con dolore l’esodo massiccio dei cristiani dalla terra dalla quale cominciò a diffondersi la nostra fede e dove essi hanno vissuto, fin dai tempi degli apostoli, insieme ad altre comunità religiose.

9-Chiediamo alla comunità internazionale di agire urgentemente per prevenire l’ulteriore espulsione dei cristiani dal Medio Oriente. Nell’elevare la voce in difesa dei cristiani perseguitati, desideriamo esprimere la nostra compassione per le sofferenze subite dai fedeli di altre tradizioni religiose diventati anch’essi vittime della guerra civile, del caos e della violenza terroristica....

12- Ci inchiniamo davanti al martirio di coloro che, a costo della propria vita, testimoniano la verità del Vangelo, preferendo la morte all’apostasia di Cristo. Crediamo che questi martiri del nostro tempo, appartenenti a varie Chiese, ma uniti da una comune sofferenza, sono un pegno dell’unità dei cristiani.

- il dialogo interreligioso: 13 -In quest’epoca inquietante, il dialogo interreligioso è indispensabile. Le differenze nella comprensione delle verità religiose non devono impedire alle persone di fedi diverse di vivere nella pace e nell’armonia. Nelle circostanze attuali, i leader religiosi hanno la responsabilità particolare di educare i loro fedeli in uno spirito rispettoso delle convinzioni di coloro che appartengono ad altre tradizioni religiose. Sono assolutamente inaccettabili i tentativi di giustificare azioni criminali con slogan religiosi. Nessun crimine può essere commesso in nome di Dio, «perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace» (1 Cor. 14, 33).

- la libertà religiosa: 14-Nell’affermare l’alto valore della libertà religiosa, rendiamo grazie a Dio per il rinnovamento senza precedenti della fede cristiana che sta accadendo ora in Russia e in molti paesi dell’Europa orientale, dove i regimi atei hanno dominato per decenni. Oggi le catene dell’ateismo militante sono spezzate e in tanti luoghi i cristiani possono liberamente professare la loro fede. In un quarto di secolo, vi sono state costruite decine di migliaia di nuove chiese, e aperti centinaia di monasteri e scuole teologiche. Le comunità cristiane portano avanti un’importante attività caritativa e sociale, fornendo un’assistenza diversificata ai bisognosi. Ortodossi e cattolici spesso lavorano fianco a fianco. Essi attestano l’esistenza dei fondamenti spirituali comuni della convivenza umana, testimoniando i valori del Vangelo. 15. Allo stesso tempo, siamo preoccupati per la situazione in tanti paesi in cui i cristiani si scontrano sempre più frequentemente con una restrizione della libertà religiosa, del diritto di testimoniare le proprie convinzioni e la possibilità di vivere conformemente ad esse. In particolare, constatiamo che la trasformazione di alcuni paesi in società secolarizzate, estranee ad ogni riferimento a Dio ed alla sua verità, costituisce una grave minaccia per la libertà religiosa. È per noi fonte di inquietudine l’attuale limitazione dei diritti dei cristiani, se non addirittura la loro discriminazione, quando alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica.

- l'Europa e le sue radici cristiane: 16. Il processo di integrazione europea, iniziato dopo secoli di sanguinosi conflitti, è stato accolto da molti con speranza, come una garanzia di pace e di sicurezza. Tuttavia, invitiamo a rimanere vigili contro un’integrazione che non sarebbe rispettosa delle identità religiose. Pur rimanendo aperti al contributo di altre religioni alla nostra civiltà, siamo convinti che l’Europa debba restare fedele alle sue radici cristiane. Chiediamo ai cristiani dell’Europa orientale e occidentale di unirsi per testimoniare insieme Cristo e il Vangelo, in modo che l’Europa conservi la sua anima formata da duemila anni di tradizione cristiana.

-i giovani: 22. Oggi, desideriamo rivolgerci in modo particolare ai giovani cristiani. Voi, giovani, avete come compito di non nascondere il talento sotto terra (cfr. Mt. 25, 25), ma di utilizzare tutte le capacità che Dio vi ha dato per confermare nel mondo le verità di Cristo, per incarnare nella vostra vita i comandamenti evangelici dell’amore di Dio e del prossimo. Non abbiate paura di andare controcorrente, difendendo la verità di Dio, alla quale odierne norme secolari sono lontane dal conformarsi sempre.

In questa sede, mi sembra opportuno sottolineare in modo particolare ciò che nel documento firmato da papa Francesco e dal Patriarca di Mosca viene detto a proposito di famiglia e di difesa della vita

- la famiglia: 19. La famiglia è il centro naturale della vita umana e della società. Siamo preoccupati dalla crisi della famiglia in molti paesi. Ortodossi e cattolici condividono la stessa concezione della famiglia e sono chiamati a testimoniare che essa è un cammino di santità, che testimonia la fedeltà degli sposi nelle loro relazioni reciproche, la loro apertura alla procreazione e all’educazione dei figli, la solidarietà tra le generazioni e il rispetto per i più deboli.

20. La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione ed insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono. Il matrimonio è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica.

- la difesa della vita: 21. Chiediamo a tutti di rispettare il diritto inalienabile alla vita. Milioni di bambini sono privati della possibilità stessa di nascere nel mondo. La voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio (cfr. Gen. 4, 10)

Lo sviluppo della cosiddetta eutanasia fa sì che le persone anziane e gli infermi inizino a sentirsi un peso eccessivo per le loro famiglie e la società in generale.

Siamo anche preoccupati dallo sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, perché la manipolazione della vita umana è un attacco ai fondamenti dell’esistenza dell’uomo, creato ad immagine di Dio. Riteniamo che sia nostro dovere ricordare l’immutabilità dei principi morali cristiani, basati sul rispetto della dignità dell’uomo chiamato alla vita, secondo il disegno del Creatore.

E' bello vedere che Francesco e Kirill si sono trovati d'accordo nel ribadire con parole particolarmente forti ed incisive, concetti di cui noi conosciamo bene l'importanza e che sono oggetto di contestazione nel mondo di oggi: noi cattolici non siamo soli nella difesa della famiglia e della vita. I fratelli ortodossi, per ora ancora separati ma speriamo presto uniti, sono accanto a noi in questa battaglia. E' inutile nasconderlo: siamo chiamati a proclamare a voce sempre più alta queste verità di ragione e di fede, nelle sedi opportune, ma soprattutto nella nostra vita di tutti i giorni, senza reticenze o timori, anche se le voci  contrarie sembrano sovrastarci. E' anche questa una forma di 'martirio' (cioè di 'testimonianza') alla quale non possiamo sottrarci.

            Il documento si conclude con una preghiera alla Vergine perché con la sua intercessione, incoraggi alla fraternità coloro che la venerano, perché siano riuniti, al tempo stabilito da Dio, nella pace e nell’armonia in un solo popolo di Dio, per la gloria della Santissima e indivisibile Trinità!

 

                                                                                   A cura di Antonella

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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