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MARZO 2011

     

PARLA MARIA (Maria Valtorta, quaderni del ’44)

 

            “E poiché sono la Madre, parlo io pure stringendovi al seno per indurvi alla fede, miei figli che vedo morire, nutriti come siete di tossico di morte.

            Ve ne prego per quel mio Figlio che ho dato con dolorosa gioia per la vostra salvezza, tornate sui sentieri del Cristo. Avete scritto il suo nome santissimo sui vostri sentieri. Ma è un profanarlo. E se non fosse che il nemico vi offusca la mente e vi regge la mano forzandola a scrivere ciò che il buon senso non potrebbe indurre a scrivere, quel Nome benedetto non lo scrivereste sulle vie per le quali Satana viene a voi e sulle porte dei vostri grotteschi templi di senza-Dio.

            Ma io dico per voi al Padre: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” e vi chiedo al Padre santo, poveri figli irretiti da Satana. Io ho vinto Satana in me e per gli uomini. Esso è sotto il mio piede. Lo vincerò anche in voi, purché veniate a me.

            Io sono la Madre. La Madre che l’Amore ha fatto madre del bell’amore. Io sono quella in cui riposa, come in un’arca, la mamma della Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al mio potere di effonditrice di questo divino tesoro.

            Io sono la Madre della Verità  che in me si fece carne. Io sono la portatrice della Sapienza dell’uomo. Attraverso me la speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io sono la sede della Sapienza che mi fece sua e Madre del Figlio di Dio.

            Venite, che io vi porti al Cristo tenendovi per mano, con questa mia mano che ha sorretto i primi passi del Gesù – Salvatore per le vie della terra e che gli ha insegnato a camminare perché sollecito salisse al Golgota per salvare voi, a me più cari, perché i più infelici fra gli uomini, i condannati che lotto per strappare al potere che vi trascina all’abisso, per salvare al Cielo.

            Guardate quanto ho pianto per voi. Perchè voi non siete coloro che cadono trascinati da peso di carne, così impetuoso e improvviso che vi abbatte senza darvi tempo e modo di reagire. Voi siete quelli che tenacemente scientemente, commettono la colpa che non è perdonata, l’ha detto il Figlio mio (Mt 12,32). Voi negate la Verità per farvi, di menzogne nefande, delle verità. Voi divenite luciferi. E potreste essere angeli!

            Non chiedo molto da voi. Sol che mi amiate come una Madre, sol che mi chiamiate. Il mio nome sarà già miele alle vostre labbra attossicate. E sarà salvezza perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama me non può non amare la Verità che è il Figlio delle mie carni. Io non rimprovero. Io non condanno. Io amo. Unicamente amo.

            Non vi devo far paura perché sono più mite di agnella e più pacifica dell’ulivo. Tanto mute che, superando le agnelle, ho lasciato che mi venisse strappata dal seno la mia Creatura e mi fosse sacrificata su cruento altare senza reagire, senza maledire. Tanto superiore all’ulivo, che ho fatto, da me stessa, di me stessa uliva nella mola, e mi sono fatta torchiare dal dolore per stillare dal mio verginale e materno cuore immacolato, l’olio per medicare le vostre ferite e per consacrarvi al Cielo.

            Posatemi nel grembo la testa malata. Io la guarirò e vi dirò le parole che la Sapienza mi dice per condurre voi alla Luce di Dio.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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