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DICEMBRE 2007

 

 

Altri dettagli sull’effetto – serra a cura di Dada (continua dal numero precedente)

( Lo studio è tratto dal libro di Antonino Zichichi ed. BUR “Scienza ed emergenze planetarie”

 

            (…) L’effetto più evidente dell’aumento di Anidride Carbonica dovrebbe essere un aumento della Temperatura media della Terra. Qui però non soltanto le misure sono carenti. Ma per interpretarle c’è bisogno di modelli numerici complessi e sui quali c’è molto da fare e da capire,

            Una grande assise sull’effetto – serra, si ebbe ad Erice nel 1989: da allora non sono venuti fuori risultati che non fossero già noti. Il discorso non vale soltanto per l’effetto – serra. Esso è più generale e si potrebbe sintetizzare dicendo che nessuno conosce, oggi, qual è il vero stato di salute del pianeta. Inutile aggiungere che alla mancanza di risultati sulle varie quantità necessarie per capire come stanno le cose, non si potrà fare fronte con tavole rotonde e discussioni.

            Se mancano dati sullo stato di salute del pianeta, nessuno può dirci cosa bisogna fare per salvarlo. L’unico aspetto positivo di questo battage pubblicitario è il coinvolgimento dell’opinione pubblica.

            Abbiamo già detto che se l’effetto – serra non esistesse, la Temperatura della nostra Terra sarebbe incredibilmente bassa: appena -18°. E adesso attenzione ad attribuire tutta la responsabilità del tanto declamato surriscaldamento del pianeta all’aumento di Anidride Carbonica prodotto dall’industrializzazione.  La densità di questo gas nell’Atmosfera, prima che l’uomo introducesse l’Industria nelle sue attività, era di circa 280 molecole per milione di molecole d’aria. Adesso siamo, secondo le misure più accreditate, al livello di 355 parti per milione. Questo apporta al bilancio termico un contributo pari ad un aumento di qualche wat per metro quadrato di superficie. Si tratta di una quantità di potenza confrontabile a quella prodotta dagli altri gas – GHG – presenti nell’Atmosfera: Clorofluorocarburi (CFC), Ozono, Ossidi di Ozono, Metano. Infatti questi gas producono quasi un wat per metro quadrato e, andando al ritmo attuale, la loro importanza sul surriscaldamento della nostra Terra è destinata ad aumentare. Vorremmo aggiungere qualche dettaglio sul Metano. Non se ne parla quasi mai. Eppure il Metano produce effetto – serra molto più dell’Anidride Carbonica. A parità di Massa, il Metano è settanta volte peggio. Ogni anno vengono immessi nell’aria circa 400 milioni di tonnellate di Metano. In buona parte esso viene assorbito dal suolo e ossidato nell’aria. Il resto rimane nell’Atmosfera, mediamente nove anni. La quantità totale di Metano nell’aria ha oggi un valore eguale a quella registrata 130.000 anni fa. Potremmo dire: ma allora non c’è da preoccuparsi. No. Perché quel valore è il massimo di tutte le ere succedutesi in 130.000 anni. E’ chiaro che bisogna smetterla. Impresa molto difficile. Infatti, l’immissione di Metano nell’Atmosfera è legata in buona parte, alle attività agricole. Aumentare l’efficienza della produzione agricola sembra un obiettivo legato alla nostra stessa esistenza. E sempre alla nostra esistenza sembra legato l’aumento del numero di animali d’allevamento per produrre carne. Se fossero queste sostanze i veri responsabili, servirebbe a poco ridurre il tasso di Anidride Carbonica.

            Se invece fosse stabilito con certezza che sono l’Anidride Carbonica e gli altri gas a produrre un aumento della Temperatura, si potrebbero togliere dall’Atmosfera tutte quelle sostanze nocive, la cui concentrazione abbia superato livelli di guardia. Ma questi livelli dobbiamo conoscerli.

            In termini assoluti, prima della Rivoluzione Industriale, la quantità di Anidride carbonica prodotta dall’attività dell’uomo era di mezzo miliardo di tonnellate all’anno. Secondo alcune stime, oggi siamo a cinque miliardi di tonnellate.

            L’Anidride Carbonica viene riciclata attraverso una sequenza di processi complicati e ancora non perfettamente capiti. Un ruolo cruciale lo svolgono gli Oceani, le Foreste e tutta la vegetazione in quanto le piante assorbono Anidride Carbonica attraverso il ben noto processo della fotosintesi. Vedremo che ci sono almeno tre tempi che caratterizzano la complessità del ciclo. Il primo è l’immissione di Anidride Carbonica nell’aria: anno per anno lo fanno non soltanto gli uomini ma anche gli Oceani e le piante. Dove per piante dobbiamo intendere anche il suolo che “vive”.

            I calcoli di certi modelli matematici, costruiti ad hoc, dicono che l’Oceano Globale (l’insieme di tutti gli Oceani e mari) immette, ogni anno, cento miliardi di tonnellate di Anidride Carbonica. Ne assorbe centoquattro miliardi. L’Oceano Grande, quindi, secondo questi modelli, assorbe più Anidride Carbonica (4 miliardi di tonnellate) di quella che immette nell’Atmosfera.

            Le piante e il suolo che vive ne iniettano cento miliardi. Qui il bilancio è pari.

            Senza che ci sia l’uomo, l’Atmosfera riceve, ogni anno, 200 miliardi di tonnellate di Anidride Carbonica dall’Oceano Globale, dalle piante e dal suolo. Però l’Atmosfera ne restituisce all’Oceano, alle piante e al suolo 204 miliardi. Quindi se non ci fosse l’uomo, i calcoli di certi modelli prevedono un deficit di 4 miliardi di tonnellate l’anno. L’uomo, con l’uso dei combustibili fossili, ne immette 5 miliardi. Il totale adesso darebbe un eccesso di un miliardo di tonnellate di Anidride Carbonica all’anno.

            A questo punto è bene registrare un altro dettaglio che si riferisce al problema cruciale: come si fa ad essere sicuri che sia l’effetto-uomo responsabile dell’aumento nei livelli di Anidride carbonica misurati nell’aria. La risposta a questa domanda la possono dare soltanto i modelli. Essi si basano su due ipotesi chiave. La prima dice che l’Anidride Carbonica prodotta dall’uomo rimane per ben 50 anni nell’Atmosfera. La seconda, che l’Anidride Carbonica prodotta dai fenomeni naturali resta in giro appena tre anni. Questa breve permanenza dell’Anidride Carbonica associata alla vita delle piante è corroborata da misure che indicano una variazione stagionale della percentuale di Anidride Carbonica nell’aria. Se non fosse per la vita delle piante, non ci sarebbe modo di spiegare la variazione in tempi brevi - pochi mesi -  nei livelli di Anidride Carbonica dell’aria. D’altro canto, non c’è alcuna prova della permanenza per ben 50 anni dell’Anidride Carbonica prodotta dall’uomo. Per cercare prove a sostegno di questa ipotesi, alcuni ricercatori hanno studiato i dati relativi alle prime esplosioni in aria delle bombe–H negli anni Sessanta. E hanno trovato che il tempo di permanenza nell’Atmosfera del Carbonio–14 prodotto dalle esplosioni, è di 3 anni appena. Non di 50. Insomma non pare ci sia alcuna differenza tra Anidride carbonica prodotta per effetto – uomo e Anidride carbonica prodotta da effetti naturali.

            Se questi studi saranno confermati (e ci vorranno ancora molti anni) l’effetto – uomo dovrà essere ricalcolato. Infatti, finora l’aumento, da 280 molecole di Anidride Carbonica per milione di molecole d’aria agli attuali 355, è stato attribuito all’effetto – uomo. Se nei modelli citati, la permanenza nell’aria di Anidride Carbonica per effetto – uomo viene assunta eguale alla permanenza nell’aria di Anidride Carbonica di origine naturale (Oceani, piante suolo), i calcoli dicono che nell’aumento da 280 a 355, l’uomo è responsabile di appena un quinto. Pertanto dall’inizio dell’Era Industriale a oggi. L’aumento di 75 molecole di Anidride Carbonica per milione di molecole d’aria è dovuto, per 15 molecole all’effetto – uomo e per sessanta molecole a cause naturali. Insomma i due pachidermi – massa solida e liquida della Terra – potrebbero essere i veri responsabili della maggior parte dell’aumento nei livelli di Anidride Carbonica misurati nell’Atmosfera, dal 1750 a oggi.

            Ma non è tutto: c’è da aggiungere all’effetto – uomo, la deforestazione. E qui veniamo ad un altro tema di grande attualità. Abbattere alberi, vuol dire distruggere esseri viventi che assorbono Anidride Carbonica. Con l’attuale ritmo di deforestazione, la quantità di Anidride Carbonica che non viene assorbita dagli alberi, è valutata a due miliardi di tonnellate l’anno. Quindi l’effetto – uomo ammonta a sette miliardi di tonnellate. Nel bilancio globale, si passa così a un eccesso di tre miliardi di Anidride Carbonica che, ogni anno si aggiungono a quelli già esistenti. Questo eccesso però va capito bene. Infatti, l’imputato - uomo potrebbe difendersi dicendo: l’aumento del livello annuo di Anidride Carbonica non dipende solo da me. Io, uomo, ho la responsabilità dell’uno per cento nel totale esistente di Anidride Carbonica nell’aria. Questo totale si valuta sui 750 miliardi di tonnellate. La parte di effetto – serra, causata dall’Anidride Carbonica, dipende dalla quantità totale di questa sostanza. C’è poi il problema della circolazione globale di questo gas cui partecipa, in modo dominante, la massa solida e liquida della terra. La quantità di Anidride Carbonica che circola non è la massa totale ma meno di un terzo: 207 miliardi di tonnellate entrano, 204 escono. Dice l’uomo: il problema va studiato nella sua globalità, senza dimenticare i tempi associati ai vari cicli. Oltre al ciclo “breve”, di pochi anni, vanno considerati i cicli a tempi meno brevi. (…)

            L’aumento nel tasso di Anidride Carbonica, registrato negli ultimi anni, o addirittura dall’inizio dell’Era Industriale, potrebbe avere origini lontane. E cioè nei cicli lenti cui partecipano gli Oceani, le piante e il suolo. Non possiamo ignorare che l’attività dell’uomo (combustibili fossili e deforestazione) rappresenta – quantitativamente – lo ripetiamo, un disturbo al livello dell’uno per cento, se riferito al totale di Anidride Carbonica presente nell’aria.

            E’ necessario dimostrare che un effetto così piccolo abbia alterato un ciclo dominato da effetti naturali che sono molto più potenti dell’uomo. Può darsi che sia così, ma è necessario dimostrarlo in modo rigoroso. Passiamo ad un altro dettaglio.

            Com’è noto, la massima produzione di Anidride Carbonica è concentrata nell’Emisfero Nord: le industrie dei paesi ricchi non sono nel sud del pianeta. Ciò nonostante, la distribuzione di questo gas è quasi perfettamente uniforme. Questa uniformità è una dimostrazione dei tempi lunghi che caratterizzano il ciclo dominante dell’Anidride Carbonica. E del fatto che l’effetto – uomo è una perturbazione molto piccola in questo ciclo.

            Prima di chiudere vorremmo ricordare che l’espansione demografica esige nuove sorgenti di cibo e di Energia. Quindi più Metano e più Anidride carbonica nell’Atmosfera. Qual è la via d’uscita? Bisogna fissare i limiti oltre i quali non andare.

            Da quanto precede, una cosa è evidente. La complessità dell’effetto – serra. Ma questo è soltanto uno tra i tanti effetti che determinano lo stato di salute del nostro pianeta. Se ne ricordi bene il lettore: costa centomila miliardi di Lire il chech-up del pianeta, se lo si vuol fare in modo rigorosamente scientifico. E’ di questo che c’è bisogno, non di notizie-bomba che poi lasciano tutto come prima.

            L'effetto - serra e le sue conseguenze sul Clima sono ancora nel limbo dei modelli matematici costruiti ad hoc.

Immaginiamo di partire da 6 Km di altezza. Là dove la Temperatura è -18°. E cioè quella "giusta" se non fosse per l'effetto - serra. Scendendo un chilometro troveremmo che la Temperatura è aumentata di 5 gradi e mezzo. A questo aumento di Temperatura per chilometro, si dà il nome di "gradimento termico dell'Atmosfera". Si provi a moltiplicare sei per cinque e mezzo: si otterrà 33. Siamo partiti da -18°. Meno 18 gradi + 33 ci da +15°: la Temperatura superficiale della Terra. Adesso attenzione. Tutto quanto precede sono discorsi che si basano su modelli. La Terra viene descritta come una sfera solida, circondata da uno strato d'aria che ha lo spessore di 6 Km. Questo strato d'aria - dice il modello - è come una coperta planetaria che circonda la Terra. Grazie all'effetto - serra la coperta si riscalda. Nella sua parte esterna, la Temperatura è - 18°. Nella sua parte interna, quella a contatto col suolo, la Temperatura della coperta è di +15°. Lo strato d'aria di 6 Km che circonda la Terra è quindi una formidabile coperta che ci permette di stare al caldo. (....)

Nessuno può pretendere di saperne di più se prima non riesce a dare risposte rigorose a tutti i quesiti aperti. Con l'effetto - serra siamo lungi da questo traguardo. (Continua ai numero successivo)

 

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In fretta (di Stefania Consoli)

Se ci fermiamo un attimo ad ascoltare il ritmo della vita che scorre dentro di noi, scandita dal pulsare del cuore, ci accorgiamo di quanto sia lento, calmo e armonioso. A meno che non siamo noi stessi a costringerlo ad accelerare quando affrontiamo il nostro quotidiano in fretta e talvolta in furia.

Il nostro giornale - l'Eco - arriva in molte parti del mondo e probabilmente gli uomini di terra d'Africa o di altri paesi remoti non hanno gli stessi affanni dell'uomo occidentale, immerso inesorabilmente in un meccanismo produttivo che in continuo lo minaccia: "Chi si ferma è perduto!". Ma chi l'ha detto?

Mi consentano allora gli amici africani di parlare a chi si sveglia la mattina con la mente già affollata dalle cose da sbrigare e che poi si addormenta a sera sfinito, pensando: "Avrò fatto tutto?", invece di chiedersi: "Quello che era importante, l'ho vissuto bene? L'ho compiuto in modo da custodire in me la pace?".

Corriamo per garantirci serenità, spesso costruendola in modo artificiale, e non ci accorgiamo che talvolta ci sfugge persino l'occasione di assaporarne il gusto. Eseguiamo i nostri doveri meccanicamente e ci sembra di non aver concluso nulla. Forse allora vale la pena sostare un po' a riflettere cosa dobbiamo cambiare.

Per scoprirlo ci conviene ancora una volta spiare Maria. Sì, d'accordo, il suo tempo non era il nostro tempo convulso e sempre più esigente: il tempo del "tutto-e-subito", dell"usa-e-getta", del "gratta-e-vinci"... La Palestina di 2000 anni fa non era misurata dal contachilometri delle automobili; forse lo scalpiccio di zoccoli sul selciato era l'unico rumore per via. Non pretendiamo quindi di confrontarci con quello che faceva Maria, ma su come lo faceva.

Anche la Vergine, ci dice s. Luca, «raggiunse in fretta» la casa di Elisabetta (cf. Le 1,39). Ma la sua premura era di natura del tutto diversa. Significava infatti: sollecita interiormente a seguire la volontà di Dio; pronta a lasciare le proprie cose per visitare l'altro; disposta a rinunciare al gusto solitario della novella gravidanza per condividerla con la parente lontana.

Maria raggiunse in fretta la città di Giuda, ma poi una volta arrivata certamente visse le minime cose del quotidiano immersa nella vita di quel Dio che già portava in grembo. Semplici gesti che assumevano un'aria regale perché fatti con cura, attenzione e dedizione. Senza la nostra solita dispersione.

Se ad ogni cosa, anche la più ovvia o apparentemente banale (come salire e scendere le scale!) donassimo il meglio di noi stessi pensando a quello che stiamo facendo, scopriremmo un mondo che altrimenti ci sfugge, la meraviglia di cose perfettamente create e armoniosamente connesse, a cominciare dal nostro corpo capace di esprimersi in modo prodigioso.

            Ammireremmo il genio umano che sa trasformare in utile e bello anche gli oggetti più elementari. Ci accorgeremmo che tutto è dono per noi, dall’acqua quando ci laviamo il viso al mattino, alle coperte che "ci tiriamo su" per proteggere il sonno della notte. Nascerà allora in noi un costante sentimento di gratitudine che dilaterà il nostro respiro fino a quietarlo. In tutto l'essere si farà pace.

Ma se poi non riusciamo a fare tutto quello che dobbiamo perché il mondo ci supera e continua la sua corsa nonostante noi? Il trucco c'è. Basta affidare a Dio al principio di ogni nuovo giorno i nostri programmi e le faccende. Egli ci aiuterà a comprendere l'essenziale. Sarà lo Spirito Santo a selezionare in noi l'urgente dall'inutile, donandoci sapienza per affrontarlo e forza per realizzarlo.

            Svanirà il nervosismo prodotto dalla fretta e sorgerà in noi gioia, perché godremmo ogni attimo nella sua pienezza senza moltiplicare sprechi di vita preziosa.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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