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GENNAIO 2008

     

La coscienza del mondo Jaroslav Smeljakov

 

Mia buona mamma, buona e generosa.

Tu prova un giorno, coronato o storpio,

a presentarti a lei

per vantare fortuna od affogare

la tua tristezza.

Ti darà il tè, ti appresterà la cena,

saprà ascoltarti;

e per la notte ti sistemerà

tu nel suo letto, lei là sul baule.

 

Vecchia mia! Ne ha vedute

d'ogni colore.

Offese inganni insulti ha conosciuto:

ma la lezione non l'è valsa a niente.

Spenti i fanali, le finestre buie,

da noi soltanto, fino a notte tarda,

ancora splende un lumicino allegro.

 

E lei, sopra una lettera

curva. Niente si scorda.

Non sa cos'è pigrizia,

risponde a tutti in ogni direzione.

Con uno pena, con l'altro gioisce.

La coscienza del mondo è la mia mamma.

 

Veglia a lungo sui fogli, scostando il ciuffo grigio

(per riposare è sempre troppo presto);

non chiude gli occhi stanchi,

per riscaldare i vicini e i lontani

col vispo fuoco della sua bontà.

 

Ha un saluto per tutti, vorrebbe tutti amici

e combinare nozze fra quelli che conosce.

Sogna di averli tutti intorno alla sua tavola

e lei, come di troppo,

silenziosa in un angolo a seguire

il chiasso della festa.

 

Vorrei trovare sempre

un'intesa con te; vorrei lisciare

le tue piccole rughe.

Ed è per questo forse

che scrivo poesia.

Mamma: perché nella mia forza d’uomo

ti porto dentro al cuore

come tu m’hai portato

dentro di te.

 

            Vanità Dada

 

Oh magico amore

che te ne andasti

lasciami il sapore

del mare!

 

Dicevi parole al mio cuore

e io sentivo suoni confusi

e profumi nell’aria leggera

 

Era vanità e frivolezza

su quel mare di cristallo,

gonfio della nostra giovinezza.

 

Quello che ci porta Dominick Ferrante

                               da “Poesie” 1° percorso

Sentendomi un giorno più vuoto

dell’inutile pesantezza dello stato

delle cose poco più utili dell’inutilità

dell’essere ormai freneticanti addosso ai passi

delle ore che scalciano dietro le mode

di nulla, ulla,lla:

la mia testa è esplosa.

Via in mille pezzi, mille posti.

Più vuoto che mai ho capito:

scomposti in unti biglietti vaghiamo;

per intuire tutto. Non capire niente.

Spalmati di cosmica superficialità,

sfiliamo col nostro abito più bello

cercando gli occhi finiti, dove?

 

Danza della pace Laura Zucco

 

Danza,

danza sui piedi bambini

il cuore di oggi

querulo e garrulo

si rincorre si cerca si ama

splendidamente incosciente

un giorno

uno tra i tanti

uno come una preghiera.

E’ un giorno di festa e di giochi

è un giorno senza memorie passato e futuro,

presente

e poi basta.

E un sorriso si avanza

si offre si allarga

quasi una tregua

un’offerta di pace.

Profumo di quiete nell’aria

breve, intensa

sensazione d’armonie

e

in questa immacolata sosta dell’anima

allargare le braccia

in una creduta invocazione

di pace pace pace…

Trema la mano che scrive

trema

perché la danza è al tramonto col giorno

l’incanto si confonde con l’effimero

e domani

è tanto troppo vicino.

 

 


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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