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FEBBRAIO 2008


 

CONVIVENDO CON LE PERSONE A cura di Caterina C.

Tratto dal libro “Quanto peggiore è la persona con la quale vivi, tanto meglio per te” di Alir Sanagiotto, SCJ

 

UOMINI, SI’; ANGELI, NO

            Non possiamo sfuggire a questa realtà. E’ inutile pensare che sia diversa. Le persone che ci circondano, con le quali conviviamo, sono persone normali e non angeli. Sono di fango, carne e ossa, peccatori con i loro difetti, e non puri e perfetti spiriti angelici.

            D’altra parte, noi siamo simili o peggio di loro. Sbagliamo e subiamo le conseguenze degli errori altrui. Deludiamo e siamo delusi. Feriamo e siamo feriti.

            Dobbiamo essere realisti. Vivere nella realtà e non fuori di essa. Finché siamo in questo mondo dobbiamo vivere con gli essere umani, non con essere angelici. Quindi dobbiamo migliorare la nostra arte di vivere con loro. E proprio di questo tratta il libro.

 

SASSO LEVIGATO

            Quando c’è una piena, o per qualche altra ragione una pietra cade in un fiume, essa è in genere aguzza. Piena di spigoli, di punte, irregolare. Ma man mano che rotola e si scontra con le altre pietre del fiume si leviga, diventa liscia. Le punte e gli spigoli scompaiono. Con quanti più sassi si scontra tanto più diventa levigata e quindi più bella.

            Fa piacere guardare, toccare e camminare sui sassi levigati. Sono invece rari coloro che sentono il desiderio di camminare scalzi su pietre aguzze e spigolose. Possiamo senz’altro affermare che quanto più è levigato, tanto è più bello e attraente il sasso. Invece la pietra che cade nel fiume, ma rimane atterrato sul fondo e non rotola né si scontra con altre pietre, rimane sempre uguale: spigolosa, brutta e buona solo a ferire i piedi.       Succede così anche con le persone che vivono isolate. Chi non si confronta con gli altri, rimane sempre uguale: amaro, egoista, chiuso in se stesso. Non cresce, né migliora le proprie qualità. Chi si confronta, invece, chi si lascia mettere in discussione, con il passar del tempo diventerà più “levigato”, “lavorato” e attraente, Di conseguenza, gli altri si sentiranno molto più a proprio agio in sua compagnia.

Il sasso levigato ferisce meno e attrae di più.

            Perciò, quanto più ti confronterai con le persone con cui è difficile convivere, e ti lascerai mettere in discussione e modellare, “per perdere i tuoi spigoli”, le tue punte, tanto più “levigato”, bello e attraente sarai. E questa occasione puoi averla convivendo con persone cattive.

            Poniamo una domanda iniziale: Vuoi essere un sasso levigato e ammirato da tutti, o una pietra che allontana e ferisce?

            Che “onore” dev’essere per il sasso quando qualcuno lo prende in mano e dice: “Che bel sasso! E’ veramente meraviglioso!” Ma questo non è avvenuto per caso. Sono stati i numerosi scontri con le altre pietre che gli hanno fatto perdere il superfluo, “ciò che li imbruttiva”.

            In questo libro troverai una strada per “diventare un sasso levigato e ammirato da tutti”.

Io ho bisogno degli altri

            Al mondo ci sono più di 6 miliardi di persone. Posso immaginare tutti gli uomini riuniti che decidono di “escludermi”, ignorarmi ed isolarmi. Tutti, ma proprio tutti. Nessuno che voglia saperne di me. Nessuno che resti accanto a me.

            In questo caso, “non sentirebbero affatto la mia mancanza!”. In fondo, ognuno di essi avrebbe come minimo ancora 6 miliardi di persone con le quali stabilire un rapporto. Ma io no. Io non avrei più nessuno.

            Lo stesso si può dire di Dio. Continuerà ad essere pienamente felice e uguale se io lo rifiuto, se non mi apro a Lui. Lui ha già la totale e piena felicità. Sono io che ho bisogno di Lui e non il contrario.

            La soluzione, quindi, non è fare la vittima. Voler costringere le persone a volermi bene. Se io non voglio accettarle così come sono, “hanno altri milioni e miliardi di persone da scegliere”. Perciò, quanto peggiore è la persona, che vive con te, tanto meglio. Così avrai in ogni momento un riferimento. Qualcuno in cui specchiarti. Con il quale confrontarti e ricordare, che devi migliorare ogni giorno il tuo rapporto, per conquistare gli altri. Qualcuno che ti ricorderà sempre come non devi essere per non spaventare gli altri. Altrimenti rischi di restare fuori e vivere in futuro solo e abbandonato da tutti.

            Oggi puoi anche pensare di poter vivere da solo. Ma quando invecchierai, quando ti ammalerai e quando vorrai qualcuno con cui parlare e sfogarti?

            Per questo devi spendere le tue energie per conquistare degli amici: sono un grande tesoro. Tieni Gesù come il tuo tesoro (Cfr. Mt 13,44). Lui è l’unico che all’ultimo momento può condurti al Padre (Gio 14,6).

Meglio male accompagnati che soli

            Senz’altro conosci il proverbio che dice esattamente il contrario. Una delle peggiori punizioni per l’essere umano è lasciarlo solo, isolarlo. A chi può piacere di stare in prigione, isolato in una cella, solo in una casa? A chi può piacere di trascorrere il Natale o il passaggio dell’Anno Nuovo da solo?

            In teoria possiamo dire “meglio solo che male accompagnato”. Io personalmente non lo preferisco. Ogni individuo è una benedizione per noi. Anche se ha dei difetti, è pur sempre fatto ad immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,26). Un dono del Padre, creato in modo tanto meraviglioso! (Sal.138,14). Nessun essere umano è stato creato per essere un’isola. Vale anche per te. E’ bello vivere in compagnia. Veramente bello, poi, vivere con persone che ci aiutano ad essere migliori.

            Questo libro contiene un invito: “Sii un promotore di pace e un distruttore di liti”

 

CONSULENZA GRATUITA

            Cosa è meglio scoprire quanto prima che abbiamo un cancro, o lasciarlo crescere e rendercene conto quando non c’è più rimedio?

Noi e le nostre malattie:

  1. Dai sintomi ci rendiamo conto che in noi c’è qualcosa che non va;
  2. Cominciamo a preoccuparci;
  3. Cerchiamo un rimedio casereccio;
  4. Consultiamo qualcuno che sia “più a portata di mano”, che ne sappia un po’ di più e possa indicarci le possibili cause;
  5. La preoccupazione comincia ad aumentare man mano che il tempo passa senza aver trovato un rimedio. Chi se lo può permettere cerca uno specialista, anche se costa caro:
  6. Si fanno gli esami ordinati dallo specialista. Tutto per cercare di diagnosticare le cause del problema. Per ora conosciamo soltanto i sintomi: il dolore, l’abbassamento della vista, il malessere. Vogliamo risolvere il problema, e non semplicemente “mettere una pezza”.

 

Un parallelo nel campo emozionale:

    1. Tutti noi abbiamo problemi emozionali, che ci accompagnano sin dal concepimento.
    2. Ci piacerebbe liberarcene.
    3. Nella maggior parte dei casi non conosciamo la causa. Sentiamo e ne subiamo gli effetti.
    4. Ci piacerebbe scoprire la loro origine. Da dove provengono. Chi può permettersi di pagare, o è disposto a consultare continuamente uno specialista nel campo emozionale?
    5. Gli altri riescono a vedere i nostri difetti meglio di noi.
    6. Quando ci aggrediscono, e “fa male emotivamente”, stanno calpestando qualcuna delle nostre “ferite emotive”.
    7. Gli specialisti sono molto cari, ma le persone che ci circondano ci mostrano le nostre ferite gratis.
    8. Partendo da quello che gli altri mi fanno, e che mi fa male, posso rendermi conto di dove sono ferito. Dalla reazione che ho, posso calcolare la dimensione della ferita che mi porto dietro.
    9. Posso persino chiedere consiglio su cosa fare per migliorare il mio comportamento.
    10. Se mi curo soffrirò meno alla prossima aggressione e sarò più felice per il resto della mia vita, perché curandomi migliorerò la mia qualità di vita.
    11. Non sarà mai troppo ringraziare chi mi ha mostrato gratuitamente gli errori.
    12. La mia conclusione logica: Quanto peggiore è la persona con la quale convivo, tanto meglio per me!

 

Sputare via

            Spesso capita di vedere qualcuno che assaggia un’arancia, o dell’uva. La mette in bocca e sentendo il sapore, fa una smorfia e dice: “Ah che cosa orrenda! Terribile! E’ troppo aspra! Se sono tutte così, è inutile che me ne offri ancora, non ne voglio più”.

            Quando si avvicina il mese di febbraio la vite “comincia a tremare”. Sta arrivando il tempo della potatura. I rami che nel raccolto precedente hanno dato i frutti, verranno tagliati. Se potessimo “sentire la pianta parlare”, forse ascolteremmo qualcosa del genere: “Che individui crudeli e ingrati! Dopo che ho dato loro l’uva mi potano e mi fanno soffrire”.

            Ma poi vengono i rami nuovi, i grappoli e la raccolta dell’uva. La pianta che non era stata potata produrrà uva aspra, quella potata produrrà uva dolce.

            Il momento della potatura è stato duro e sofferto. Adesso la conclusione è un’altra: quello che sembrava essere il mio boia è stato il mio migliore amico. E’ grazie a lui che adesso produco un’uva che fa dire alle persone: Uhm! come è buona quest’uva! Che meraviglia! Mentre l’uva della pianta non potata viene sputata via, la mia è ricercatissima.

            Che cosa vuoi essere adesso e in futuro? Uva dolce o aspra? Apprezzata o sputata via? Che le persone ti restino accanto o che fuggano da Te? La potatura “fa male” ma fa bene.

 

Fammi povera

            I nostri “potatori” sono i genitori, i formatori e “le persone difficili” che ci circondano. Quanto “peggiori” e più esigenti sono, tanto meglio. “Ci lasceranno rami più piccoli”. C’è persino un proverbio che le viti dicono ai loro potatori: “Fammi povera e ti farò ricco”.

            Se hai genitori che spesso ti permettono di uscire in certi orari, con certe compagnie e frequentare certi ambienti che giudicano non adatti a te, sul momento soffrirai per la potatura. Magari piangi, reclami. Ti chiudi in camera per protesta. Aggredisci, ti arrabbi con loro. Dici che non hanno fiducia in te. Fai presente che i genitori dei tuoi compagni sono molto più liberali. Che permettono ai figli di fare quello che vogliono e di rientrare all’ora che più gli piace. Possono portare i fidanzati a casa. Insomma, a loro tutto è permesso. Magari dirai anche: “Perché non sono figlio/a loro? Mi concederebbero tutta la libertà! Non potano i loro figli!” Permettono ai figli di fare l’amore come e quando vogliono. Non proibiscono nulla, concedono tutto.

            Prendi nota: tra qualche anno vedrai come sarà la vita sentimentale di questi tuoi compagni nel matrimonio, nella famiglia. Il libertinaggio, in genere “costa caro”. La vita non è fatta solo di piacere, ma di rinuncia e sacrificio. Domanda ai tuoi genitori e vedrai che la vita da sposati si costruisce molto di più con i sacrifici, le rinunce, le difficoltà e le battaglie che con il piacere.

            In Germania un giovane venne condannato a morte. Prima dell’esecuzione gli condussero la madre. Tutti credevano che come ultimo atto della vita avrebbe pianto tra le sue braccia. Ma non fu così. Quando ebbe davanti la madre le si avvicinò e con grande violenza le diede uno schiaffo sulla faccia dicendo: “Morirò per colpa tua! Mi hai sempre permesso di fare quello che volevo. Non mi hai mai corretto. Per questo ho preso la strada del delitto. Se mi avessi corretto non sarei certamente qui!”

            A questo ragazzo era mancato qualcuno che lo correggesse. E a te? Se hai chi è disposto a correggerti, accetti o no la potatura? La decisione spetta a te. Le conseguenze verranno dopo.

 

Vuoi essere uva dolce o aspra?

            Molte volte le persone si comportano con noi come con l’uva: Sono capaci di dire: “Uhm! che persona meravigliosa! Che ragazzo fine ed educato! Come mi piacerebbe avere un marito così!... Come sa valorizzarsi questa ragazza! Lei sì che ha tutto per essere una buona compagna, una buona moglie e madre dei miei figli”.

            D’altra parte sono anche capaci, senza girarci tanto intorno, di scartare chi ritengono privo di valore: “Che futuro può avere un tipo simile? Uno che non fa altro che bere, non studia, non riesce ad andare d’accordo nemmeno con i suoi genitori, cambia fidanzate più di quanto cambi camicia!” E nei confronti di una ragazza: “Non voglio certo una “donna facile” come questa per moglie. Se ho una “gallina in casa”, di sicuro non mancheranno galli intorno al mio cortile. E’ troppo volgare. Se mai dovesse sposarsi, credo che non durerebbe nemmeno un anno”.

            Effettivamente, una o due arance aspre possiamo anche sopportarle, ma un intero cesto è troppo. Così succede con le persone acide. Gli altri le possono persino sopportare per un po’ di tempo, ma poi le scartano. Allora, invece di reclamare per la potatura, accettiamola, anche se in quel momento fa male e ci fa soffrire. Poi avremo frutti dolci. Avremo molti amici e saremo felici in qualsiasi ambiente. Anche se circondati da persone cattive. Lasciamoci potare adesso per non piangere dopo.

            Leggi Gv 15,1-8, vedrai che Gesù ha già usato questo paragone, e vedrai quanto è importante quello che dice.

 

Quello che indurrà l’altro a cambiare

            Qual è il mio desiderio: imporre la mia volontà o aiutare l’altro a cambiare? Come riuscire a far cambiare l’altro?

            A cosa servono i miei consigli, le mie verità? Qual è il frutto finale di ciò che sto impiantando, o dicendo? Cosa sto ottenendo? Non basta che l’intenzione sia buona! Non è questo che indurrà l’altro a cambiare. Dopo molti anni di tentativi sempre sulla stessa strada, non sarebbe forse meglio cercare di cambiare lo schema, il modo di comunicare? In fondo ciò che m’interessa è il risultato finale. Che risultati sto ottenendo nel mio rapporto?

            Inoltre possiamo essere certi: riusciremo a convincere la persona a cambiare solo se conquisteremo il suo cuore. In genere “la porta d’ingresso non è la testa, ma il cuore”. “Conquistato il cuore si arriva alla testa”. Allora la persona crederà in noi e accetterà la proposta di cambiamento che gli stiamo suggerendo. E assumerà un atteggiamento diverso nella vita e nel modo di comportarsi.

            Offri un’occasione a “ciò che è diverso” e applica almeno qualcuno dei suggerimenti che ti proponiamo in questo libro per migliorare il tuo rapporto con gli altri.

 

 
 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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