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MAGGIO 2012

     

 Cos’è il cielo? Luciana Canapa

 

            Il cielo è un immenso specchio dove tutti i cimiteri del mondo riflettono le loro luci… che noi chiamiamo stelle.

 

Il vecchio eucalipto – Rapallo – Nagge Luciana Canapa

            Solo il mare in quella notte ventosa

            poteva ascoltare i tuoi lamenti:

            eri triste e piangevi.

            Per i passanti eri un mito

            tu che da decenni purificavi l’aria di questo sito.

            Il tuo cuore era malato e stanco

            e nessuno l’aveva capito.

            Così, in quel buio mattino,

            gridando il tuo dolore

            ti sei lasciato andare

            guardando là, verso le onde del mare.

 

Il nuovo eucalipto – sempre a Rapallo Nagge Luciana Canapa

            Mio padre l’aveva capito che le radici

            che l’avevano alimentato, presto l’avrebbero lasciato.

Io, nato dal suo seme, mi nutro della sua stessa terra.

Ripercorrerò con la mie radici,

le orme lasciatemi in eredità.

Ossigenerò l’aria come fece lui in tanti lustri,

pregherò il buon Dio, affinché il paese che mi ospita,

guardando me, ricordi sempre la maestosità

che aveva colui che mi ha generato  

 

Saranno ormai quattro anni, è stato uno dei simboli di Rapallo dalle Nagge.

 

Ascolta l’istruzione di tuo padre Iolanda Lo Monte

 

            L’insegnamento della Sapienza viene presentato come quello di un padre e di una madre.

            Cos’è, infatti, Dio per gli uomini? Egli è il vero Padre e vorrebbe essere ascoltato dai suoi figli, è come una madre che insegna a camminare e che nutre i suoi figli.

            La Parola, infatti, è nutrimento, sazia chi l’accoglie. In un mondo che lascia spesso orfani, Dio, con amore appassionato, si rivolge a noi come figli. Questo siamo sempre per Lui, anche quando ci allontaniamo.

            Come sempre nella Bibbia, l’ascolto è all’inizio dell’alleanza tra Dio e il suo popolo. “Ascolta, Israele”, dice il Signore. I profeti spesso invitano il popolo ad ascoltare. Chi non ascolta il Signore che parla, ascolta solo se stesso e finisce per disprezzare l’insegnamento di Dio. La Sua Parola è più preziosa delle collane e degli oggetti preziosi che ornano una donna: “Saranno corona preziosa sul tuo capo e monili per il tuo collo”.

            Perché questa insistenza sull’ascolto? C’è una seduzione del male che insidia la vita del credente in cui è facile cadere. L’ascolto diventa dirimente: “Chi non accoglie la Parola di Dio si lascia facilmente sedurre da coloro che, con l’inganno, vogliono trascinare ad una vita dominata dal denaro, da cui dipende ogni violenza.

Prima domenica di Quaresima Iolanda Lo Monte

 

            Abbiamo iniziato questo tempo che, insieme a tutta la Chiesa chiamiamo tempo prezioso di grazia, significativo non tanto perché dobbiamo dimostrare che siamo forti, ma per vivere una forte esperienza di Dio. Lo abbiamo iniziato mercoledì con la cenere sulla nostra testa, oggi siamo all’inizio di questo cammino, con la prima domenica di Quaresima, con un’altra polvere, la polvere del deserto.

            Vogliamo chiedere al Signore che ci doni l’abbondanza dello Spirito Santo, perché c’illumini, ci sostenga e ci aiuti a comprendere e a vivere questo tempo santo. E’ un tempo stupendo, preziosissimo, è un tempo in cui Gesù vuole liberarci dalle nostre angosce umane e riempirci del Suo Spirito, per renderci capaci di vivere come Lui.

            La Quaresima è un tempo in cui Dio combatte il demonio per noi, per liberarci e darci la capacità di poter vivere come Lui. Che sia una Quaresima di amore! Amare con serenità, con sincerità.

            Vivere da cristiani come Gesù, significa lasciarsi mettere alla morte per amore, attraverso le piccole mortificazioni della vita. Egli vuole fare di noi persone che amano nella sobrietà, nel silenzio, con un amore semplice, profondo, sincero, che arriva a dare agli altri la vita e donarla senza aspettarsi nulla in cambio.

            Quaresima è un tempo importante perché ci aiuta ad imparare ad amare. Iniziamo ad amare noi stessi, accogliendoci come siamo. Se non partiamo da noi stessi, non possiamo arrivare agli altri.

 

Maggio 2012 Iolanda Lo Monte

               

            Il mese dedicato a Maria, la nostra Mamma celeste, illumini il nostro cuore di cristiani, ci doni la gioia di vivere e la speranza di seminare il bene con la nostra testimonianza. I doni che abbiamo ricevuto sono uno strumento di crescita per un disegno di salvezza, che Dio ha predisposto per noi nel Suo infinito amore di Padre. Certo, occorre lottare con tutte le nostre forze per non farci sconfiggere dallo scoraggiamento, E’ necessario iniziare ogni giorno in modo nuovo e fresco, liberi di deporre ogni nostro dono in ogni giorno che ci è dato.

            In questo mese la Mamma ci raccomanda la recita del Rosario: è un segno di predestinazione al Paradiso. Il Rosario, preghiera della famiglia, è un tesoro da riscoprire. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po’ il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si considerano con Lui gioie e dolori, si mettono nelle Sue mani bisogni e progetti, si attingono da Lui speranza e forza per il cammino.

 

Il dolore in sé Iolanda Lo Monte

 

            La sofferenza è stata introdotta nell’umanità in conseguenza di un atto liberamente posto all’inizio del genere umano. L’uomo avrebbe potuto, allora, respingere tutte le conseguenze del peccato con la fedeltà al volere di Dio. Con la trasgressione il dolore è entrato nella vita dell’uomo e fa parte ormai della sua esistenza accompagnandolo spesso all’atto conclusivo, uguale per tutti: la morte. Il dolore, in verità, è entrato nell’esistenza umana come ospite sgradito. Quando bussa alla porta di ognuno, entra senza attendere risposta, senza dire il tempo della permanenza: per chi ne è toccato è l’oro della prova!

            Il dolore è la privazione di un bene posseduto oppure desiderato, eppure è un fatto positivo e di costruttivo. Se lo consideriamo in piano fisico esso è distruzione: si soffre perché un organo non funziona e in questo caso la sofferenza è il campanello di allarme dell’alterazione.

            Si soffre per la vita che va verso il declino ed è allora l’indice che il giorno volge al tramonto, mentre si vorrebbe lavorare ancora con l’energia e l’entusiasmo del mattino. Il dolore è angoscia e lacerazione dell’anima.

            Si soffre perché una persona cara viene meno su questa terra ed il fatto ci ricorda che non abbiamo qui una perenne dimora, ma tendiamo ad una patria ove non ci saranno più separazioni e distacchi.

            Si soffre nel momento della tentazione e questo indica una malattia dello spirito, per cui dobbiamo affrontare l’urto della passione per costruire, pezzo per pezzo, quella perfezione a cui siamo stati chiamati.

 

Dopo Pasqua Iolanda Lo Monte

 

            Vogliamo ringraziare Iddio della stagione che stiamo vivendo: la natura si sta risvegliando e la primavera, un po’ alla volta, si fa avanti. E’ opportuno scoprire anche la nostra crescita cristiana in comunione con lo svegliarsi della natura, perché è molto simile in tutte le sue stagioni.

            La natura è molto più ubbidiente dell’uomo alle leggi di Dio; anche in questo tempo così variabile, la natura si conforma al caldo e al freddo, ubbidiente all’introdursi graduale nella stagione estiva, disposto da Dio nella sua creazione.

            Che questo ci aiuti a riflettere, ci aiuti a riscoprire la bellezza della natura.

            Se avete possibilità, è bello fare un giro in campagna e in montagna, dove in questo tempo lo sviluppo della vita è in pieno rigoglio, per vedere e gustare come la natura ci riempie di vita, ci parla col linguaggio dei fatti, basta stare in osservazione, perché la natura è formidabile, è piena di vitalità.

            La sua vitalità viene da Dio; ciò che è vita, ciò che appartiene alla vita, ciò che è della vita appartiene sempre a Dio. Perciò è importante fermarsi, guardare, osservare la natura, di giorno in giorno e vedremo uno sviluppo di vita fantastico che rivela la bellezza e la presenza di Dio che nel suo camminare si manifesta.

            Dio vuole manifestarsi anche in ciascuno di noi, vuole dare anche a noi questa vitalità nuova, questa fioritura nuova, questo continuare a vivere la Pasqua con la luce, con la gioia con quel sentire Gesù che viene in cerca di noi, così come è andò in cerca degli apostoli.

 

Noi, i sopravvissuti

 

LA GRANDE DOMANDA: Se eri un bambino negli anni ‘50, ‘60 ’70,

COME HAI FATTO A SOPRAVVIVERE ?

 

1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...

2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne     serbiamo il ricordo.

3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.

4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.

5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.

6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...

7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!

8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .

9.- La scuola durava fino alla mezza , poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (sì, anche con il papà ).

10.- Ci tagliavamo , ci rompevamo un osso , perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.

11.- Mangiavamo biscotti , pane olio e sale , pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...

12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet ... Avevamo invece tanti AMICI.

14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.

15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.

16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.

17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità ... e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora è questa:

 

Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e  diventare grandi ?

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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