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NOVEMBRE 2013

     

 

“Credo la Remissione dei peccati” Gruppo di Pozzo Verona

 

            Noi crediamo nel “potere” di rimettere i peccati che Cristo ha concesso alla sua Chiesa e che, di fatto, essa esercita, una volta soltanto nel Sacramento del Battesimo, e un’infinità di volte nel Sacramento della Riconciliazione.

            Gesù ha detto che il peccato ha un’unica fonte: il cuore umano (Mc 7,21-23): qui nel cuore umano c’è la radice del male. Non possiamo sfuggire a questa “condanna” perché riguarda ognuno di noi. L’amore infinito di Dio aspetta dunque da noi una risposta: il pentimento. Il pentimento è il primo atto dell’anima che risponde a Dio. Nel pentimento l’anima trova il suo riposo e la sua pace solo ad una condizione: che il pentimento realmente spezzi quell’orgoglio istintivo che è proprio dell’uomo e per il quale egli si rifiuta alla grazia di Dio. Infatti è impossibile trovare la pienezza della pace nell’affermazione di noi stessi, perché la pace di Dio è la pace dell’umiltà, la pace di un abbandono pieno alla grazia di un Dio che ci ama per nulla. Vi è un pentimento che nasce dalla grazia di Dio, che invece di togliere la forza, dilata l’anima e la sostiene, la spinge con una forza nuova. Nella misura che l’uomo muore a se stesso, Dio entra in lui e vive nell’anima sua. Nella misura che io muoio a me stesso abbandonandomi alla grazia, Cristo si sostituisce a me ed Egli vive in me la Sua vita di amore.

            Il vero pentimento non può essere che un atto di umiltà e un atto di fede nell’amore di Dio. Quando ti penti di un pentimento sincero, soprannaturale, già ti sei incontrato con l’Amore che ti chiama, già tu credi all’amore. L’atto del pentimento non è atto di orgoglio, è atto di umiltà e per questo ti dona la pace, il riposo.

Il cammino che ci porta a Dio è un cammino di purificazione che ci porta ad amare Dio con tutto il nostro cuore. In questo cammino, unica legge è la Parola che l’anima deve ascoltare nell’intimo. L’uomo deve mantenersi in un’attenzione umile e pura a Lui. Per ogni anima attenta la Parola è legge e insieme è incitamento e forza che solleva.

            Dio ci conosce e ci ama tutti, uno per uno; Egli parla a ciascuno. Per questo nell’ascoltare la Parola di Dio volta per volta ognuno purificherà la propria coscienza, affinerà la propria anima, crescerà in grazia, eserciterà la virtù in modo sempre più perfetto e più pieno di amore. Se, un’anima non va avanti, è perché non ascolta.

            Così la Parola di Dio dona all’anima la capacità di camminare. Camminare vuol dire andare avanti, salire, ma non si va avanti, non si supera noi stessi se Dio non ci solleva oltre i nostri modi. E’ nell’ascoltare la Parola che noi possiamo crescere, è soltanto nell’obbedienza a questa Parola che noi possiamo camminare.

E’ inutile parlare di un progresso nella vita spirituale se non si accoglie la Parola di Dio. Se non si ascolta, dipende dalla nostra mancanza di fede e di attenzione, perché Dio rimane eternamente rivolto a ciascuno nella Parola e la Parola di Dio giunge a ciascuno nel linguaggio che gli è proprio perché egli possa ascoltarla ed accoglierla in sé. Non vi è possibilità d’inganno: ogni comunione di Dio all’anima è comunione alla divina Parola. “Ascolta… Tu amerai”. Se tu ascolti, amerai; nella misura che ascolti, amerai; nella misura che ti fai attento, la Parola che accogli ti trasformerà nell’amore.

           

            Alla fine di questo capitolo ho pensato tanto a tutti voi e mi sono venute in mente tante proposte da discutere con voi, ho pregato in questa settimana delle quarant’ore e alla fine ho deciso di farvi questa domanda: “Se avessimo messo in pratica un milionesimo di quello che ho detto in questa relazione e quello detto in tutti gli incontri passati, ci saremo trovati, come gruppo, nella situazione attuale?”

            Ognuno di noi deve guardarsi all’interno del proprio cuore e meditare profondamente su come convertirsi e non giustificarsi sempre nel comportamento dell’altro.

La pace sia con voi!

 

 

Riflessioni sul capitolo 9 Credo nella remissione dei peccati Maria Benedetti

 

            San Paolo, nella lettera agli Efesini ci ricorda che: “ Dio ci ha uniti a Cristo nel cielo, ci ha dato tutte le benedizioni dello Spirito... ci ha resi santi e senza difetti di fronte a Lui... nel Suo amore, Dio aveva deciso di farci diventare Suoi figli per mezzo di Cristo Gesù... “ (Preghiera liturgica per la famiglia cristiana a cura di Mons. Riccardo Ferrari, rettore di San Giovanni in Foro, 1993).  Nella preghiera del settimo giorno della Novena dell'amore Misericordioso, Madre Speranza scrive: “ Gesù mio, so che tu chiami tutti senza eccezione; abiti negli umili, ami chi ti ama, giudichi la causa del povero, hai pietà di tutti e nulla disprezzi di quanto il tuo potere ha creato; dissimuli le mancanze degli uomini, li attendi a penitenza e ricevi il peccatore con amore e misericordia. Apri anche a me, Signore, la sorgente della vita, concedimi il perdono e annienta in me tutto ciò che si oppone alla tua legge divina”.

            Nulla sfugge a Dio, affidiamogli la nostra vita con la certezza che non saremo abbandonati. I nostri assilli quotidiani affidiamoli a Dio nella preghiera con la fiducia che saremmo esauditi anche se non come vorremmo, ma sicuramente come sarà meglio per la nostra anima. Diciamo con Maria: “Sia fatta la Tua volontà” certi del Suo amore e chiediamogli di donarci la Sua stessa disponibilità ad amare noi stessi gli altri. Preghiamo la Madonna, che Gesù ci ha dato per madre, che veglia su di noi e che sola può intercedere presso il Figlio divino per la nostra salvezza. Non rifiutiamo mai l'amore di Dio, è il peccato più grande che possiamo fare, cerchiamo invece di uscire dalla nostra presunzione e dal nostro orgoglio e lasciamoci trasportare dall'amore di Gesù. Devo ricordarmi che la mia vita deve tendere sempre a Gesù, la mia esistenza ha valore, senso, solo se la vivo guardando a Cristo, solo dal cielo mi vengono in aiuto valori veri, solo Dio è “l'Alpha e l'Omega, il principio e la fine” (Ap. 21,6). Dio è amore come ci ricorda Giovanni e senza riferimenti a Dio tutti i nostri valori umani rischiano di naufragare perché ciò che l'uomo considera bene, è talvolta travolto dall'insidia del male. La trasgressione moderna non è libertà bensì schiavitù del peccato. Cristo, crocefisso e risorto, è con noi e lo sarà sempre perché con la resurrezione ha sconfitto la morte. Ecco allora che devo impegnarmi a risorgere alla grazia divina, sconfiggendo il mondo con i suoi effimeri miraggi di potere. Fin dalla nascita ho in me il peccato, e con il Battesimo la chiesa mi libera di questo pesante fardello e mi incammina sulla via della Grazia, ricordandomi altresì che sono in cammino verso la morte. Con la Riconciliazione mi apre continuamente la via della salvezza in Cristo Gesù, sta soltanto a me proseguire nel percorso verso la vita eterna, annullando il mio orgoglio e riconoscendo la mia condizione di peccatore che ha estremo bisogno della misericordia divina, per salvarsi dal baratro della dannazione. Alla fine della giornata, di tutti i miei discorsi rimane ben poco, se non so riconoscermi bisognosa della misericordia di Dio, del suo perdono, ma per fare questo occorre che esca dal mio egoismo riconoscendo che Gesù mi attende per accogliermi fra le sue braccia e che è morto in Croce per salvarmi dal peccato. Peccato che avvelena le nostre esistenze con passioni che vanno dal gioco all'avarizia, dalla superbia all'invidia, dalla mormorazione alle passioni smodate del cuore, al desiderio forte per il possesso di cose materiali, dalla mancanza di affetto all'indifferenza. Ecco allora che i nostri comportamenti recano profonda offesa a Dio che con infinita bontà ha mandato suo Figlio unigenito a morire in croce per redimerci. Perché, a fronte di un così immenso sacrificio, il nostro cuore, la nostra persona, non è capace di dire: “Si” a Dio, di accoglierlo e di conseguenza comportarsi? Ecco allora che dovrei, come il figliol prodigo, pormi delle domande. L'amore di Dio Padre è più forte della morte e del peccato, la sua bontà, la sua tenerezza nel cercarmi per salvarmi, nell'accogliermi a braccia aperte dopo ogni mia caduta, nel donarci il Figlio per sollevarci dalla decadenza morale in cui l'uomo era ed è tuttora caduto, l'amore del Padre è infinito e lavora indefessamente affinché il nostro cuore si apra ad accoglierlo.  Lo sforzo che devo fare in continuazione, senza pause, senza stancarmi, è quello di accogliere Gesù non a parole ma con il cuore, con la gioia che era delle prime comunità cristiane, con la speranza che non deve venir mai meno perché Gesù è sempre lì che mi apre le braccia e con Lui la Madre Celeste.

            Nella parabola del figliol prodigo, il Padre non cessa di attendere il Figlio che si è allontanato e quando lo vede arrivare gli corre incontro accogliendolo con tutto l'amore del cuore; così Dio dopo ogni mia caduta mi ha fatto conoscere la Sua misericordia attraverso sacerdoti e religiosi che mi hanno riconciliato con il Suo amore. Solo Dio con il Suo Santo Spirito, riesce a consolarci ed a risollevarci dalle nostre cadute. Troppe volte le mie cadute sono state causate dal non accettare le prove che Dio mi ha mandato, dal credere di riuscire a cavarmela da sola senza avere l'umiltà di riconoscere il mio nulla. Solo con il passare degli anni, mi sono accorta di quanto sono piccola, di quanto ho bisogno del Suo aiuto, della Sua misericordia, di quanto è poca cosa tutto ciò che posso concludere con grande sforzo in una giornata a confronto della grandezza che mi viene dal rivolgere il mio cuore a Dio, chiedendogli aiuto e conforto, con la preghiera al Suo Spirito Santo.

            Santa Teresa del Bambin Gesù ci ricorda che: “Non ci si può lamentare sempre come persone che non hanno speranza” e Papa Francesco ce lo ricorda ancora: “...siate cristiani gioiosi... non lasciatevi rubare la speranza...”. Ricordiamo sempre l'infinita misericordia di Dio Padre che ha mandato il Figlio Gesù a morire in croce per la nostra salvezza e ci ha donato lo Spirito Santo per consolarci nelle tribolazioni e i Santi Angeli custodi che vegliano sulle nostre giornate. Affidiamoci a Maria che continuamente “prega per noi peccatori” e intercede presso il Figlio affinché non smarriamo la via che conduce al cielo.

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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