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FEBBRAIO 2016

     

 

UT UNUM SINT Dada Prunotto

            Non c’è una regola da adottare per entrare in uno stile di vita che sia valida per tutti. Il fatto stesso di appartenere a razze differenti ad osservare usi e costumi dell’ambiente in cui viviamo, gli stessi talenti personali, la nostra cultura, la nostra sensibilità, il nostro vissuto, i condizionamenti della società tendono ad imporre stili di vita diversissimi.

            Basterebbe porsi una domanda e darsi una risposta in totale schiettezza, per iniziare un cammino nuovo e che ci unifichi tutti:

            “Che cosa voglio io dalla vita?

            Le risposte possono essere tante e ciascuna con una sua valenza. Tuttavia si può arrivare ad una risposta unitaria, scevra da ipocrisie, talvolta ben mascherate o dipinte di una verità fasulla. Intendo parlare dei tiepidi, di coloro che Gesù chiamò ipocriti, dalla coscienza dormiente, mai interrogata, nel timore di perdere comodità e potere. Coltivare il proprio orticello per avere sicurezza e garanzia di sopravvivenza all’ “onore del mondo”, come si usa dire. Insomma: una bella aurea mediocrità e così sia.            Abbiamo tutti, pertanto, bisogno di una scossa, come quando una corrente elettrica passa nel corpo di una persona e la differenza di potenziale tra il punto di contatto e la terra ci fa sentire la corrente che passa, dandoci una specie di brivido, più o meno forte.

            Ecco: ci manca il brivido: una scossa che ci faccia vedere chiaro, qualcosa che ci scuota da un certo torpore, che non ci fa andare avanti perché “così fanno tutti”. Ci manca la voglia o il coraggio – è il caso di dirlo – di andare contro corrente.

Questo non è uno stile di vita.

“Cosa voglio io dalla vita?

  • La TV che addormenta, ipnotizza, convince?
  • Internet usato e abusato? Le parole che diventano rumori per riempire il silenzio dello Spirito?
  • L’abitudinarietà nelle relazioni personali?
  • La mancanza di coraggio?
  • Il tradimento della propria fede, delle proprie idee?

            Questo non è uno stile di vita, questa è prostituzione dell’intelligenza.

            Che cosa voglio dalla vita?

  • Voglio la pace e scelgo sobrietà e mitezza.
  • Voglio la pace e scelgo ordine e armonia.
  • Voglio amore dato e ricevuto verso tutto e tutti.
  • Voglio impegno personale e consapevole per un mondo a misura d’uomo.
  • Voglio rispetto per quello che sono.
  • Voglio rispetto per il dolore.
  • Voglio distacco dalle cose e dai sentimenti, per amare meglio.
  • Voglio unità e non più differenze.
  • Voglio un nuovo modo di vivere, legato ad un nuovo modo di agire e …
  • Voglio diventare consapevole dell’urgenza di questo agire
  • Voglio accogliere amorevolmente i valori dispersi e farne un mazzolino da regalarmi ogni volta che sento di volermi bene.
  • Voglio imparare a leggere nel profondo della mia anima e sentire, in piena consapevolezza, che tutti, proprio tutti siamo fatti per camminare verso l’unità che è Dio.
  • Voglio dire che la carità non è fuori moda, non è scaduta come un oggetto da supermercato ma che si dinamizza nella misura in cui sarò capace di trasmetterla.
  • Voglio approfittare dei mezzi che ho, piccoli o grandi che siano, per non farne una cosa mia, ma per condividerli e donarli con spirito di fraternità.
  • Voglio con la mia vita partecipare all’unità degli uomini.

Direi che il verbo “trasmettere” si coniuga bene con il sostantivo “relazioni”, giacché quest’ultimo non può certamente esprimersi senza essere trasmesso, nella consapevolezza che nell’universo che ci comprende, tutto è relazione dalla cosa più piccola alla più grande che è Dio nella Trinità.

 

La frase “Ut unum sint” (perché siano una cosa sola) pronunciata da Gesù nella sua preghiera (Gv 17), è stata assunta a formula programmatica del movimento ecumenico, in genere, di ogni aspirazione all’unione di tutte le chiese cristiane.

 

UT UNUM SINT

Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.

Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.

Giovanni 17:1-25

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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