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APRILE 2012

     

La testimonianza di conversione di Aghi 

 

            «La testimonianza di ‘Aghi’, odiata e rigettata da sua madre e da molti altri, ma amata e accolta da Gesù Cristo il Salvatore».

 

            Introduco la storia di Aghi per riassumere in breve qualche anno della sua vita. Aghi ha 35 anni, è ungherese, di Budapest e ha due bellissimi bambini, da 11 anni vive in Sardegna.

            La storia di Aghi era tormentata già dal grembo materno … infatti, sua madre quando si rese conto di essere incinta, da subito ebbe un rifiuto per questa creatura e fece di tutto per interrompere la gravidanza, utilizzando anche metodi grossolani e molto pericolosi ma niente fu efficace, Aghi doveva nascere!

            L’infanzia di Aghi fu molto triste, ricca di avvenimenti dolorosi che hanno segnato il resto della sua vita. Lei non ha mai visto suo padre, la madre non ha voluto farglielo conoscere. Quando aveva 1 anno Aghi fu messa in orfanotrofio perché la madre non voleva tenerla con sé.

            Aghi era cresciuta da subito senza ricevere affetto, non sapeva cosa volesse dire essere amata o amare qualcuno, non aveva mai ricevuto un abbraccio, il contatto fisico era per lei come una violenza. Aghi si era dovuta fare forza da sola da bambina e questa solitudine l’aveva indurita tanto.

            Quando aveva 12 anni la madre decise di riprenderla con sé ma da quel momento la vita di Aghi è stata ancora più difficile. Era come se la madre provasse odio nei suoi confronti, non riusciva a volerle bene, la vedeva come un enorme peso ed Aghi chiaramente non provava nessun affetto nei suoi confronti.

            La madre di Aghi, già da quando lei era ragazzina aveva la brutta abitudine di dirle che era una sgualdrina e che nella vita avrebbe fatto solo la sgualdrina! Un giorno durante una lite tra le due la madre ha tentato di strangolarla ed è mancato poco che la uccidesse.

            La prima esperienza col Signore Aghi la fece a 13 anni, quando leggendo la storia di Gesù in una chiesa, rimase così colpita da ritenersi comunque fortunata per il fatto che Gesù aveva dato la sua vita anche per lei e che lo aveva fatto come grande gesto d’amore!

            Ma Aghi era una ragazzina triste, che spesso aveva pensato al suicidio ma proprio in quei momenti le riaffiorava in mente la storia di Gesù e capiva che il suicidio non era nella volontà di Dio. La sua vita andava avanti con gravi maltrattamenti mentre lei diventava già una donna. A 17 anni la madre la mandò via da casa e lei trovò rifugio da un’amica e poi da uno zio …

            Anche se appesantita dai problemi Aghi aveva trovato un lavoro in una sartoria e poi era riuscita ad affittare una stanza dove vivere. La sua vita sembrava finalmente serena. Iniziava ad avere amici, ad uscire, abitava in un paese vicino a Budapest. Aveva 18 anni.

            Una sera un amico le propose di andare a fare un giro nella capitale, andarono in un bar dove trovarono un altro ragazzo. Quella serata sembrava non avesse fine, lei chiedeva di essere riportata a casa ma i ragazzi non volevano andare via. Poi Aghi andò in bagno e quando uscì non li trovò più, l’avevano lasciata nel bar….

            Allora spaventata chiese al proprietario del bar e a sua moglie dove fossero i ragazzi e questi le dissero di non preoccuparsi che il giorno dopo sarebbero tornati a prenderla. Ma Aghi non si fidava, aveva paura e non sapeva cosa fare … Moglie e marito la tranquillizzarono, la portano a casa loro e apparentemente sembrava fosse al sicuro ma in realtà da quel momento iniziò la vera tragedia della sua vita …

 

FACCIAMO ENTRARE AGHI PER RACCONTARCI PERSONALMENTE IL RESTO DELLA SUA STORIA …

 

1) Aghi raccontaci cosa è successo quando a 18 anni ti sei ritrovata a casa dei proprietari del bar dove quei due ragazzi ti hanno abbandonata.

            «A casa di quella coppia, al mio risveglio mi spaventai perché non trovavo più i miei vestiti e i miei documenti. Poi loro mi diedero altri vestiti da indossare ma erano molto volgari, una minigonna, una maglietta molto scollata e dei tacchi alti … non avevo mai indossato abiti così provocanti. Mi hanno detto che dovevo lavorare nella strada e andare con gli uomini. Io ero così ingenua e spaventata che non potevo credere a questa cosa e mi rifiutai. Ma quella era la realtà, l’uomo mi aveva portata per strada e mi aveva costretta a stare là per prostituirmi, nonostante io non volessi.».

 

2) Poi cosa è successo, come ti hanno costretta a fare ciò che volevano?

            «Un giorno lo sfruttatore mi ha portato in una casa e mi ha buttato dentro una stanza buia dove c’erano voci di uomini, non so quanti erano ma mi hanno violentato in tanti. Poi lo sfruttatore mi ha portata via e anche lui mi ha violentata. Mi ha detto che ero di sua proprietà, che i ragazzi che mi avevano abbandonato nel bar mi avevano venduto a lui e che ormai io non potevo più scegliere, non ero più libera. Sono stata manipolata psicologicamente, trattata come una bestia, umiliata, controllata da altri che verificavano se lavoravo o meno per la strada e subivo violenze continue che mi facevano diventare succube di quei mostri. Dato che io continuavo a rifiutarmi, loro mi avevano costretto a prostituirmi mettendomi accanto un’altra prostituta esperta che veniva con me e i clienti per assicurarsi che io lavorassi e per prendere il guadagno.».

 

3) Poi vedendo che non ti eri ancora abituata alla vita di strada hanno cercato di venderti ancora ad un altro sfruttatore, chi era quest’uomo, cosa è successo?

            «Volevano vendermi ancora ma poi mi son ritrovata tra un clan di mafiosi dove uno di questi mi ha rubata ed è scappato via. Sono stata violentata anche da lui, in una foresta dove nessuno poteva soccorrermi ed aiutarmi, ho vissuto un incubo ancora più brutto, non vedevo via d’uscita, sono rimasta scioccata a lungo senza riuscire neanche più a parlare.

            Dopo questa violenza mi aveva comprata un altro sfruttatore, era uno dei mafiosi più pericolosi della città. Quest’uomo mi aveva portata a casa sua, era sposato con figli, lui continuava a picchiarmi, a violentarmi anche se la moglie era in casa. Spesso chiamava i suoi amici per abusare di me. Voleva distruggere la mia personalità, terrorizzarmi psicologicamente in modo che non potessi tentare di scappare.».

 

4) Qual è il ricordo più brutto che hai di quel periodo?

            «Il giorno del mio diciannovesimo compleanno questo sfruttatore mi ha portato in un night perché aveva capito che in strada con me non faceva molti soldi. Nel night mi ha picchiata violentemente davanti ad altri uomini e poi mi ha costretta a ballare su un palco senza guardare nessuno negli occhi. È stato terribile, ero terrorizzata, ero piena di lividi, piangevo ma dovevo per forza ballare altrimenti mi avrebbe ammazzata.».

 

5) Poi hai ripreso a lavorare per strada, come sei riuscita a liberarti di quel terribile sfruttatore?

            «Ho dovuto riprendere a lavorare nella strada, il guadagno era poco ma per non rischiare la morte a poco a poco ho dovuto sottomettermi a lui. Diverse persone venivano per strada e mi offrivano protezione ma io avevo paura di tutti, pensavo che ormai la mia vita non fosse più la mia, non mi fidavo di nessuno. Un giorno di disperazione ho chiesto a Dio di liberarmi dalla vita che facevo. Subito dopo si è fermato un uomo e mi ha detto che io non ero al mondo per fare la prostituta … Lui mi ha offerto aiuto e ho sentito che potevo fidarmi. Inizialmente l’uomo mi dava dei soldi per fare in modo che io non lavorassi e che comunque dessi il guadagno al mio sfruttatore senza venire massacrata di botte. Poi mi ha proposto di scappare promettendomi che mi avrebbe aiutata, senza volere niente in cambio … ».

 

6) Questa, infatti, era la notizia grandiosa, che quest’uomo non aveva mai abusato di te e voleva solo aiutarti, finalmente una persona buona era arrivata in tuo soccorso.

            «Si, in un attimo ho capito che quell’uomo era mandato da Dio … ho deciso di fidarmi e scappare con lui. Lui ha iniziato a cambiare la mia vita, mi ha comprato dei vestiti decenti, mi ha dato una casa dignitosa dove vivere, mi ha sostenuto economicamente per molto tempo. Gli avevo chiesto il motivo di questo gesto generoso e lui mi aveva detto che in passato una persona buona lo aveva tirato fuori da una vita terribile per cui ora lui voleva fare altrettanto con me, sino a quando la mia vita non si fosse ristabilita. Infatti, è stato proprio così, quando mi sono reinserita nella vita normale lui è scomparso e non l’ho mai più rivisto.».

 

7) Poi è riapparsa tua madre nella tua vita ma purtroppo non per recuperare il rapporto con te …

            «Nel frattempo io avevo trovato un lavoro dignitoso e mia madre aveva saputo dove vivevo. Mi ha proposto di tornare a vivere da lei e ci sono andata con la speranza di potere finalmente vivere bene. Mi sono trasferita da lei con tutto l’arredo e i soldi che l’uomo buono mi aveva lasciato. Ma un giorno, quando tutti i soldi erano finiti e mia madre si era venduta anche tutti i miei mobili, lei mi ha detto che dovevo fare di più perché i soldi non bastavano e i miei fratellini avevano fame. Mi ha detto che dovevo prostituirmi.»

 

8 ) Tua madre non sapeva della vita che avevi fatto poco tempo prima e di tutte le violenze subite. Come hai reagito a questa richiesta?

            «Ero sconvolta, lei sin da bambina mi aveva sempre detto che ero una sgualdrina, mi aveva sempre trattata male ma non potevo credere alla sua richiesta, era sempre mia madre. Il problema era che ancora una volta ero stata manipolata psicologicamente e alla fine mi sono rassegnata e sono tornata a lavorare per strada, questa volta per mia madre e mio zio che era il mio protettore. Ero tornata alla vita pericolosa, dove ogni giorno rischiavo di essere uccisa da qualche pazzo, ero molto arrabbiata ma non sapevo come uscirne perché in casa non avevano da mangiare. In quel periodo per non pensare a quello che facevo e per avere il coraggio di affrontare la vita nella strada, avevo iniziato ad ubriacarmi.».

 

9) Un nuovo dramma era iniziato purtroppo e ancora una volta sei stata venduta …

            «Per strada diversi sfruttatori volevano comprarmi e un giorno mia madre, sempre in cerca di soldi, ha deciso di vedermi. Il mio incubo era tornato, non potevo fare niente e la sola cosa che ho potuto decidere è stato scegliere l’uomo a cui essere venduta.

            Quest’uomo non era violento come gli altri, mi ha portata a casa sua e mi trattava bene. Col passare del tempo ci siamo innamorati. Purtroppo con lui ho iniziato a fare uso di cocaina e anche se la vita non era perfetta per un po’ ho sperato che mi sposasse, desideravo una famiglia ma in realtà ne sono rimasta delusa. Un altro uomo mi aveva ferito. Da quel momento mi sono arrabbiata molto e ho stabilito che nessun uomo avrebbe mai più deciso per la mia vita! Avevo capito come dovevo trattare gli uomini e volevo vivere come una donna libera. Il problema è che continuavo ad usare cocaina e a bere molto.».

 

10) In che modo hai deciso di vivere da donna “apparentemente libera”?

            «Nel frattempo avevo iniziato a lavorare nei night, ballavo e mi prostituivo, avevo molte conoscenze e il mio carattere era diventato molto forte. Non avevo più nessun protettore. Avevo iniziato a girare l’Europa, a lavorare nei locali più famosi e a guadagnare molto bene, avevo soldi, vestiti ed ero molto richiesta, mi sentivo sicura e finalmente libera. Ma la schiavitù da droga e alcool era sempre più forte.».

 

11) Come sei arrivata in Sardegna e come ha iniziato a cambiare la tua vita?

            «Un’amica che viveva a Sassari mi ha chiesto di venire a trovarla, mi ha detto che c’era lavoro e che si stava bene. Allora sono arrivata qua, credendo di stare solo per un periodo e ho iniziato a lavorare in un locale. Là ho conosciuto un uomo di cui mi sono subito innamorata e che è il padre dei miei due figli. Con lui ho vissuto una bellissima storia d’amore ma la vita per strada continuava perché era la mia unica fonte di guadagno. Un giorno mentre ero per strada mi sono resa conto della mia condizione, di come vivevo la mia vita, delle mie dipendenze. Mi sono vergognata di me stessa, avevo già 30 anni, mi sentivo un fallimento, una donna che non valeva niente. Avevo capito che avevo ingannato me stessa per andare avanti, che avevo tenuto chiuso in una parte del mio cuore la mia vita terribile … Allora mi sono disperata e ho urlato a Dio di aiutarmi, non ne potevo più, mi odiavo, volevo morire. Subito dopo mi è stato chiesto di andare a Budapest per prendere delle donne e portarle a lavorare qua in un locale, avevo accettato pensando che così avrei potuto rivedere la mia famiglia che non vedevo da 6 anni …»

 

12) Cosa è successo quando sei arrivata in Ungheria?

            «Quando sono arrivata ho visto le ragazze e ho avuto una sorta di rifiuto nel portarle via con me, mi sono resa conto che quel gesto non andava bene, quindi ho deciso di lasciarle. Poi ho rivisto mia madre e volevo tornare subito in Sardegna da mio figlio ma il mio passaporto era scaduto e non mi hanno fatto ripartire. Uno di quei giorni mi ha telefonato mia sorella, che era già una credente, mi ha detto che dovevo cambiare la mia vita, che dovevo affidarla a Dio e mi ha chiesto di andare a trovarla. Considerate che mia sorella non sapeva della mia vita e oltretutto per me era assurdo sentire parlare di Dio in quel modo, pensavo che lei fosse pazza. Ma poi ho deciso di andare a trovarla anche perché ero obbligata ad andare là per rinnovare il mio passaporto. Arrivata a casa loro però ho subito avvertito una grande pace e il giorno dopo ho deciso di andare al culto nella loro chiesa ma ero sempre incredula.»

 

13) Come ha fatto entrare Gesù nella tua vita?

            «Quando sono stata nella loro chiesa ho sentito delle parole che mi sono entrate dritte nel cuore. Il giorno dopo con mia sorella abbiamo pregato e ho chiesto a Gesù di darmi un segno e di entrare nella mia vita.

            Mentre dicevo questo in un attimo è passata davanti alla mia mente tutta la mia vita, tutti i miei sbagli, tutti i miei vizi e tutto quello che dovevo abbandonare. Poi ho avvertito la presenza di Dio e piano piano tutto il peso che avevo addosso si allontanava, la rabbia, il dolore scompariva, ho iniziato a sentirmi leggera, mi sentivo vuota da pensieri e una pace mai provata è entrata dentro di me. Il giorno dopo ho salutato mia madre, raccontato a lei la mia esperienza e sono tornata a Sassari. Ero una donna nuova.»

 

14) Come sei riuscita a perdonare tua madre per il dolore che ti aveva provocato sin da bambina?

            «Da sola non ci sarei mai riuscita. Mi ricordo che quando era nato il mio primo figlio avevo provato un amore immenso per lui, quando lo tenevo tra le braccia sentivo una gioia incredibile e di conseguenza ho sentito un odio grandissimo per mia madre, non riuscivo a capire come lei avesse potuto abbandonarmi, come lei avesse avuto il coraggio di vendermi e di contribuire alla mia distruzione. In quel periodo avevo provato una grande rabbia, ero stata molto male con quei pensieri … ma da quando ho conosciuto Gesù ho capito che dovevo perdonare anche lei, il Signore mi ha aiutato a guarire anche le ferite più dolorose.»

 

15) Quindi la tua vita è completamente cambiata, ormai sono passati 5 anni. Cosa hai capito ancora grazie all’aiuto di Gesù?

            «Abbandonando la mia vecchia vita, ho capito i miei sbagli, grazie a Gesù sono riuscita a perdonare anche tutti i miei carnefici e me stessa. Mi sono sentita importante per la prima volta nella mia vita, ho capito che potevo finalmente vivere serena, senza guardarmi più alle spalle e dovermi difendere dagli altri. Gesù ha riempito il mio cuore, mi ha insegnato ad amare gli altri, ha dato un senso alla mia vita e mi ha dato la gioia di vivere! Il Signore infatti mi ha fatto trovare una vera famiglia nella chiesa, con fratelli che mi amano e mi hanno sostenuto nei momenti più difficili. Lui si occupa ogni giorno di me e dei miei figli e non mi fa mancare nulla.»

6) La tua è una storia incredibile, piena di speranza e ci dà la certezza che se Gesù ha salvato te può farlo con chiunque. Cosa vorresti consigliare alle donne presenti?

            «Vorrei dire a tutte le donne che qualsiasi sia la vostra situazione non dovete disperare ma vi consiglio di affidare al Signore ogni peso. Voglio dirvi di non mollare, perché con il Signore possiamo affrontare qualsiasi problema, proprio come è successo a me.»

 

*****************************

 

SE SAPESSIMO ASCOLTARE DIO... 

(Michel Quoist)

Se sapessimo ascoltare Dio, sentiremmo che ci parla.

Infatti Dio parla. Ha parlato per mezzo del suo Vangelo.

Parla pure per mezzo della vita,

questo nuovo vangelo di cui noi stessi scriviamo ogni giorno una pagina.

Ma, siccome la nostra fede è troppo debole e la nostra vita troppo umana,

di rado riceviamo il messaggio di Dio.

Per aiutarci ad intenderlo, all’inizio della nostra vita di amicizia con il Cristo,

possiamo immaginare quel che ci direbbe se Lui stesso

traducesse il suo Vangelo per gli uomini del nostro tempo.

 

VORREI SALIRE IN ALTO

(Michel Quoist)

Vorrei salire molto in alto, Signore, sopra la mia città, sopra il mondo, sopra il tempo.

Vorrei purificare il mio sguardo e avere i tuoi occhi.

Vedrei allora l'universo, l'umanità, la storia, come li vede il Padre.

Vorrei la bella, eterna idea d'amore del tuo Padre che si realizza progressivamente:

tutto ricapitolare in te, le cose del cielo e della terra.

E vedrei che, oggi come ieri, i minimi particolari vi partecipano,

ogni uomo al suo posto, ogni gruppo ed ogni oggetto.

Vedrei la minima particella di materia e il più piccolo palpito di vita;

l'amore e l'odio, il peccato e la grazia.

Commosso, comprenderei che dinanzi a me si svolge la grande avventura d'amore

iniziata all'alba del mondo.

Comprenderei che tutto è unito insieme, che tutto non è che un minimo movimento

di tutta l'umanità e di tutto l'universo verso la Trinità, in te e per te, Signore.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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