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FEBBRAIO 2007

 

 

GESU' CORONATO DI SPINE (Mt 27,27-31)

  Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo .

 

  Poveri soldati, che ammazzano la noia tormentando l'Innocente, mettendo in pausa la loro coscienza e giustificandosi col pretesto che tutti facevano così. Non esiste una coscienza di gruppo, esiste una coscienza individuale, della quale dovremo rendere conto a Dio. Molte volte l'euforia del gruppo stimola la fantasia a nuove trovate esilaranti; in questo caso i poveri soldati, costretti a vivere lontano da Roma gaudente, pensano di inscenare una commedia, prendendo a spunto il motivo della condanna: “Ha detto di essere re, e allora celebriamo l'incoronazione da burla” e non si accorgono i poveri soldati, che mai incoronazione fu più vera di quella da loro pensata per umiliare il Condannato!

  Quelle spine diventano monito ai re della terra a considerare la regalità come servizio d'amore.

“ E gli davano colpi sulla testa ”: Povera testa sanguinante di Gesù, che paga per tutti i nostri “colpi di testa” superbi, per tutte le nostre presunzioni e vanità! Chi mai potrà giustificare quei colpi sulla testa del Figlio di Dio, che poté dire di sé: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”?...

  Ma Egli era il “grande peccatore”, avendo accettato di prendere su di sé il peccato e le presunzioni di tutti gli uomini. Il Battista aveva messo in guardia i soldati dalla violenza gratuita, ma la lezione non era stata capita.

  “Nessun episodio della vita di Gesù passa inosservato nella Chiesa, e così l'orribile spettacolo della flagellazione ha commosso milioni di cuori, colmandoli di vergogna e di dolore. «Gesù innocente soffre al mio posto, per colpa mia» esclamano pentiti. «Io sono colpevole!», e così dicendo sottopongono se stessi alla disciplina senza compassione. (…)

Pilato esce fuori di nuovo e dice ai giudei: «Ecco l'uomo!».

La flagellazione, la coronazione di spine e gli altri maltrattamenti hanno sfigurato orribilmente Gesù. Seminudo, ricoperto solo di una clamide romana stracciata, con la corona dello scherno conficcata nel capo, il volto pallido e rigato di sangue e di sputi, appare a tutti come un lebbroso, lui «che ha dichiarato di essere il Figlio del Dio vivente». Che dolorosa metamorfosi! Così Gesù viene presentato al popolo dall'alto della gradinata esterna. «Ecco l'uomo!»; come se dicesse: guardate che uomo, quale cumulo di dolori!

È tale la sua miseria, l'ignominia e l'abbattimento che dovrebbe suscitare la compassione della moltitudine. «Ecco l'uomo!» Cosa non racchiude questa frase! Ecco l'uomo!: guardate come vi ho compiaciuto. Ora basta, non chiedetemi di più. Ecco l'uomo! Vedete come è ridotto! Se l'avete invidiato, ora certo non può più essere oggetto d'invidia. Se lo odiavate, il vostro odio è così soddisfatto. Se ha sbagliato, ha pagato molto cara la sua colpa. Se si è spacciato per Figlio di Dio, guardate cosa rimane della sua presunzione. Tutto questo vuole esprimere Pilato per suscitare indulgenza e compassione verso Gesù.

Ma Pilato dimostra di non conoscere gli uomini. Si appella al giudizio e alla commiserazione di questo popolo volubile e passionale, nel quale ad opera dei principi dei sacerdoti si è già verificato un triste capovolgimento di idee contro Gesù. Infatti, tale presentazione produce l'effetto contrario. Vedendolo così orribilmente maltrattato, il popolo perde l'ultimo residuo di rispetto e di amore e prova per Lui soltanto avversione, disprezzo, odio e vendetta.

«Ecce homo!». Questa insolente esibizione non può distruggere il fatto che quest'uomo, nonostante la sua esteriore debolezza e umiliazione, pretenda ancora giustamente di essere più degli altri uomini: «Io sono di lassù, voi siete di quaggiù».

Anche oggi, come allora, la moderna incredulità con la sua esegesi razionalista ha sfigurato l'augusta immagine del Figlio di Dio, negando la sua divinità. Lasciandolo volutamente ricoperto di stracci, con uno scettro di canna tra le mani, lo presenta alle moltitudini ignoranti dicendo: «Guardatelo, non è altro che un uomo». Che meraviglia, pertanto, se tanta gente superficiale si allontana definitivamente da Gesù Cristo e grida con i giudei: via, crocifiggilo!” Madre Speranza

 

 
 

 

 

 

GESU' CORONATO DI SPINE (Mt 27,27-31)

 

•  Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.

 

•  Poveri soldati, quale obbedienza ingrata vi è stata assegnata in questo giorno! Sicuramente più colpevoli di voi sono i capi che vi hanno comandato la più grande ingiustizia della storia… Quante volte anche noi, in nome delle legge, compiamo azioni contrarie alla coscienza: Che fanno di diverso i medici abortisti se non torturare l'innocente, spezzarlo, aspirarlo, frantumargli la testa? Veri soldati mercenari, che annullano ogni richiamo della coscienza, pur di compiacere un gruppo di scellerati che, schiavi di Satana, pretendono di cambiare l'ordine di Dio Creatore. Poveri fratelli! Più poveri dei soldati romani che erano pagani, mentre questi nuovi torturatori hanno ricevuto anche il Battesimo! Perdona, Signore, a questa nostra povera umanità, che ripete e peggiora la tua coronazione di spine.

 

•  Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra;

 

•  Questo però, poveri soldati, non vi era stato comandato; questo è frutto della vostra superficialità, della vostra insensibilità, del vostro egoismo gaudente. Voi ridete mentre il Martire divino sanguina sotto i colpi che gli date in testa e vi guarda con Amore Misericordioso. Non eravate abituati a questa mitezza, a questa reazione compassionevole nei vostri riguardi, ma invece di convertire i vostri cuori, coprite quegli occhi divini che vi scrutano nell'intimo e vi inquietano. Solo così lo spettacolo può continuare, mettendo a tacere la coscienza. Quante persone anche oggi torturano le persone con la critica inventata per attirare l'attenzione degli amici, con calunnie pesanti. Gli uffici, i luoghi di lavoro sanno molto di questo… e i poveri malcapitati sono ridotti a re da burla come Gesù, ma noi, i calunniatori, ci riduciamo a carnefici spietati e superficiali. Poveri noi, se non ci convertiamo! Aiutaci, Signore, a cambiare il nostro cuore.

 

•  poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!».

 

•  Quando si persevera nel male, il cuore si indurisce sempre più e chi ne gode è il tentatore che viene soddisfatto nel suo odio verso l'umanità e verso il Creatore. Ma noi, quando imitiamo i soldati romani, ci accorgiamo del danno che ci facciamo e che facciamo? Signore, apri i nostri occhi, siamo ciechi.

 

•  E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.

 

•  Naturalmente il disprezzo deve avere tutte le sfaccettature, anche quella più ripugnante dello sputo. Ma chi ci riduce così? Ma perché non ci fermiamo un istante per capire cosa sta avvenendo nella nostra vita? Ma perché non riprendiamo la pratica dell'esame di coscienza serale, per tenere sotto controllo la nostra vita? Perché non pensiamo ogni mattina di proporci il comportamento che vogliamo tenere durante la giornata, perché non ci chiediamo come affrontare o evitare quegli amici, quelle situazioni? Aiutaci, Signore, a fare tutto il possibile per non essere travolti in azioni indegne della creatura umana.

 

•  Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo .

 

•  Lo spettacolo è finito, il tempo libero è stato occupato nella maniera peggiore, possiamo tornare alla normalità… Anche oggi ci sono i cosiddetti “luoghi da sballo” in cui si perde ogni dignità, si profanano i sentimenti più sacri, ci si abbrutisce nel peccato più ripugnante, si mette a tacere la coscienza con alcool e droghe e così si utilizza il tempo del riposo e del Signore. Lunedì si può tornare al lavoro… ma come? Come quei soldati che portarono Gesù alla crocifissione; a salire al Calvario è la nostra anima, il nostro coniuge, i nostri figli, la nostra dignità. Signore, abbi pietà di noi, nuovi crocifissori!

 

 

 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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