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MARZO 2004

     

IL TRIBUTO A CESARE (Mt 22,15-22)

"Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?". Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

Quante tasse, paghiamo ai nostri padroni! Solo Dio ci dà tutto e non ci chiede niente, gli altri vogliono il dovuto e un po' di più.
Ma chi sono questi altri?: Lo Stato, la Scuola, i luoghi di divertimento, di ristoro, di prevenzione, della salute….. Ma anche noi chiediamo molto a tutti e abbiamo creato anche il sindacato per rivendicare i nostri diritti. Pagare le tasse, in una economia di mercato, è giusto, può divenire ingiusto se c'è sproporzione tra servizio e ricompensa.
I soliti farisei tendenziosi, fingono di volere un giudizio da Gesù su questo argomento. Quanto siamo ambigui noi uomini! Abbiamo il cuore perverso e riversiamo sugli altri le nostre perversioni!
Gesù oltre ad essere "misericordia" è anche "verità", perciò chiama per nome il loro peccato ma poi, da Padre, da Maestro, da Guida, ci dà la norma di comportamento: "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". Che saggezza! Restano letteralmente senza parole.
L'ipocrisia rivela sempre meschinità, doppiezza, mancanza di rettitudine e di coraggio, ma tanto più è dannosa se avviene in famiglia: se tra moglie e marito non si è sinceri, se si ricorre a sotterfugi e bugie, ad un parlare ambiguo e allusivo.
Questi atteggiamenti spesso sono causati dall'intransigenza di uno dei due: se per ogni cosa si ha una reazione eccessiva, l'altro eviterà la discussione, mettendo una maschera che nasconde i sentimenti e le parole vere, per tenere calmo/a il "perfetto" di turno, che non sbaglia mai.
Altre volte l'ipocrisia nasce dall'invidia, che, a sua volta, può avere radici in un'infanzia frustrata e poco gratificata. Per evitare questo brutto vizio, che ostacola seriamente il dialogo e la comunione, è necessario rileggere la propria storia psicologica, dare un nome alle proprie difficoltà sia pure inconsce, imparare a convivere con esse, senza proiettarle su chi ci vive accanto, attribuendo significati ambigui al loro dire e al loro operato.
Bisogna lavorare si se stessi, addomesticare il "selvaggio" che è in noi, insegnargli l'onestà, la semplicità, il culto e il coraggio della verità. Bisogna dare anche in famiglia "…a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio", cioè dare i meriti e i dovuti riconoscimenti a chi ce l''ha e non creare confusione, proiettando i nostri sospetti sugli altri.
Lo Spirito ci guidi a semplificare la nostra vita.
A Dio inoltre va dato onore e gloria per tutto quanto ha operato e opera in ciascun membro della famiglia, senza voler essere così meschini da pensare che al nostro coniuge non è stato dato proprio niente. In questa maniera offendiamo anche Dio, che, secondo il nostro modo di pensare, avrebbe lasciato sprovvisto di virtù una sua creatura. Dio non compie queste ingiustizie. Dio ci correda di tutti i doni necessari per assolvere il nostro progetto di vita. Apriamo gli occhi per vederli.
G 20 Preghiera a due voci 6


· "Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.

· Come sei lontano, Gesù, dai nostri piccoli intrighi, come sei distaccato dalle cose della terra! Come sei grande nella tua libertà, come sei schivo di riconoscimenti! I nostri raggiri, le nostre maschere, le nostre ambiguità non ti appartengono. O Signore, grande, quanto bisogno c'è di fare pulizia nel mio cuore, di fare chiarezza, di fare pulizia, di fare verità!

· Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno.

· Questi infidi, mandati o mandanti, hanno detto la verità su di te, Gesù, ma l'hanno letta con i loro occhi superbi. E' vero che Tu non hai bisogno del consenso umano e dici la verità, ma non è vero che non guardi in faccia a nessuno; Tu guardi i tuoi poveri figli e hai compassione di loro, guardi me e mi avvolgi nella tua misericordia ed io mi sento perdonato a amato anche quando non lo merito, Tu non hai i meschini pensieri che sono nei nostri cuori, Tu sei l'Amore!

· Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?".

· Pagare il tributo! Ci meravigliamo di dover pagare un tributo, noi che ci creiamo continuamente nuovi padroni e paghiamo tributi a tutti? Li paghiamo allo sport, alla moda, all'estetica, ai venditori di fumo, agli illusionisti, al ventre mai sazio…. Quanti padroni, Signore, quanti padroni! Siamo schiavi e ci illudiamo di essere liberi!

· Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo".

· Ipocriti! Meritiamo questo appellativo, se ci sentiamo orgogliosi di stare dalla parte dello schiavista di turno! Gesù, anche a noi chiedi la moneta che custodiamo gelosamente. E' la moneta che Tu hai perduto e che vai cercando, è il mio cuore, dove forse non c'è più la Tua immagine. Dio misericordioso, cancella l'immagine e l'iscrizione che vi leggi, siamo statu ingannati; rimettila nel conio del tuo Cuore, perché vi si imprima di nuovo la Tua immagine.

· Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio".

· Dio mio, prendi me, prendi il mio coniuge, prendi i miei figli… ti apparteniamo, siamo Tuoi perché Tu ci hai riscattato con il tuo Sangue. Non permettere che diventiamo schiavi di altri padroni, che ci rendono moneta falsa, senza valore e senza splendore. Tienici nel tuo tesoro.

· A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

· Quanta saggezza, Gesù, nelle tue risposte! Se sapessimo vivere alla luce dei tuoi consigli! Se sapessimo educare i figli alla sapienza evangelica, avremmo meno da piangere poi…. Ma anche noi siamo impregnati della mentalità del mondo e spesso non riconosciamo il nostro vero bene. Vieni in nostro aiuto, Signore!

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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