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NOVEMBRE 2006

     

 

LA MORTE DI GIUDA (Mt 27,1-10)

   Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.

   Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore . (Mt 27:1-10)

  Giuda ha capito troppo tardi il peso delle sue azioni, come tante persone che, accecate dalle passioni, non capiscono quello che fanno, calpestano affetti e innocenze come automi senza cuore e senza ragione.

  A tanto ci riduce la tentazione acconsentita. E non possiamo dire: “Io non sono come Giuda perché io non tradisco”. Conosciamo le parole di Gesù: “Ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l'avrete fatto a me”.

  A satana e ai suoi complici non importa il nostro pentimento; come i sommi sacerdoti, forse faranno del cinismo se ci vedranno pentiti, e d'altra parte non possono rimediare ad un male che abbiamo fatto noi, sia pure per loro istigazione. Essi possono solo spingerci in basso, ma non possono tirarci fuori dal baratro in cui ci siamo cacciati. Solo il pentimento sincero può fare questo, perché solo il pentimento sincero chiama Dio in nostro soccorso e Gesù risponde sempre al grido del povero e si cala lì dove è caduto, per tirarlo fuori. Gesù ci ha spiegato bene questo con la parabola del Buon Pastore e della pecorella smarrita. Egli non ha paura di sporcarsi le mani, di lacerarsi le vesti e la carne, vuole solo liberarci dal nemico infernale che fa scempio di noi, vuole solo riportarci nella sua casa e se per farlo occorre dare la vita, Egli la dà: l'ha data per tutti sul Calvario, la dà ogni giorni, ad ogni Eucaristia, sugli altari di tutto il mondo, per le tante pecorelle smarrite che gridano a Lui con la loro voce o con la voce delle persone che le amano.

  Con Giuda non poté farlo, non perché il suo peccato era troppo grande, ma perché lui non accettò la sua mano che voleva trarlo in salvo; se avesse solo guardato con pentimento Gesù, mentre saliva al Calvario, sarebbe stato salvo, come fece Pietro. A Giuda mancò la fiducia: l'aver capito il suo peccato non lo portò alla speranza ma alla disperazione. Egli buttò via i trenta denari, sporchi di tradimento, ma non tornò pentito a Gesù, andò all'albero per impiccarsi.

  L'esempio di Giuda deve farci riflettere. Oggi nelle famiglie si ripetono tradimenti di ogni genere, che causano sofferenze, condanne, calvari, morti. Quante/i gli sposi/e traditi, rinnovano nel loro cuore l'umiliazione di Gesù al bacio traditore! Quante vittime innocenti sono sacrificate per il “dio Piacere”, per il “dio Denaro”, per il “dio Divertimento”!

  E molte volte il pentimento tarda a venire o, se viene, trova le situazioni irreversibili, per cui solo il ricorso a Dio, solo il Buon Pastore può scendere senza inorridire tra le macerie di quei cuori e riplasmarli, rimettendoli nel conio del Suo Cuore, straziato da tanto scempio. E in ogni modo se questa fosse la nostra situazione, non perdiamo altro tempo, invochiamo l'Altissimo e permettiamo all'Amore Misericordioso di rigenerarci e di salvarci.

 

 

 

 

     

 

•  Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.

•  Che mistero il cuore dell'uomo! Come ha potuto Giuda resistere alla Grazia incarnata, che l'aveva tenuto al suo fianco per tre anni? Come possiamo resistere noi e cadere in tentazioni che ci fanno del male, che mettono in gioco tutta la nostra vita, che compromettono la nostra eternità? Gesù, Tu continui ad essere condannato nei nostri cuori, tutte le volte che, delusi nei nostri desideri di gloria, ci volgiamo altrove, rifiutandoti il nostro amore, per quelle sporche trenta monete di falsa felicità. Perdonaci, donaci il tuo Spirito di sapienza.

  

•  Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente».

•  E' tardi, Giuda, ormai Gesù è stato condannato, è in mano ai suoi nemici, ormai le cose hanno preso un corso irreversibile. E non solo per te, purtroppo, anche per tanti fratelli e sorelle che hanno fatto scelte sotto il condizionamento del tentatore. Come è astuto il tentatore e come sa aggirarci prendendoci per il lato fragile. Sveglia il nostro cuore, Signore, dal sopore in cui satana ci mette e non permettere che cadiamo in tentazione.

  Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.

•  Chi ti ha sedotto, Giuda, non s'interessa dei tuoi sentimenti, del tuo rimorso; hanno raggiunto il loro scopo, hanno preso l'Innocente e tu gliel'hai messo nelle mani, hanno il cuore duro, non s'impietosiscono del tuo pentimento. Non a loro dovevi confessare il tuo peccato ma al Grande Assolutore! Facciamolo noi, quando ci troviamo in situazioni simili alla sua e Tu, Gesù, assolvici, abbi misericordia dei tuoi poveri figli, che non sanno rimanere nella casa del Padre.

•  Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi.

•  Quelle trenta monete, sporche di tradimento, è giusto che non vadano a costituire il tesoro del tempio: sono il prezzo della morte e possono servire solo ad accogliere la morte. Almeno, Signore, fa' che nessun altro, quando riconsegnarà il suo corpo alla terra, abbia nel cuore la macchia del tradimento. Abbi pietà della nostra debolezza, Gesù Salvatore!

•  Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore . (Mt 27:1-10)

•  Tutto era scritto nel tuo libro, Signore, ma non l'avevi scritto Tu, l'aveva scritto Giuda. Tutto è scritto anche nelle pagine della storia della nostra salvezza, ma ti preghiamo, se ci sono parole nere, cancellale con il tuo Sangue redentore e non permettere, che siamo traditi dalla nostra stoltezza.

 

 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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