Cristianesimo  e Buddismo
              Gesù ha promesso che il premio, o la rimunerazione  finale del Cristianesimo è di godere un rapporto intimo  ed eterno con Dio. Nessuno può negare che questo insegnamento è  esclusivo. In tutte le altre religioni non si trova nulla che somigli  neppure lontanamente alla dichiarazione di Cristo di essere il "Pane che  sazia per sempre". 
              Il Buddismo è definito come  una religione semplice, non teista, fatta di compassione e di etica, ma in  realtà è tra i sistemi di fede più complessi del mondo. Il Buddismo parte da  quattro "verità nobili", che riguardano la sofferenza, e poi indica  il sentiero con otto componenti per mettere fine alla sofferenza.
              Fino a questo punto sembra tutto molto lineare, ma  quando un seguace devoto s'inoltra lungo il suddetto sentiero, si trova davanti  a centinaia di altre regole che determinano come si deve comportare nelle varie  circostanze della vita. Nel Buddismo vengono imposte regole di condotta  moltiplicate all'infinito.  Da una base semplice delle "quattro  offese", che servono a determinare lo stato di un buddista come vero  discepolo, si innalza un labirinto incredibile di sentieri che vorrebbero  portare alla Restaurazione. Coloro che seguono gli insegnamenti di Buddah ricevono  inizialmente una lista di trenta regole su come evitare gli sbagli, ma  prima che queste regole diventino pertinenti, esistono novantadue regole che si  applicano a una sola delle suddette offese. 
                Per diventare un monaco buddista invece, ci sono settantacinque regole, mentre  per gli uomini, in generale, esistono duecentoventisette regole di  disciplina e per le donne trecentoundici. Tra l'altro, è stato fatto un arduo  sforzo di persuasione per indurre il Buddah a permettere che le donne potessero  ottenere lo stato di "discepolo". Egli acconsentì solo in seguito  alle suppliche e alle insistenze di uno dei suoi discepoli, ma nel farlo, si  preoccupò di aggiungere delle regole fatte appositamente per loro.
              In un sistema non teista, qual è il Buddismo, ossia un  sistema nel quale non è contemplato tra le regole fondamentali un Dio o dèi  personali, la questione dell'etica è centrale. Il sistema intero del Buddismo  concentra la sua attenzione sulle decisioni che definiscono il bene e il male. Come  risultato si verifica uno straordinario accumulo di regole. La preghiera per il  perdono più comune nel Buddismo, tratta dalla "Preghiera comune del  buddista", riflette questo groviglio numerico:
              "Prego pietà! Prego pietà! Prego pietà Signore...  Che io possa essere liberato in ogni momento dalle quattro condizioni dei Guai,  dai Tre Flagelli, dalle Otto Circostanze Errate, dai Cinque Nemici, dalle  Quattro Deficienze, dalle Cinque Sfortune e così possa velocemente attenere il  Sentiero, la Fruizione, e la Legge Nobile del Nirvana".
              Anche nelle condizioni migliori, l'insegnamento si  limita ad additare il valore della moralità, ma non è in grado, di per se, a  rendere morali: l'insegnamento è come uno specchio che può farci vedere che abbiamo  la faccia sporca, ma nessuno specchio ha mai lavato la faccia a nessuno.
                In confronto al Buddismo anche le cose più complicate di questo mondo appaiono  semplici.
              Nel Cristianesimo, invece, si accede alla presenza di  Dio, usufruendo di tutti i benefici che questo comporta con la Conversione.
              Il termine "conversione" descrive ciò che  accade nella vita di una persona quando, per la prima volta, mette la sua fede  in Gesù Cristo.
              La Conversione implica che ogni individuo entra in un  rapporto con Dio, non grazie alla sua famiglia, alla sua cultura o al luogo di  nascita, ma in virtù di una scelta consapevole di cedere a Lui il governo della  e nella propria vita. Il Regno di Dio non è di  questo mondo, e non vi si entra con la nascita fisica o seguendo alcuni  principi o aderendo a delle religioni o scuole di pensiero. La vera Conversione  porta alla Nuova Nascita, che è quella che ci fa accedere al  Regno di Dio e, nello stesso tempo, fa accedere il Regno di Dio nel nostro  cuore.