DIO E’ PADRE
              Canto: Abbà, Padre
              
                - Padre  santo, prendo per mano Gesù e vengo a Te come figlio. Ti tendo le braccia e Tu  mi prendi sul Tuo Cuore e mi dici: “Non aver paura, io sono qui”. Grazie,  Padre, grazie perché mi accogli anche se vengo a Te solo quando la paura di  vivere mi assale, solo quando mi sono fatto male e voglio che Tu curi le mie  ferite.
 
                - Perdonami,  Padre, Gesù ti chiede perdono per me e offre le sue piaghe in riparazione delle  mie trasgressioni. Non ti ringrazierò mai abbastanza per aver messo in gioco il  Figlio Tuo diletto per salvare me, figlio ingrato ed insensibile. Il Figlio Tuo  ha pagato tutto il mio debito e m’incoraggia a venire a Te con fiducia,  chiamandoti Abbà, papà!
 
                - E  grazie a Te, Gesù che, messo a morte per il peccato, non ci hai lasciati soli,  ma sei rimasto con noi, silenzioso e sempre pronto, nell’Eucaristia. Parlami,  Gesù, col tuo silenzio umile, parlami con il tuo candore immacolato, parlami  con la tua disponibilità a lasciarti mangiare per trasformarmi in Te. Più del  bruco che si trasforma in farfalla, Tu mi trasformi in creatura di cielo e mi  presenti al Padre Tuo, perché mi accolga per la Sua e la mia gioia. Grazie,  Gesù.
 
              
               
              ASCOLTIAMO LA  PAROLA
              Dalla Prima lettera  di S. Giovanni Ap. (1Gv.3:1-2)
              Vedete  quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo  siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha  conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo  non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato,  noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Parola di Dio.
              RIFLETTIAMO INSIEME
               
              
                - Padre  Santo, chi mai avrebbe osato di chiamarti Abbà, papà? “La tua maestà ricopre i  cieli, della tua gloria è piena la terra”, ed io, piccola creatura imperfetta e  peccatrice, come avrei osato di venire a te, con confidenza filiale?
 
                - Ma  Tu hai sacrificato il Figlio per me e, compiendo ogni giustizia, cioè, pagando  il mio debito, mi hai riaperto le braccia e mi hai accolto sul Tuo Cuore, dopo  tanto vagare per sentieri tortuosi, per consolarmi, per farmi sperimentare la  pace, la serenità, la sicurezza di chi torna a casa.
 
                - Grazie,  Padre e grazie, Gesù. Grazie è una parola che esprime un sentimento del cuore,  una piccolissima cosa per chi ha ricevuto la vita, la salvezza, l’eternità  nella gloria della Casa del Padre, ma che altro posso darti di adeguato al  dono? Vivo perché Tu mi dai la vita, amo perché Tu mi dai l’Amore, prego perché  lo Spirito prega in me, i miei beni sono doni tuoi.. S. Paolo dice: “Che cosa  mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti  come non l'avessi ricevuto?” (1Cor 4:7)
 
                - E  allora, come un figlio svezzato, mi metto tra le Tue braccia, non tanto perché  ho bisogno di latte ma di amore, del Tuo Amore, Padre santo e tenera Madre,  perché Tu mi conforti, metta in fuga le tenebre del peccato che avanzano verso  di me, soffiate dall’alito infernale, perché Tu calmi le mie angosce e io possa  godere la gioia di sentirmi sicuro tra le tue braccia. 
 
                - E  Tu, Mamma del cielo, che mi hai dato Gesù e con Lui hai pagato la mia salvezza,  fammi conoscere il Padre, parlami di Lui, fammi conoscere il tuo Gesù, fammi  conoscere lo Spirito Santo che è sceso su di Te, ti ha coperta con la sua nube  luminosa e ti ha reso madre. 
 
              
              RECITIAMO INSIEME IL SALMO  130
               
              Signore,  non si inorgoglisce il mio cuore
              e  non si leva con superbia il mio sguardo;
              non  vado in cerca di cose grandi,
              superiori  alle mie forze.
               
              Io  sono tranquillo e sereno
              come  bimbo svezzato in braccio a sua madre,
              come  un bimbo svezzato è l'anima mia.
               
              Speri  Israele nel Signore,
              ora  e sempre.
               
              Canto:Chi mi separerà
               
              ASCOLTIAMO MADRE SPERANZA
               
                          Cari  figli, riflettiamo oggi sulla parabola del figlio prodigo e ricaviamo da questa  riflessione il pentimento, la convinzione che è necessario cambiare vita e far  penitenza.
                          Nella  prevaricazione del figlio prodigo si allude alla prevaricazione del peccatore.
                          Un  uomo, il nostro Dio e Padre, ebbe due figli che sono i giusti e i peccatori. Il  giusto era il figlio maggiore e il più giovane era il peccatore; questi dice al  Padre: "Dammi la parte di eredità che mi spetta". Questa parte di  eredità sono i talenti di natura e di grazia, che Dio dà ai buoni e ai cattivi.  Il Padre gli diede la parte di eredità, perché Dio, come Padre buono, ci dà i  Suoi doni con il fine che li usiamo in ordine alla vita eterna.
                          Dopo  pochi giorni, perché il peccatore non si astiene per molti giorni dal peccare,  il figlio minore partì per terre lontane; cioè, figlie mie, si allontanò da Dio  suo Padre e dalla Patria celeste, e andò verso una regione  lontana per vivere più liberamente lontano  dal Padre. Lì sciupò il capitale che aveva, vivendo nel peccato, ossia, sciupò  i doni naturali di intelligenza e volontà, e perse i doni soprannaturali della  grazia, vivendo secondo l'impeto della concupiscenza; e dopo aver consumato  tutto, gli amici del peccato non lo poterono aiutare, perché stavano come lui,  pieni di miseria e di fame, perché chi vive secondo la concupiscenza, soffre  sempre miseria, essendo questa un fuoco che non si sazia mai.
                          Si  rivolse ad un signore del luogo (che sono i demoni e le cattive compagnie), il  quale lo mandò nel suo recinto perché pascolasse i maiali, cioè lo mandò nel  recinto del vizio perché assecondasse i suoi appetiti e piaceri. Lui desiderava  saziare la sua fame con le ghiande che mangiavano i maiali, ma nessuno gliele  dava; cioè, desiderava soddisfare i suoi desideri con i peccati, che sono il  cibo dei maiali infernali, ma non c'era chi saziasse la sua brama, perché più  peccava, più voglia di peccare aveva.
                          Il  figlio prodigo si decise a far penitenza, e tornando in sé disse: "Quanti  servi, in casa di mio padre, hanno pane in abbondanza, mentre qui io muoio di  fame!". Proprio così, figlie mie, la prima  cosa necessaria per far penitenza, per tornare dal Padre nostro, per  cambiare vita e uscire dal peccato è riconoscere in sé l'infelice stato di  peccato, confrontandolo con quello più felice del giusto. "Mi alzerò e  andrò da mio Padre". Questa, figlie mie, è la seconda condizione per la vera penitenza e imparare la via del  bene: fare un proposito fermo di allontanasi dal peccato e lasciare i maiali,  ossia il diavolo, le cattive compagnie, le amicizie particolari e andare al  Padre celeste, fiduciosi che Lui ci perdonerà.
                          "Gli  dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di Te" Questa è la terza condizione, indispensabile per  convertirsi: una confessione umile, chiara e semplice, non piena di superbia,  di scuse, di lamentele verso tutti "perché mi hanno fatto questo o  quest'altro, perché mi trattano male, non mi amano e l'odio che hanno verso di  me fa vedere male tutto quello che faccio".
              "Non sono  più degno di essere chiamato Tuo figlio: trattami come uno dei Tuoi  servi". 
              Il figlio prodigo  si priva del bene di cui poteva vantarsi, per  penitenza e s'impone la sofferenza e mortificazione di chiamarsi servo.
                          "Ed  alzatosi, andò da suo Padre". Cioè, figlie mie, mise in azione il  proposito che è ciò che deve fare ogni anima che ha peccato: alzarsi dal vizio  del peccato, e andare verso il suo Padre buono.
                          Il  Padre ricevette il figlio prodigo con gioia; quando era ancora lontano il Padre  vide il figlio e mosso a misericordia gli andò incontro, gli si gettò al collo  e lo baciò. Dio, figlie mie, va sempre incontro all'anima peccatrice, pentita,  abbracciandola con amore, appena ella si dirige verso di Lui, e senza  rinfacciarle le sue mancanze, la copre di grazia e di doni.
                          Disse  il Padre ai servi: "Portatemi presto il vestito più bello", cioè,  figlie mie, la grazia santificante. "Mettetegli l'anello al dito",  cioè il distintivo di figlio di Dio. "le scarpe ai piedi", cioè i  piedi che hanno lasciato le vie del male, siano coperti con il cuoio forte,  perché non si macchino più del fango del peccato.
                          "Portate  un vitello grasso e si faccia festa" questo è Gesù Cristo nell'Eucaristia,  essendo l'Eucaristia banchetto e alimento per il figlio che aveva perso.
                          Il  figlio maggiore stava nei campi lavorando nell'azienda del Padre, cioè, per la  gloria di Dio, nell'esercizio della carità, e tornando stanco e affaticato, udì  musica e domandò cosa succedeva. Informato della cosa, si dispiacque e non  voleva entrare, ma il Padre lo pregò ed entrò: questo significa, non l'invidia  dei giusti perché Dio riceve il peccatore con gioia, ma la grandezza dell'amore  di Dio nel fare ciò, la quale è così immensa che sembra poter causare invidia  nei giusti; cioè, figlie mie, l'invidia dell'anima giusta vedendo come il Padre  colma di carezze e si prodiga in attenzioni per l'anima peccatrice che torna a  Lui, mentre tratta duramente l'anima giusta che sta sempre al suo fianco, per  santificarla.
                          Il  Padre dice al figlio maggiore: "Tu stai sempre con me e tutte le cose mie  sono tue". Il Padre gli dice questo per soddisfarlo, perché l'eredità dei  giusti è stare sempre con Dio e partecipare con Lui ai beni celesti. Come  vedete, figlie mie, la prevaricazione dell'uomo, o il peccato, consiste sempre  nel cattivo uso che facciamo dell'eredità dei nostri doni naturali e  soprannaturali, deviandoli da Dio, che è il Padre del figlio prodigo e  mettendoci al servizio del tiranno, che è il diavolo, per dar alimento ai  maiali delle nostre passioni: ira, superbia, gola, invidia, pigrizia, vanità,  presunzione, ecc.
                          Per  diventare giusti occorre alzarsi ossia pentirsi, proporsi la riparazione,  andare dal sacerdote e confessarsi per essere assolto: tenendo in conto che nel  sacramento della penitenza, ci vengono perdonati tutti i peccati commessi dopo  il Battesimo, per tanti ed enormi che siano. Dio, figlie mie, non vuole la  morte del peccatore, ma che si converta e viva, come la Samaritana, la  Maddalena, il Buon Ladrone, S. Agostino e tante altre immagini del figlio  prodigo, che si sono avvantaggiate della misericordia e amore di Dio.
                          Dio,  figlie mie, si compiace più, in un certo senso, della conversione dell'anima  peccatrice e ingrata, che dell'innocenza del giusto.
               
              (Spazio di silenzio per la  riflessione personale)
               
              Canto: Ecco l’uomo
              PREGHIERA  LITANICA
               
              
                - Per tutti quelli che negano  l’esistenza di Dio, noi ti preghiamo, 
 
              
              Abbi  misericordia, Signore.
              
                - Per tutti quelli che non Ti  conoscono e Ti ritengono giudice crudele,
 
                - Per tutti quelli che ritengono di  bastare a se stessi e di non aver bisogno di un Padre,
 
                - Per tutti quelli che non  accettano le regole che Tu, nostro Padre, ci dai,
 
                - Per tutti quelli che non sanno  accettare le contrarietà della vita e bestemmiano Te, Padre,
 
                - Per tutti quelli che profanano il  Battesimo, comportandosi da pagani,
 
                - Per tutti quelli che addirittura  rifiutano il Battesimo che li ha resi figli di Dio,
 
                - Per tutti quelli che, aderendo a  sette sataniche, lottano contro Te, nostro Padre tenero e buono,
 
                - Per gli apatici, gli indifferenti  che non sono né cali né freddi e provocano il tuo vomito,
 
                - Per i profanatori dell’innocenza,  che rovinano le nuove generazioni,
 
                - Per me, per i miei parenti e  amici che non diamo vera testimonianza della nostra fede,
 
              
               
              Canto: Non mi abbandonare
               
              PREGHIERE  DI MADRE SPERANZA
               
              
                - Gesù,  imprimi nel cuore di tutte le anime consacrate il sigillo del tuo cuore divino  perché vivano sempre conformi ai tuoi desideri; custodisci nell'intimo del tuo  cuore paterno la purezza della loro fede perché, sotto il tuo attento e fedele  sguardo, te la possano presentare senza macchia nell'ora della morte.
 
              
               
              
                - Concedimi,  Gesù mio, i doni del tuo Spirito: prudenza e modestia, sapienza e bontà,  contegno affabile e serio; donami la carità, la mansuetudine, l'umiltà, il  fervore; che ami solo Te; che, compiendo fedelmente la tua divina volontà in  tutto, ti dia gloria con la purezza del corpo e la santità dell'anima; ti ami  sopra ogni cosa e ti serva con amore sincero. Sii Tu il mio onore, la mia gioia  e la mia consolazione. Sii il mio consigliere nelle sofferenze e nei dubbi; che  in Te possieda tutto e che non desideri nulla fuori di Te.
 
              
               
              
                - Gesù  mio, affidami e raccomandami alla tua dolce Madre; mettimi in quelle delicate  mani che educarono ed allevarono Te, Figlio di Dio Padre, perché mi aiutino e  mi difendano nell'osservanza della castità. Dì per me alla dolcissima Madre:  "Ricevi questa figlia nelle tue cure materne, te la raccomando con tutta  l'insistenza del mio amore divino; veglia su di lei e presentamela limpida ed  educata da Te secondo le esigenze del mio cuore".               
 
              
               
              
                - Sia  fatta la tua volontà, Dio mio, anche se mi dovesse costare molto.
 
              
              Sia  fatta la tua volontà anche se io non la comprendo.
              Sia  fatta la tua volontà anche se io non la vedo.
               
              SPAZIO PER LA  PREGHIERA PERSONALE
               
              Ad  ogni invocazione diciamo: Padre nostro,  ascoltaci ed esaudiscici.
               
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              Canto: Padre nostro
              BENEDIZIONE  EUCARISTICA
               
              Il Signore ci  benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.
               
              
                - Sia  benedetto Dio Padre onnipotente, Creatore e Signore del cielo e della terra.
 
                - Benedetto  il suo Cuore misericordioso che perdona, dimentica e non conta le nostre  cadute.
 
                - Benedetto  Gesù, che ha pagato per riparare tutti i nostri peccati.
 
                - Benedetta  Maria, che ha unito le sue sofferenze a quelle del Figlio per salvarci.
 
                - Benedetti  gli angeli che servono Dio e indirizzano gli uomini sulla via del bene.
 
                - Benedetti  tutti i santi che hanno reso gloria a Dio Padre.
 
                - Benedetta  la nostra Madre Speranza a cui hai rivelato le profondità del Tuo Cuore.
 
                - Benedetti  tutti quelli che accolgono questo Tuo carisma e lo vivono con fedeltà.
 
                - Benedetti  noi se accoglieremo l’invito di Gesù a seguirlo sulla via della croce.
 
                - Benedici,  Signore, questa Tua Famiglia e rendici santi come Tu sei santo. 
 
              
               
              Canto: Magnifica il Signor.