I calvinisti
               
              Nei precedenti  articoli abbiamo dapprima esaminato l’origine del protestantesimo (la  cosiddetta ‘Riforma’, vedi giornalino di   febbraio) e   poi abbiamo visto le caratteristiche  principali  della più importante delle  due comunità che da essa ebbero origine, quella luterana (vedi numero di.  marzo). Questa volta vi parlerò di un’altra comunità che si formò in seguito  alla riforma, quella facente capo a Calvino. Questi operò soprattutto in Svizzera, dove,  già pochi anni dopo la diffusione delle tesi di Lutero, si erano affermate, in  seguito alla predicazione di Ulrico Zwingli, idee ancora più radicali di quelle  luterane ed  erano sorte comunità cosiddette ‘riformate’. Calvino  esercitò la sua influenza a partire dal 1541 fino alla sua morte (1564) in  particolare nella città di Ginevra, dando vita ad una comunità di credenti, i  “calvinisti”. La teologia calvinista ha molti punti in contatto con il  luteranesimo (sola Scriptura, sola  Gratia, sola Fide ecc., vedi giornalino di marzo) , ma da esso si  differenzia soprattutto per due aspetti:  
              1)   dottrina della predestinazione.  Secondo i calvinisti, l’umanità è fondamentalmente e interamente dominata dal  peccato. Tra tutti gli uomini Dio ha  scelto  coloro  che sono destinati a raggiungere la salvezza  eterna: in altri termini, la redenzione non riguarda tutta l’umanità, ma solo  quella parte di essa che Dio fin dall’eternità ha destinato alla salvezza: solo  per questi uomini Cristo ha affrontato la Passione e la Morte. Ne deriva che l’uomo non può scegliere di essere buono o no: al contrario, chi  compie opere buone, chi fa bene il  suo dovere  rendendosi utile alla  società, con questo suo comportamento manifesta  la scelta che Dio ha operato. Chi invece non è tra i prescelti non può in  alcun modo cambiare la propria sorte: sarà sicuramente dannato in eterno. 
              2)   Presenza solo spirituale di Cristo  nell’Eucarestia. Durante la   Cena del Signore (che i calvinisti celebrano solo alcune  volte all’anno), non si verifica la transustanziazione (= trasformazione del pane e  del vino in Corpo e Sangue di Cristo, come crediamo noi cattolici) né la  consustanziazione (= accanto alla sostanza del pane e del vino ci sono anche il  Corpo e il Sangue di Cristo, come credono i luterani): i calvinisti sostengono  che la presenza di Cristo  nell’Eucarestia è solo spirituale. Pane e vino simboleggiano la presenza di  Gesù.
               
              Il calvinismo  si diffuse soprattutto in Francia, Olanda e Scozia (dove diede origine alla  Chiesa presbiteriana) e anche in Polonia e in Ungheria; in Inghilterra ai  calvinisti - che desideravano dal loro punto di vista ‘purificare’  ulteriormente la Chiesa  anglicana allontanandola ancor più dal cattolicesimo - fu dato il nome di  “puritani”: perseguitati, furono costretti ad emigrare nel continente americano  dove diedero origine al primo nucleo dei futuri Stati Uniti. I calvinisti  furono comunque perseguitati anche in altri paesi europei (soprattutto in  Francia e Italia).
               
              I valdesi
               
              Nel 1532 le comunità valdesi della Francia  meridionale e del Piemonte aderirono alla riforma calvinista. Queste comunità  si erano formate nella seconda metà del 1100 al seguito di un mercante di Lione   di nome Valdo che aveva vissuto una  esperienza di conversione e si era dedicato alla predicazione itinerante:  esortava i cristiani a vivere imitando strettamente la vita degli Apostoli,  sulla base di una interpretazione letterale della Bibbia. Valdo si mise in  contrasto con le autorità ecclesiastiche, a partire dal vescovo di Lione, che  gli proibirono la predicazione . Egli però non obbedì  e per questo fu condannato. Dopo la sua  morte, una parte dei suoi seguaci si riconciliò con la Chiesa; altre  comunità, invece, se ne allontanarono anche  dal punto di vista dottrinale, divennero  eretiche e furono perseguitate. Come detto sopra,  nel 1532 si unirono ai calvinisti.
                          Nella  Chiesa valdese, i fedeli delle varie comunità eleggono un certo numero di  anziani (‘presbiteri’) cui è affidata la guida della comunità stessa: alcuni di  essi (anche donne) hanno il compito dell’insegnamento e della predicazione.  Sono  chiamati ‘pastori’ e possono anche  sposarsi.
              Qualsiasi fedele, comunque, può  predicare. L’amministrazione della chiesa valdese è operata dalla cosiddetta  ‘Tavola valdese” composta da sette membri e presieduta da un moderatore.
                          La  lettura della Bibbia, il canto e la predicazione sono al centro delle riunioni  di culto che si svolgono ogni domenica mattina: la Cena del Signore, invece,  viene celebrata solo una volta al mese e può essere presieduta da qualsiasi  fedele. L’altro sacramento riconosciuto dai valdesi è il Battesimo. Va infine  detto che essi, non ammettendo la funzione dell’episcopato, non accettano  l’autorità dei concili né quella del Papa.
                          In  Italia, la chiesa valdese nel 1975 si è unita alla chiesa metodista (nata nel  1700 dalla chiesa anglicana), dando così origine alla ‘Unione delle chiese  valdesi e metodiste.’
               
              N.B.: nella redazione di questi articoli, ho,  tra l’altro, consultato il sito  www.cesnur.org (Centro Studi sulle Nuove Religioni, diretto da Massimo Introvigne ) che mi è  stato di grande aiuto soprattutto per un orientamento di carattere generale.
               
                                                                                 (a cura di Antonella)