INTRODUZIONE Rubrica  a cura di Antonella 
               
                          Gli articoli che leggerete in questa  rubrica riguarderanno alternativamente due argomenti, complementari fra loro:  con alcuni di essi, cercheremo di accostarci a quei  credenti  che, pur essendo cristiani, non si riconoscono nella Chiesa cattolica e quindi professano una fede che si differenzia, poco o tanto, dal Credo  cattolico. Forse ne abbiamo una conoscenza solo approssimativa  e questo sicuramente non giova al cammino  verso l’unità dei cristiani, che è una preoccupazione costante dei papi almeno  da cent’anni a questa parte: fu infatti nel giugno del 1910 che ad Edimburgo si  svolse la prima Conferenza mondiale missionaria cui parteciparono cristiani  provenienti da tutto il mondo. Ebbe così inizio il movimento ecumenico che da  allora ha  conosciuto fasi di progresso e  di stagnazione; ogni anno a gennaio la Chiesa cattolica celebra la settimana di  preghiera per l’unità dei Cristiani. E’ necessario dunque che ci conosciamo  meglio, perché il dialogo interreligioso possa essere più proficuo.   
                          Altri articoli riguarderanno invece  i “convertiti”,  persone, cioè, che si sono avvicinate al cattolicesimo provenendo da confessioni  religiose diverse o da posizioni di ateismo dichiarato o di indifferenza.  Alcuni di essi sono convertiti noti, come, ad es. John Henry Newman da poco  beatificato, o Edith Stein, divenuta santa con il nome di  Teresa Benedetta della Croce. Altri invece,  sono uomini e donne dei nostri giorni dei quali non sempre è nota la storia di  conversione. E' infatti sorprendente e confortante vedere come, in tempi come  questi che viviamo che sono caratterizzati da forti polemiche antireligiose e  particolarmente anticristiane e anticattoliche, siano numerose le conversioni  di personalità di spicco, di uomini e donne appartenenti al mondo della cultura  e dell'arte. Di essi vogliamo parlare, per cercare di capire le ragioni che li  hanno portati ad una decisione che ha cambiato la loro vita.
               
               
              la  comunione  anglicana 
               
               
                          Come  e quando i cattolici inglesi si sono allontanati dal Papa e dalla Chiesa di  Roma? In altre parole: come si è formata la Chiesa anglicana e in che cosa si differenzia  dalla Chiesa cattolica? A questi interrogativi cercheremo di rispondere con  semplicità e chiarezza.
                          Dobbiamo  per questo ritornare indietro nel tempo, fino al XVI secolo, precisamente fino  all’anno 1532. L’Inghilterra era governata dal re Enrico VIII della dinastia  dei Tudor, da molti anni sposato con Caterina d’Aragona: da questo matrimonio,  però, non erano nati figli maschi. Anche per questo Enrico aveva  intenzione di liberarsi di Caterina  per   poter così sposare Anna Bolena, già sua amante; cercò  di ottenere dal  Papa Clemente VII l’annullamento del suo  matrimonio, cosa che non gli fu concessa. Tuttavia Enrico ripudiò Caterina e  sposò Anna, che fu incoronata regina: il re colpevole di bigamia  fu scomunicato dal Papa nel luglio del 1533.  Questo fu il primo atto della rottura con la Chiesa di Roma. Più avanti (1534), con un atto  legislativo, chiamato Atto di supremazia,  imposto dal re al Parlamento, si stabilì che il re era il “capo supremo della  Chiesa d’Inghilterra” e che chi non lo avesse riconosciuto come tale sarebbe  stato colpevole di alto tradimento. A questo punto la separazione dalla Chiesa  di Roma (lo scisma) era ormai cosa fatta: era nata la Chiesa anglicana (cioè  “inglese”). I cittadini  furono obbligati  a versare al re tutte le offerte che erano soliti inviare al papa; inoltre nel  1536 tutti i monasteri vennero soppressi e i loro beni incamerati dallo stato  che li vendette ai nobili aristocratici, ricavandone grandi profitti. Ben  presto la Chiesa  anglicana, influenzata almeno in parte dal protestantesimo, si differenziò  dalla Chiesa cattolica anche dal punto di vista dottrinale: questo avvenne dopo  la morte di Enrico (che, per la cronaca, si sposò ancora quattro volte ed ebbe  un figlio maschio, Edoardo, di fragile salute, dalla terza moglie), con il suo  successore Edoardo VI (1547- 1553), quando furono fissati i punti principali  della fede anglicana. Durante il regno di Maria Tudor, cattolica, ci fu un  tentativo di ripristinare il cattolicesimo; ma anche questa regina ebbe vita  breve. Morì nel 1558; le succedette la sorellastra Elisabetta: fu soprattutto  durante il suo lunghissimo regno (1558-1603) che la Chiesa anglicana si  consolidò e acquisì una struttura chiara. Un nuovo Atto di supremazia  nominò  Elisabetta “Supremo governatore della Chiesa”; nel 1571 furono approvati dalla  Regina e dal Parlamento i “39 Articoli”,  nei quali fu fissato il credo ufficiale anglicano, rimasto da allora immutato,  anche se nel corso dei secoli, all’interno della Chiesa anglicana si crearono  differenziazioni tra alcuni gruppi più vicini al cattolicesimo e altri gruppi,  più vicini al protestantesimo. Oggi, quindi, non esiste una “dottrina  anglicana” uniforme. Per la maggior parte gli anglicani appartengono alla  comunità evangelica, diffusa in tutto il mondo e spesso parecchio lontana dal  cattolicesimo. Tuttavia, all’interno della Chiesa anglicana (o, come è più  corretto dire, della “Comunione  anglicana”), vi sono alcuni gruppi (gli Anglo-cattolici) che sono vicini, a  volte molto vicini, alla Chiesa cattolica. In ogni caso, non vi sono  divergenze  per quanto riguarda la fede  in un Dio Uno e Trino, creatore del mondo,   nell’Incarnazione e nella Redenzione. Vi sono invece differenze, più o  meno profonde a seconda dei gruppi di appartenenza, per quanto riguarda i  Sacramenti e la fede nel Purgatorio, nell’Inferno, nella Comunione dei Santi,  nel Giudizio finale, nella Resurrezione. I Sacramenti ammessi da tutti gli  anglicani sono due: il Battesimo e l’Eucaristia, anche se non tutti sono  convinti che il pane e il  vino diventino realmente Corpo e Sangue di Cristo (Transustanziazione ); la Confessione privata  con un sacerdote non è obbligatoria, mentre la Cresima è accettata quasi  da tutti . Sono previsti riti per il Matrimonio e per l’Unzione, ma essi non  sono considerati sacramenti.  I sacerdoti  e i vescovi possono essere sposati e avere figli e  vengono ordinati in riti che prevedono  l’imposizione delle mani. La fede in una vita futura è condivisa da tutti,  ma  l’idea della resurrezione della carne  viene esclusa. Per quanto riguarda la Madonna, gli Anglicani non accettano  i dogmi dell’Immacolata Concezione e  dell’Assunzione.
                          Grandi  discussioni sono sorte all’interno stesso della Comunione anglicana da quando  nel 1992, il Sinodo anglicano decise di conferire alle donne l’ordinazione  sacerdotale e in seguito anche episcopale. E’ evidente che questa decisione,  come anche le  più recenti posizioni di  alcuni gruppi anglicani, soprattutto americani, favorevoli alle unioni  matrimoniali di persone dello stesso sesso e alla ordinazione sacerdotale e  vescovile di persone omosessuali, hanno reso più difficile il riavvicinamento  fra la Comunione   Anglicana e la   Chiesa cattolica, che pure aveva già  fatto notevoli passi avanti. Recentemente  tuttavia (il 4 novembre 2009), Benedetto XVI ha emanato la Costituzione Apostolica “Anglicanorum coetibus”, rivolta a  quegli anglicani che, singolarmente o in gruppo, manifestano il desiderio di  “entrare in piena comunione con la   Chiesa cattolica”. Si tratta di un documento con il quale  vengono fissate le norme che dovranno regolare il passaggio dalle Comunità  anglicane a quella cattolica di quei fedeli che lo richiedano (e negli ultimi  tempi queste richieste sono state molto numerose). Non possiamo qui  approfondire l'analisi di questo testo (che è comunque facilmente reperibile  sul sito www.vatican.va):  ci limitiamo ad osservare che i presbiteri anglicani già coniugati che hanno  scelto di aderire alla Chiesa cattolica, compresi i vescovi, potranno essere  ordinati sacerdoti e vescovi,”rimanendo nello stato matrimoniale”. 
                          Come  anche il recente viaggio in Inghilterra di papa Benedetto XVI ha chiaramente  dimostrato, il cammino di riconciliazione fra le due Chiese, pur essendo ancora  difficile, non solo non si è interrotto, ma è ragionevole sperare che possa  continuare a fare passi in avanti, verso il raggiungimento di quell'unità per  la quale il Papa stesso ha pregato.
               
               
              “Padre, che siano una cosa sola”