TESTIMONIANZA DI ALESSANDRO SERENELLI
               
               
               Nell’ottobre del 1955, a 55 anni dall’omicidio di Maria Goretti,  il settimanale Oggi raccoglie le confessioni dell’assassino, il contadino Alessandro Serenelli. Ecco i punti  più toccanti del memoriale.
            Nell’ottobre del 1955, a 55 anni dall’omicidio di Maria Goretti,  il settimanale Oggi raccoglie le confessioni dell’assassino, il contadino Alessandro Serenelli. Ecco i punti  più toccanti del memoriale.         
                          “Avevo 20 anni e i sensi, si sa,  sono come un torrente. Era il pomeriggio assolato del 5 luglio. Maria era  seduta in un panchetto, sul pianerottolo della scala. Salgo le scale, passo  davanti a Maria senza parlare e preparo il mio triste alleato: un ferro lungo  un palmo, quadrangolare, acuminato, che serviva a sgranare il  granturco….Mi  affaccio sulla porta che  dà sulla scala e chiamo deciso: “Maria, vieni dentro!”. La ragazza, che forse  ha già intuito ogni cosa, risponde: “Ditemi prima cosa volete”. Vedendo inutile  la persuasione, la trascino a forza dentro la cucina. La fanciulla si  divincola e ripete il suo vigoroso e pauroso: “NO, NO, CHE FAI ALESSANDRO? TU  VAI ALL’INFERNO! E’ PECCATO”.              
                          “In quel momento prevalse in me l’istinto  della belva: presi l’arma, mi avvicinai e, dopo nuove ripulse, cominciai a  colpirla all’impazzata  nell’addome e  nel petto. Maria, come un agnellino spaurito, pronunzia parole gonfie di  dolore: O DIO, IO MUOIO…. MAMMA MIA!...COSA FAI ALESSANDRO?” E mentre i colpi  grandinano, in uno slancio di generosità esclama: “ALESSANDRO, IO TI  PERDONO!”, e cade  colpita al cuore…          
                          “Sono state queste parole la luce  della mia tormentata esistenza.  Quando  la vidi distesa in terra capii che non c’era più nulla da fare: presi il ferro  e lo gettai dietro il cassone. Mi chiusi nella mia stanza e aspettai gli  eventi…. Fui preso, ammanettato, non feci resistenza….Seguii a piedi i  carabinieri di Nettuno al carcere provvisorio”.            
                          Qui, nella primavera del 1910, il Serenelli  fa un sogno illuminante:            
                          “Vidi Maria tutta vestita di bianco,  in un giardino pieno di gigli. Ella li coglieva, me li offriva e, nel  consegnarmeli, i gigli si trasformavano in tanti lumicini”. E’ la folgorazione,  l’inizio di un pentimento che andò lentamente maturando nel corso dei 27  lunghissimi anni che il Serenelli passò peregrinando da un carcere all’altro. 
                          Vi informiamo che esiste un sito web  Cattolico Americano : www.PornNoMore.com dedicato a coloro che vogliono  combattere la pornografia, i cui aderenti vengono chiamati  Perché prendono ad esempio e modello il  convertito Alessandro Serenelli.
Perché prendono ad esempio e modello il  convertito Alessandro Serenelli.