«Il matrimonio gay mette in pericolo la  salute mentale della società» (Ricerca a cura di Barbara)
               
                          Lo psichiatra Italo Carta commenta  la sentenza della Corte di Cassazione: «Certi diritti vanno dati agli  omosessuali. Ma l'ideologia presente nella sentenza elimina il principio di  evidenza. Il rischio è che la volontà del più forte si imponga su quella del  più debole e innocente. Negare la differenza tra sessi diventa così un crimine»
              di  Benedetta Frigerio
               
                          La corte di Cassazione ha stabilito  che le coppie omosessuali devono avere «diritto a un trattamento omogeneo a  quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata». Ma l'affermazione più  rischiosa, non riportata a mezzo stampa, è quella per cui è «stata radicalmente  superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è  presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza  del matrimonio».
                          «Questo è l'aspetto più grave di  tutta la vicenda - spiega a tempi. it Italo Carta, rinomato psichiatra, già  ordinario di psichiatria all'Università di Milano. «Ho curato e curo molti  omosessuali e ritengo che, se proprio vogliono mantenersi in questa condizione  di coppia, possano ricevere certe tutele. Ma che il matrimonio naturale sia  così minacciato è una violenza distruttiva per la mentale della società  intera».
                          Cosa può accadere se la legge, come  fa la sentenza della Cassazione, va contro il diritto naturale praticamente  annullandolo?
                          Succede il caos. Se si tolgono le  evidenze che accomunano qualsiasi uomo, a prescindere dal contesto e dalla  tradizione da cui proviene, si cade nell'arbitrarietà: significa che prevale il  diritto del più forte, di chi urla di più. In questo caso quello dei promotori  di questi diritti. Siamo in un momento storico in cui la volontà è così  tracotante da voler prendere il sopravvento sulla conoscenza delle cose e così  le violenta: io voglio fare una famiglia con una persona del mio stesso sesso,  non solo chiedo di non essere discriminato ma pretendo di generare, con  tecniche violente e artificiali, e poi pure di allevare, un innocente in un  contesto che non gli farà sicuramente del bene. Se si salta il fondamento del  diritto che è nella legge naturale, e nella ragione umana che la riconosce, la  giustizia muore. Non possiamo neppure parlare più di diritti universali.
                          Cosa si perdono la società e la  persona in quanto tali se va in crisi l'istituzione del matrimonio basata sulla  natura eterosessuale dei coniugi?
                          La generatività e l'educazione sana  delle persone. Non basta l'amore per crescere dei bambini, servono due  personalità differenti dal punto di vista psichico.
                          I promotori dei diritti gay  sostengono che questa condizione è naturale e che la differenza tra sessi è una  costruzione sociale. 
                          Nei miei 50 anni di lavoro ho  seguito tanti omosessuali. Sono aumentati moltissimo negli ultimi anni. La  scienza e l'esperienza dicono che non c'è alcun difetto di natura in loro. Non  esiste l'omosessualità naturale, non è iscritta nel Dna. L'omosessualità è  un'elaborazione della psiche di modelli affettivi diversi da quelli verso cui  la natura normalmente orienta. Questa tendenza è del tutto reversibile. Io mi  sono scervellato per anni, ho letto molto su come si può correggere questa  tendenza, il problema è che spesso, pur vivendo un disagio, molti di loro non  vogliono correggersi.
               
                          Secondo  lei non dovrebbero avere dei diritti come le coppie eterosessuali?
                          Bisogna fare dei distinguo: ci sono  moltissimi soggetti promiscui e con vite sessuali instabili. Ma ci sono anche  alcuni di loro che vivono in coppia per molto tempo. Non mi darebbe fastidio se  il legislatore desse loro qualche diritto, come già di fatto avviene, con la  possibilità di succedere nel contratto di locazione, di ricevere prestazioni  assistenziali dai consultori familiari, di astenersi dal testimoniare in  processi che vedono coinvolto il partner etc. Ma non si può andare oltre a  concessioni di questo tipo. Pena la salute mentale di terzi.
               
              Si riferisce ai figli?
                          Anche alla stabilità della società  intera. Questa sentenza abolisce l'evidenza e quando si abolisce il principio  di evidenza naturale la mente compensa con squilibri psicotici gravissimi. Per  questo pensare di introdurre l'uguaglianza dei sessi come normale significa  attentare alla psiche di tutti. Penso poi ai più deboli: i bambini. Se gli si  insegna sin da piccoli che quel che vedono non è come appare, li si rovina.  Ripeto, pur non essendo solito fare affermazioni dure, dato che gli omosessuali  sono persone spesso duramente discriminate, non posso non dire che introdurre  l'idea che la differenza sessuale non esiste, e che quindi non ha rilevanza, è  da criminali.
               
              Ha parlato dei bambini. Che conseguenze può  avere dare a queste coppie la possibilità di educarli?
                          La natura ha fatto l'uomo maschio e  femmina e la differenza non è solo fisica ma psicologica. La psiche dell'uomo è  diversa da quella della donna: la donna protegge, dà la vita per il figlio, si  sobbarca le sue fatiche. Il padre è quello che recide questo legame affinché il  bambino cresca e cammini con le sue gambe. Il bambino da quando è nato il mondo  per crescere forte e sano, per affrontare la vita e i problemi, ha bisogno di  entrambe queste figure. Senza di esse salta in aria tutto il dispositivo  edipico su cui si fonda da sempre ogni società. Non mi parlino dei genitori  morti perché la loro presenza evocata è utile comunque a questo processo. E  comunque la morte non crea disordini affettivi come la sostituzione di un  genitore con una figura di un altro sesso. Non conosciamo ancora gli scenari di  un mondo disposto a stravolgere la normalità ma li prevedo terribili: l'uomo  che obbedisce alla sua volontà e non alla norma si distrugge. E questo non  dobbiamo permetterlo per il bene di tutti. L'uomo per sua natura è un essere  giuridico che per crescere ha bisogno di seguire delle norme date a lui come  pilasti di supporto per camminare certo nella vita.
               
              Ma perché gli omosessuali non si  accontentano dei diritti che già hanno e nutrono tanto livore nei confronti di  chi asseconda le norme naturali?
                          Il loro livore è reale. Sono  arrabbiati e frustrati. Spesso proprio per delle ferite che si portano addosso  scaricano la sofferenza su un punto che individuano come la causa di essa.  Anche se di fatto non lo è. Così, però, loro continuano a soffrire e fanno soffrire  anche altri imponendo loro la menzogna pur di ottenere quello che pensano gli  risolverà la vita. Io lavoro per attenuare il loro disagio che è reale, ma non  posso in alcun modo giustificare la violenza distruttiva dell’ideologia che  nega l’evidenza e violenta i più deboli
               
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              Borgna: «Coniugi omosessuali? 
              Lucia  Bellaspiga
              Non è il sentire comune»
                          «È  stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso è  presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, dell’esistenza del  matrimonio». Così la Cassazione l’altro ieri, con una sentenza che ha, sì,  ribadito l’inammissibilità del matrimonio tra omosessuali, ma nel contempo ha  con questa affermazione allargato le maglie del diritto, interpretando in modo  discutibile il comune sentire della nostra società e quasi stimolando a un  nuovo ordinamento. Ma davvero l’idea che per contrarre matrimonio occorra  essere un uomo e una donna appartiene al passato? «Il sentire comune non è  affatto questo», sostiene Eugenio Borgna, primario emerito di Psichiatria  dell’Ospedale Maggiore di Novara, che subito indica un pericolo, «e cioè che di  fronte a tali forzature nascano reazioni contrarie ed eticamente inaccettabili,  come il rifiuto aggressivo delle persone omosessuali».
               
              Posto che, come recita la stessa sentenza,  le coppie gay "hanno il diritto a vivere liberamente una condizione di  coppia", è concepibile anche un matrimonio?
                          Il matrimonio nasce  dall’integrazione delle due psicologie diverse, quella femminile e quella  maschile, con i loro problemi e dissonanze, ma anche con le armonie e  l’amalgamazione di due diversi orizzonti di senso, da cui nascono la ricchezza  delle relazioni, il confronto, la creatività. Legami che prescindano da questa  integrazione femminile/maschile si muovono su un campo diverso dal matrimonio e  dall’istituto della famiglia, senza con questo discriminare nessuno: sono  realtà profondamente differenti.
               
              Come commenta l’affermazione secondo cui  ormai è radicalmente superata la necessità che i coniugi siano di sesso  diverso?
                          Scusi, ma superata da chi? Chi  propone questa tesi? Questa è un’affermazione addirittura apodittica, non  motivata: non rivela il cammino con cui ci si è arrivati, non dà argomentazioni  né ricostruzioni storiche e psicologiche. Insomma, è una fucilata che giunge  senza un’origine, una opinione strana, tutt’altro che univoca e soprattutto non  razionale, perché dà per scontato ciò che non lo è.
               
              Lei che ha il polso della situazione da un  punto di vista della comune sensibilità, come la vede, invece?
                          Il senso comune è radicalmente -  questa volta sì - allergico a una tesi simile. Semmai c’è il rischio che  oltrepassi la misura e sfoci in aggressività, perché queste esperienze sono  guardate con paura, forse con angoscia, certamente con diffidenza. E  aberrazioni come pensare che ci si possa sposare tra due uomini o tra due  donne, e magari voler pure essere genitori, mette a repentaglio anche ciò che è  riconosciuto, ovvero - come dicevamo prima - il diritto dei gay a vivere  liberamente una condizione di coppia. Cosa ben diversa dal matrimonio, che  nella nostra concezione della vita nasce dalla contestuale presenza dei due  diversi mondi che lungo un progetto unitario uniscono le loro storie personali,  anche sessuali, necessarie l’una all’altra per completarsi. Tanto più se ci  sono figli, che senza ombra di dubbio hanno bisogno di una madre e di un padre,  di due polarità ben precise, anche sessualmente definite. Secondo natura.
               
              A questo proposito, la sentenza nega una  valenza "naturalistica" alla differenza di sesso tra coniugi...
                          E meno male! Perché il termine  "naturalistico" in psichiatria, che è una scienza biologica,  significa una degenerazione del naturale, una deformazione. Insomma, chi ha  redatto la sentenza ha usato un termine errato, incorrendo in un lapsus  fragoroso e dicendo alla fine il contrario di ciò che intendeva sostenere. Cosa  significa naturale? Ciò che si sviluppa spontaneamente, lungo orizzonti  ontologici predicati nella condizione umana. Il "naturalistico"  invece tradisce l’umano. Dunque sono d’accordo: la necessità che i due coniugi  siano uomo e donna non è "naturalistica", infatti è naturale.
               
              C’è dunque uno scollamento tra sentire  comune e certe sentenze, ma anche opinioni espresse da intellettuali, politici  e media?
                          Uno scollamento flagrante, radicale,  mascherato da sovrastrutture ideologiche: certo la gente non si riconosce nelle  parole di questa sentenza. Nemmeno chi a voce alta non ha coraggio di dirlo.