LA PARTECIPAZIONE ALLA  VITA E ALLA MISSIONE DELLA CHIESA 
               
              La famiglia nel  mistero della Chiesa 
              49. Tra i compiti  fondamentali della famiglia cristiana si pone il compito ecclesiale: essa,  cioè, è posta al servizio dell'edificazione del Regno di Dio nella storia,  mediante la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa.
              Per meglio comprendere i  fondamenti, i contenuti e le caratteristiche di tale partecipazione, occorre  approfondire i molteplici e profondi vincoli che legano tra loro la Chiesa e la  famiglia cristiana, e costituiscono quest'ultima come «una Chiesa in miniatura»  (Ecclesia domestica) (cfr. «Lumen Gentium», 11; «Apostolicam Actuositatem», 11; Giovanni Paolo PP II, Omelia per l'apertura  del VI Sinodo dei Vescovi, 3 [26 Settembre 1980]: AAS 72 [1980]  1008), facendo sì che questa, a suo  modo, sia viva immagine e storica ripresentazione del mistero stesso della  Chiesa. E' anzitutto la Chiesa Madre che genera, educa, edifica la famiglia  cristiana, mettendo in opera nei suoi riguardi la missione di salvezza che ha  ricevuto dal suo Signore. Con l'annuncio della Parola di Dio, la Chiesa rivela alla famiglia cristiana  la sua vera identità, ciò che essa è e deve essere secondo il disegno del  Signore; con la celebrazione dei sacramenti, la Chiesa arricchisce e corrobora la famiglia cristiana con la grazia  di Cristo in ordine alla sua santificazione per la gloria del Padre; con la  rinnovata proclamazione del comandamento nuovo della carità, la Chiesa anima e  guida la famiglia cristiana al servizio dell'amore, affinché imiti e riviva lo  stesso amore di donazione e di sacrificio, che il Signore Gesù nutre per  l'umanità intera.
              A sua volta la famiglia  cristiana è inserita a tal punto nel mistero della Chiesa da diventare  partecipe, a suo modo, della missione di salvezza propria di questa: i coniugi  e i genitori cristiani, in virtù del sacramento, «hanno nel loro stato di vita  e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al Popolo di Dio» («Lumen Gentium», 11). Perciò non solo  «ricevono» l'amore di Cristo diventando comunità «salvata», ma sono anche  chiamati a «trasmettere» ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando  così comunità «salvante». In tal modo, mentre è frutto e segno della fecondità soprannaturale  della Chiesa, la famiglia cristiana è  resa simbolo, testimonianza, partecipazione della maternità della Chiesa (cfr. ibid. 41).
               
              Un compito  ecclesiale proprio e originale 
              50. La famiglia cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile  alla missione della Chiesa in modo proprio e originale, ponendo cioè al  servizio della Chiesa e della società se stessa nel suo essere ed agire, in  quanto intima comunità di vita e di amore.
              Se la famiglia cristiana  è comunità, i cui vincoli sono rinnovati da Cristo mediante la fede e i  sacramenti, la sua partecipazione alla missione della Chiesa deve avvenire  secondo una modalità comunitaria: insieme, dunque, i coniugi in quanto coppia,  i genitori e i figli in quanto famiglia, devono vivere il loro servizio alla  Chiesa e al mondo. Devono essere nella fede «un cuore solo e un'anima sola»  (cfr. At 4,32), mediante il comune spirito apostolico che li anima e la  collaborazione che li impegna nelle opere di servizio alla comunità ecclesiale  e civile.
              La famiglia cristiana,  poi, edifica il Regno di Dio nella storia mediante quelle stesse realtà  quotidiane che riguardano e contraddistinguono la sua condizione di vita; è  allora nell'amore coniugale e familiare  - vissuto nella sua straordinaria ricchezza di valori ed esigenze di totalità,  unicità, fedeltà e fecondità (cfr. Paolo PP. VI «Humanae Vitae», 9) - che si esprime e si realizza la  partecipazione della famiglia cristiana alla missione profetica, sacerdotale e regale di Gesù Cristo e della sua  Chiesa: l'amore e la vita costituiscono pertanto il nucleo della missione  salvifica della famiglia cristiana nella Chiesa e per la Chiesa.
              Lo ricorda il Concilio  Vaticano II quando scrive: «La famiglia metterà con generosità in comune con le  altre famiglie le proprie ricchezze spirituali. Perciò la famiglia cristiana  che nasce dal matrimonio, come immagine  e partecipazione del patto di amore del Cristo e della Chiesa, renderà  manifesta a tutti la viva presenza del Salvatore del mondo e la genuina natura  della Chiesa, sia con l'amore, la fecondità generosa, l'unità e la fedeltà  degli sposi che con l'amorevole cooperazione di tutti i suoi membri» («Gaudium et Spes», 48)
              Posto così il fondamento  della partecipazione della famiglia cristiana alla missione ecclesiale, è ora  da illustrare il suo contenuto nel triplice e unitario riferimento a Gesù  Cristo Profeta, Sacerdote e Re, presentando perciò la famiglia cristiana come 1) comunità credente ed evangelizzante, 2)  comunità in dialogo con Dio, 3) comunità al servizio dell'uomo.
               
               LA  FAMIGLIA CRISTIANA COMUNITÀ CREDENTE ED EVANGELIZZANTE 
               
              La fede  scoperta e ammirazione del disegno di Dio sulla famiglia 
              51. Partecipe della vita  e della missione della Chiesa, la quale sta in religioso ascolto della Parola  di Dio e la proclama con ferma fiducia (cfr. «Dei Verbum», 1), la famiglia cristiana vive il suo compito profetico accogliendo e  annunciando la Parola di Dio: diventa così, ogni giorno di più, comunità  credente ed evangelizzante.
              Anche agli sposi e ai  genitori cristiani è chiesta l'obbedienza della fede (cfr. Rm 16,26):  sono chiamati ad accogliere la Parola del Signore, che ad essi rivela la  stupenda novità - la Buona Novella -  della loro vita coniugale e familiare, resa da Cristo santa e santificante. Infatti, soltanto nella fede essi possono scoprire e ammirare in gioiosa  gratitudine a quale dignità Dio abbia voluto elevare il matrimonio e la  famiglia, costituendoli segno e luogo  dell'alleanza d'amore tra Dio e gli uomini, tra Gesù Cristo e la Chiesa sua  sposa.
              Già la stessa  preparazione al matrimonio cristiano si qualifica come itinerario di fede: si  pone, infatti, come privilegiata occasione perché i fidanzati riscoprano e  approfondiscano la fede ricevuta col Battesimo e nutrita con l'educazione  cristiana. In tal modo riconoscono e liberamente accolgono la vocazione a vivere la sequela di Cristo e il servizio del  Regno di Dio nello stato matrimoniale. 
              Il momento fondamentale  della fede degli sposi è dato dalla celebrazione del sacramento del matrimonio,  che nella sua profonda natura è la proclamazione, nella Chiesa, della Buona  Novella sull'amore coniugale: esso è Parola di Dio che «rivela» e «compie» il progetto sapiente e amoroso che Dio ha  sugli sposi, introdotti nella misteriosa e reale partecipazione all'amore  stesso di Dio per l'umanità. Se in se stessa la celebrazione sacramentale del  matrimonio è proclamazione della Parola di Dio, in quanti sono a vario titolo  protagonisti e celebranti deve essere una «professione di fede» fatta entro e  con la Chiesa, comunità di credenti.
              Questa professione di  fede richiede di essere prolungata nel corso della vita vissuta degli sposi e  della famiglia: Dio, infatti, che ha chiamato gli sposi «al» matrimonio,  continua a chiamarli «nel» matrimonio (cfr. Paolo PP. VI «Humanae Vitae», 25). Dentro e attraverso i fatti, i  problemi, le difficoltà, gli avvenimenti dell'esistenza di tutti i giorni, Dio  viene ad essi rivelando e proponendo le «esigenze» concrete della loro  partecipazione all'amore di Cristo per la Chiesa in rapporto alla particolare  situazione - familiare, sociale ed ecclesiale - nella quale si trovano.
              La scoperta e  l'obbedienza al disegno di Dio devono farsi «insieme» dalla comunità coniugale  e familiare, attraverso la stessa esperienza umana dell'amore vissuto nello  Spirito di Cristo tra gli sposi, tra i genitori e i figli.
              Per questo, come la  grande Chiesa, così anche la piccola Chiesa domestica ha bisogno di essere  continuamente e intensamente evangelizzata: da qui il suo dovere di educazione  permanente nella fede.
               
              Il ministero di  evangelizzazione della famiglia cristiana
              52. Nella misura in cui  la famiglia cristiana accoglie il Vangelo e matura nella fede diventa comunità  evangelizzante. Riascoltiamo Paolo VI: «La famiglia, come la Chiesa, deve  essere uno spazio in cui il Vangelo è trasmesso e da cui il Vangelo si irradia.  Dunque nell'intimo di una famiglia cosciente di questa missione tutti i  componenti evangelizzano e sono evangelizzati. I genitori non soltanto  comunicano ai figli il Vangelo, ma possono ricevere da loro lo stesso Vangelo  profondamente vissuto. E una simile famiglia diventa evangelizzatrice di molte  altre famiglie e dell'ambiente nel quale è inserita» («Evangelii Nuntiandi», 71).
              Come ha ripetuto il  Sinodo, riprendendo il mio appello lanciato a Puebla, la futura  evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica (cfr. Discorso alla III  Assemblea Generale dei Vescovi dell'America Latina, IV, a [28 Gennaio  1979]: AAS 71 [1979] 204). Questa  missione apostolica della famiglia è radicata nel battesimo e riceve dalla  grazia sacramentale del matrimonio una nuova forza per trasmettere la fede. per  santificare e trasformare l'attuale società secondo il disegno di Dio.
              La famiglia cristiana,  soprattutto oggi, ha una speciale vocazione ad essere testimone dell'alleanza pasquale di Cristo, mediante  la costante irradiazione della gioia dell'amore e della sicurezza della  speranza, della quale deve rendere ragione: «La famiglia cristiana proclama ad  alta voce e le virtù presenti del Regno di Dio e la speranza della vita beata»  («Lumen Gentium», 35).
              L'assoluta necessità  della catechesi familiare emerge con singolare forza in determinate situazioni,  che la Chiesa purtroppo registra in diversi luoghi: «Laddove una legislazione  antireligiosa pretende persino di impedire l'educazione alla fede, laddove una  diffusa miscredenza o un invadente secolarismo rendono praticamente impossibile  una vera crescita religiosa, questa che si potrebbe chiamare "Chiesa domestica" resta l'unico  ambiente, in cui fanciulli e giovani possono ricevere una autentica catechesi» (Giovanni Paolo PP. II «Catechesi Tradendae», 68).
               
              Un servizio  ecclesiale 
              53. Il ministero di  evangelizzazione dei genitori cristiani è originale e insostituibile: assume le  connotazioni tipiche della vita familiare, intessuta come dovrebbe essere  d'amore, di semplicità, di concretezza e di testimonianza quotidiana (cfr.  ibid. 36).
              La famiglia deve formare  i figli alla vita, in modo che ciascuno adempia in pienezza il suo compito  secondo la vocazione ricevuta da Dio. Infatti, la famiglia che è aperta ai valori trascendenti, che serve i  fratelli nella gioia, che adempie con generosa fedeltà i suoi compiti ed è  consapevole della sua quotidiana partecipazione al mistero della Croce gloriosa  di Cristo, diventa il primo e il miglior  seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio.
              Il ministero di  evangelizzazione e di catechesi dei genitori deve accompagnare la vita dei  figli anche negli anni della loro adolescenza e giovinezza, quando questi, come  spesso avviene, contestano o addirittura rifiutano la fede cristiana ricevuta  nei primi anni della loro vita. Come nella Chiesa l'opera di evangelizzazione  non va mai disgiunta dalla sofferenza dell'apostolo, così nella famiglia  cristiana i genitori devono affrontare  con coraggio e con grande serenità d'animo le difficoltà, che il loro ministero  di evangelizzazione alcune volte incontra negli stessi figli.
              Non si dovrà dimenticare  che il servizio svolto dai coniugi e dai genitori cristiani in favore del  Vangelo è essenzialmente un servizio ecclesiale, rientra cioè nel contesto  dell'intera Chiesa quale comunità evangelizzata ed evangelizzante. In quanto  radicato e derivato dall'unica missione della Chiesa ed in quanto ordinato  all'edificazione dell'unico Corpo di Cristo (cfr. 1Cor 12,4ss; Ef 4,12s),  il ministero di evangelizzazione e di catechesi della Chiesa domestica deve  restare in intima comunione e deve responsabilmente armonizzarsi con tutti gli  altri servizi di evangelizzazione e di catechesi, presenti e operanti nella  comunità ecclesiale, sia diocesana sia parrocchiale.
              Predicare  il Vangelo ad ogni creatura 
              54. L'universalità senza  frontiere è l'orizzonte proprio dell'evangelizzazione, interiormente animata  dallo slancio missionario: è infatti la risposta alla esplicita ed inequivocabile  consegna di Cristo: «Andate in tutto il  mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15).
              Anche la fede e la  missione evangelizzatrice della famiglia cristiana posseggono questo respiro  missionario cattolico. Il sacramento del matrimonio, che riprende e ripropone  il compito, radicato nel battesimo e nella cresima, di difendere e diffondere  la fede (cfr. «Lumen Gentium», 11), costituisce i  coniugi e i genitori cristiani testimoni di Cristo «fino agli estremi confini  della terra» (At 1,8), veri e propri  «missionari» dell'amore e della vita.
              Una certa forma di  attività missionaria può essere svolta già all'interno della famiglia. Ciò  avviene quando qualche componente di essa non ha la fede o non la pratica con  coerenza. In tale caso i congiunti devono offrirgli una testimonianza vissuta  della loro fede, che lo stimoli e lo sostenga nel cammino verso la piena adesione  a Cristo Salvatore (cfr. 1Pt 3,1s).
              Animata dallo spirito  missionario già al proprio interno, la  Chiesa domestica è chiamata ad essere un segno luminoso della presenza di  Cristo e del suo amore anche per i «lontani», per le famiglie che non  credono ancora e per le stesse famiglie cristiane che non vivono più in  coerenza con la fede ricevuta: è chiamata «col suo esempio e con la sua  testimonianza» a illuminare «quelli che cercano la verità» (cfr. «Lumen Gentium», 35; «Apostolicam Actuositatem», 11).
              Come già agli albori del  cristianesimo Aquila e Priscilla si presentavano come coppia missionaria (cfr.  At 18; Rm 16,3s), così oggi la Chiesa testimonia la sua  incessante novità e fioritura con la presenza di coniugi e di famiglie cristiane  che, almeno per un certo periodo di tempo, vanno nelle terre di missione ad  annunciare il Vangelo, servendo l'uomo con l'amore di Gesù Cristo.
              Le famiglie cristiane portano un particolare contributo alla causa  missionaria della Chiesa coltivando le vocazioni missionarie in mezzo ai loro  figli e figlie (cfr. «Ad Gentes», 39) e, più  generalmente, con un'opera educativa che fa «disporre i loro figli, fin dalla  giovinezza, a riconoscere l'amore di Dio verso tutti gli uomini» («Apostolicam Actuositatem», 30).
               
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                          In questa parte l’esortazione  apostolica ci parla della spiritualità  della coppia e della famiglia. E’ una dimensione che nasce dal sacramento  del Battesimo innanzitutto, che ci  fa re, sacerdoti e profeti, perché ci inserisce nel mistero di Cristo, ma  questa dignità impensabile viene rafforzata e specializzata con il sacramento  del Matrimonio, che aggiunge  all’impegno battesimale quello specifico vocazionale stabilito per ciascuno di  noi da Dio, prima ancora che nascessimo nel grembo delle nostre mamme.
                          La specificità che deriva dal  sacramento affida ai coniugi la missione di custodire sulla terra l’amore e la vita, due realtà che  appartengono a Dio ma che Dio vuole condividere con i coniugi. Infatti il  Matrimonio stringe tra i coniugi un’alleanza d’amore che già di per sé  garantisce ai due contraenti l’amore reciproco, questo amore poi si riversa sui  figli e da lì a tutta la parentela che nasce dal matrimonio. Si crea cioè un  alveo d’amore che garantisce la reciproca assistenza e circolazione dell’amore  nella buona e nella cattiva sorte. Il  Matrimonio crea parentela.
                          Ovviamente sempre il Matrimonio garantisce l’accoglienza della  vita e il rispetto della stessa dal concepimento alla morte, eventi di cui  non siamo arbitri ma che Dio riserva a Sé.
                          Se si capisce come il Matrimonio  cristiano coinvolge gli sposi nell’azione divina, si capisce anche che nessuna  famiglia può essere se stessa, nella sua vera identità se si allontana da Dio o  se lo mette tra i ricordi di famiglia e non lo tiene operante. “Famiglia, diventa ciò che sei” disse  Giovanni Paolo II. Perché diventarlo se già lo è? Evidentemente perché oggi la  famiglia ha perso la sua identità.
              QUESTIONARIO DI APPROFONDIMENTO
               
              
                - Hai  preso coscienza del tuo compito nel mondo e nella Chiesa?
 
                - Lo  sai che la tua famiglia contribuisce a custodire l’amore sulla terra?
 
                - Hai  accettato i tuoi figli come un dono dal cielo?
 
                - Se  Dio ti chiedesse ancora di crescergli altri figli, li accetteresti?
 
                - Hai  fiducia che fidandoti di Dio non ti mancherà nulla?
 
                - Proteggi  la tua famiglia dalla superficialità e dalla bruttura del mondo?
 
                - Fai  attenzione perché i tuoi figli non si nutrano dei veleni che ammorbano il  nostro mondo?
 
                - Cosa  devi fare se vuoi avere una famiglia serena e felice?
 
                - Custodite  come coppia la presenza del Cristo coniugale in mezzo a voi?
 
                - State  educando i vostri figli nella fede del Dio unico e vero?